Un ottimo articolo riassuntivo e critico della situazione attuale e delle prospettive, scritto dal filosofo cattolico Francesco Lamendola, uno dei più lucidi e perspicaci intellettuali indipendenti italiani.
Un colpo di stato mondiale? Come potremo avere ancora fiducia nella sanità pubblica? Dobbiamo ricostruire il “Pensiero critico” e insegnare ai giovani la bellezza di “Pensare” di Francesco Lamendola
E quando la tragica farsa che stiamo vivendo sarà finita, bisognerà fare il conto dei caduti, dei dispersi, dei prigionieri. E sarà un conto molto impreciso e approssimativo, perché ci vorranno anni, forse un paio di generazioni, per farsi un’idea esatta dei danni incalcolabili che il colpo di stato mondiale attuato dai signori del Great Reset avrà causato ai singoli Paesi, come l’Italia, e all’umanità intera. Probabilmente non sapremo mai quante persone saranno morte a causa del vaccino, perché le patologie, magari lievi, delle quali già soffrivano, ad esempio di tipo cardiaco, si sono acutizzate con esito fatale nel giro di pochi giorni dall’assunzione del siero genico sperimentale. Lo sapranno i figli, i genitori, gli amici: loro sì che lo sapranno, poiché hanno visto spegnersi improvvisamente delle persone che stavano relativamente bene, in maniera inspiegabile; ma per la medicina ufficiale saranno semplici coincidenze, per quanto dolorose, o al massimo sospetti non provati. E non sapremo mai quante persone, magari già fragili dal punto di vista psichico, sono piombate nei gorghi oscuri della depressione a causa del clima folle, angoscioso, innaturale, nel quale siamo stati gettati dalla cinica manovra di chi ha preso gli ordini dai Padroni Universali e ha giocato con la vita e la salute mentale di milioni di persone.
Bisognerà andare avanti e ricostruire, dopo aver spazzato via le macerie, proprio come dopo una guerra convenzionale. Non sarà facile. Ci vorrà molta forza d’animo, molta generosità, molta fede: perché senza l’aiuto di Dio non sarà possibile voltar pagina e chiudere i conti aperti. Troppo abbiamo sofferto e troppo inutilmente, solo per la viltà e il conformismo dei molti. Bisognerà cercar di scordare tutto il male che l’ignoranza e la stupidità hanno causato; ma non sarà possibile, né giusto, dimenticare il male provocato dalla cattiveria. Potremo e dovremo cercar di perdonare gli amici che, in buona fede, ci hanno dato delle fiere delusioni; che non ci sono stati vicini nella difficile scelta di rifiutare il siero malefico; che hanno perfino approvato le misure liberticide varate contro questa nuova categoria di reietti, di paria, di soggetti socialmente pericolosi. Ma non potremo e non dovremo perdonare chi ha mentito sapendo di mentire; chi ha fatto il male sapendo di fare il male. Perdoneremo il barista e l’edicolante, il panettiere e la parrucchiera; ma non i Bassetti, i Burioni, i De Luca, i Bonaccini. Loro no. Loro sapevano cosa dicevano, quando gettavano sospetto e odio contro i non vaccinati, addossando loro la colpa del persistere di una pandemia che, numeri alla mano, non c’era e non c’è mai stata. Perché il Covid, di per sé, non avrebbe fatto più vittime di una qualsiasi influenza stagionale: i morti sono stati causati dalla proibizione di curare i pazienti come si era sempre fatto, secondo scienza e coscienza, utilizzando i vecchi farmaci già sperimentati – ivermectina, idrossiclorochina – e non lasciando passare dei giorni in un’attesa tanto “vigile” quanto inutile, anzi pericolosa, specie se accompagnata dall’uso dissennato della tachipirina.
E qui sorgerà un altro problema.
Come potremo avere ancora fiducia nella sanità pubblica? Come potremo fidarci ancora del nostro medico di base, o dei medici del reparto ospedaliero? Quei medici che avrebbero dovuto saper benissimo che una pandemia, supposto che sia in atto, non si fronteggia con un vaccino ancora da preparare; che questo siero non è un vaccino; che il rapporto costi/benefici, considerate le reazioni avverse, avrebbe sconsigliato comunque la vaccinazione, specie se proposta e imposta dal governo stesso; che il cosiddetto vaccino non dà copertura, non dà immunità, per cui richiede una seconda, una terza, una quarta dose; e che i non vaccinati non rappresentano affatto un pericolo per i vaccinati, semmai il contrario, per cui la campagna di terrorismo e di ricatto morale per indurli a piegarsi è stata semplicemente insensata, per non dire criminale; che vaccinare i bambini sotto i dodici anni è stata una follia, del tutto ingiustificabile sul piano medico, perché per i bambini non c’è un fattore di pericolo che giustifichi le incognite di una vaccinazione sperimentale. Tutte queste cose, e altre simili, loro certamente dovevano saperle, eppure hanno taciuto. Peggio: hanno esercitato ogni sorta di pressioni affinché la gente si fidasse del siero e se lo facesse inoculare. Loro stessi hanno subito la violenza del governo, loro stessi hanno dovuto scegliere fra la vaccinazione e la perdita del posto di lavoro e la radiazione dall’albo professionale: e questo merita rispetto. Ma proprio perciò, avrebbero dovuto capire la malizia infernale di questa operazione e lanciare un grido d’allarme, mettere in guardia la popolazione ignara: e invece non l’hanno fatto. Hanno assistito con indifferenza alla cacciata dei loro colleghi che hanno avuto il coraggio e la dignità di ribellarsi, come se la cosa non li riguardasse; in alcuni casi hanno commentato tali provvedimenti con parole sprezzanti, riservando a quei medici frasi astiose, cattive, maligne, come se essi, e non loro, avessero tradito il giuramento d’Ippocrate e il patto di lealtà che un medico automaticamente sottoscrive col paziente.
