Un commissario di Polizia muore di Covid nonostante fosse completamente vaccinato, tutti i suoi colleghi risultano vaccinati e positivi al tampone. Il sindacato di Polizia interviene con una lettera alle massime autorità che contiene argomentazioni e richieste contro il green pass e per l'adozione di tamponi salivari gratuiti, istanze dotate di puro buon senso, che parrebbe mancare al governo che insiste su una linea autoritaria e aberrante. Claudio
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Fonte: GOSPA NEWS
La sua tragica vicenda ha subito allarmato i sindacati che da mesi si stanno battendo contro le controverse misure di prevenzione attuate dal governo. Il segretario generale del COSAP, Sergio Scalzo, ha scritto al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al Direttore generale di Pubblica Sicurezza, Lambero Giannini, per segnalare la gravità del problema evidenziando che nello stesso Commissariato altri tre agenti sono risultati positivi al SARS-Cov-2.
«Giova sottolineare che il collega deceduto avesse ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti COVID 19, ma, infettatosi ugualmente, dopo un ricovero d’urgenza durato circa una settimana è spirato» si legge nel comunicato del Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia.
«Non possiamo sottrarci dall’analizzare in primis il luogo di lavoro ove sarebbe avvenuto il contagio, ossia gli Uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Frascati e nello specifico gli ambienti della squadra investigativa. Detta squadra era composta da sei unità, 4 dei quali vaccinati – tra cui il caro Massimo – e 2 no, i due colleghi non vaccinati non possono certamente essere additati quali “untori” poiché erano assenti da tempo dal lavoro, mentre tra gli altri 4, tutti muniti di green pass ottenuto con doppia dose vaccinale, ben tre sono risultati positivi. Quanto accaduto conferma ancora una volta che il green pass non sia garanzia scientifica di non contagiosità e che purtroppo non sia sinonimo di assoluta protezione dal contrarre forme gravi di Covid 19, che possano portare alla morte».
«Alla luce di quanto sopra enunciato, questa OS COSAP ritiene che l’unica strada da percorrere per la tutela dei lavoratori e di riflesso dei luoghi di lavoro – oltre al distanziamento ed all’uso della mascherina – sia quella di sottoporre indistintamente tutto il personale ai tamponi meglio se salivari, che possano consentire maggiori margini di sicurezza, senza tuttavia far gravare i costi sui dipendenti. La OS COSAP ritiene inaccettabile che la nostra Amministrazione, solo in occasione del G20 abbia messo in campo un’azione di supporto (tampone gratuito) per il personale impiegato in tale evento (vedasi circolare del 27/10/2021 n.850/A 0019153) facendo passare così il messaggio sbagliato che la salute dei colleghi per l’evento de quo, sia primaria rispetto a quella di migliaia di poliziotti che quotidianamente lavorano con sacrificio ed abnegazione, molto spesso anche in discutibili luoghi di “lavoro”».
Il sindacato evidenzia poi l’anomalia dell’Italia che specula sul business dei tamponi: «Non sarebbe affatto ultroneo ricordare che in altre Nazioni Europee i test per la ricerca di Sars-Cov 2 sono messi a disposizione gratuitamente di tutta la popolazione. Al Signor Capo della Polizia chiediamo di poter attingere risorse dal fondo Assistenza del personale della Polizia di Stato – alimentato tra l’altro dagli stessi poliziotti mediante trattenuta in busta paga – per poter mettere in campo una massiccia campagna con test molecolari o antigenici gratuiti, che possano realmente tutelare sia i colleghi che i luoghi di lavoro, ricordando tra l’altro che il costo dei tamponi antigenici, acquistati su larga scala, risulterebbe davvero irrisorio».
Al Commissariato di Polizia di Frascati era arrivato da circa 5 anni da Roma. Vicinanza alla famiglia di Biazzetti l’ha espressa anche il segretario Generale di Roma Luca Andrieri del Sindacato della Polizia di Stato LeS: «Esprimo le mie più sentite condoglianze, ribadendo che come sindacato ci stiamo attivando su più fronti per contenere le situazioni di rischio di contagio in cui possono trovarsi gli operatori di polizia a contatto con l’utenza del territorio».
Andrieri poi aggiunge: «Il Green Pass non è uno strumento atto a diminuire le probabilità di contagio, ma anzi, sembra essere l’esatto contrario, visto che i possessori del certificato non sono sottoposti a periodici controlli e sono esposti a rischio di contagio in egual modo di un non vaccinato, che tuttavia si sottopone e regolarmente a tampone ed è più facile da rintracciare in caso di positività al virus».
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Redazione Gospa News
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