Sarà inevitabile che da tutto ciò impariamo una lezione: e perciò che sorgano forme di medicina alternative. Il mito della Scienza crollerà, anzi è già crollato; lo tiene in piedi il coro pietoso dei giornalisti di regime; ma quando la farsa sarà smascherata e i riflettori verranno spenti, sarà chiaro a tutti che lo stato e le sue istituzioni, a cominciare dall’università preposta alla formazione della classe medica, hanno tradito il patto di fiducia e sono venuti meno ai loro doveri essenziali. I cittadini ne trarranno la lezione che occuparsi della propria salute è un diritto e un dovere di ciascuno; che non bisogna affidarsi al medico ad occhi bendati; che il medico può sbagliare, che la medicina da lui professata può sbagliare; e che il numero non fa la verità, e che trecento Burioni non valgono un Montagnier. Perché la scienza, la vera scienza, non segue le mode, non è ghiotta di comparsate televisive, non coltiva il narcisismo dei piccoli pavoni che fanno la ruota davanti alle telecamere e pontificano sui giornali sfruttando il momento favorevole alle mezze calzette che si spacciano per altrettanti Aristotele. No: la vera scienza è umile, silenziosa, tenace, e procede per tentativi ed errori; e quando si trova davanti a un errore, ha il coraggio di riconoscere che quella strada era sbagliata e torna sui suoi passi e tenta altre vie. Questa è la scienza, che viene alimentata dai veri scienziati, persone umili e pazienti, aliene dalla pubblicità e dai protagonismi; persone che amano sopra ogni cosa la ricerca del vero e che non sanno che farsene del plauso delle masse ignoranti. Sorgeranno e si diffonderanno a macchia d’olio altre forme di medicina, questo è inevitabile, così come sorgeranno altre forme d’istruzione, alternative alla scuola pubblica: è il minimo che potrà accadere dopo tutto questo. E sarà un bene. I soliti boriosi scientisti da quattro soldi grideranno al regresso, alla barbarie; paragoneranno i nuovi medici, i nuovi omeopati, i nuovi erboristi a degli stregoni o a dei fattucchieri. Invano schizzeranno il loro veleno, la gente saprà che ciascuno ha il diritto di curarsi come crede, e che lo stato non deve abbracciare un certo tipo di medicina, perché non è compito suo quello di prendere posizione ne dibattito scientifico. Lo stato deve solo assicurarsi che i cittadini possano curarsi secondo le proprie convinzioni, e assicurarsi che non vi siano forzature o speculazioni di alcun genere sulla salute della gente. Per la stessa ragione, lo stato non deve imporre un suo modello di educazione, ed escludere ogni altro; al contrario, sempre più l’educazione parentale sostituirà quella statale, e sarà un bene, perché abbiamo visto che quest’ultima, se lo stato cade nelle mani delle lobby mondialiste, non fa più vera educazione, ma pratica un vergognoso indottrinamento ideologico.
Questa crisi ha fatto venire al pettine tutto ciò che lo stato non ha fatto negli ultimi decenni, permettendo alle multinazionali farmaceutiche di fare il bello e il cattivo tempo, cioè di monopolizzare l’industria della salute, di immettere sul mercato ogni sorta di farmaco senza che ci siano adeguati controlli, e perfino dei vaccini rispetto ai quali esse pretendono, e ottengono, lo scudo penale anticipato. Una vergogna, una situazione inqualificabile, che fatalmente ci doveva portare dove siamo arrivati. Alle multinazionali farmaceutiche bisognerà tagliare le unghie; bisognerà processare i colpevoli degli abusi più gravi; bisognerà indagare sui controllori che non hanno controllato; bisognerà fare una bella pulizia e mettere quei signori in condizioni di non nuocere più per l’avvenire. Bisognerà dare alle piccole imprese farmaceutiche la possibilità di lavorare in regime di libera concorrenza, e di mettere sul mercato i prodotti realizzati con scienza e coscienza: se il mercato del farmaco non tornerò ad essere libero, quel che accaduto nel 2020 potrà sempre ripetersi. Bisognerà meditare a lungo sulla rete di connivenze di tipo mafioso e di complicità criminali che hanno consentito a pescecani come Bill Gates di spadroneggiare senza alcun controllo.
Infine, bisognerà ripartite da zero sul piano spirituale, morale e religioso. Tutto quel che è accaduto è stato reso possibile dalla nostra ignavia, dalla nostra viltà e dal nostro conformismo. Dobbiamo ricostruire il pensiero critico; dobbiamo insegnare ai giovani la bellezza di pensare. E dobbiamo tornare alla fede, alla preghiera, all’amore e al timor di Dio. A queste condizioni, potremo farcela. Perché ricostruire sarà perfino più impegnativo che sgombrare le macerie.
Foto dall’archivio de “Il Corriere delle Regioni”
Del 23 Novembre 2021
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