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EX PRIMARIO DI PNEUMOLOGIA: «CONTRO COVID-19 UTILE UN FARMACO VEGETALE». Ma nessuno prova a testarlo…
emerito dell’ospedale Niguarda di Milano
ed ex docente accademico di due atenei
sul miracoloso Geranio del Sudafrica
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
AGGIORNAMENTO DEL 26 NOVEMBRE 2021
A distanza di circa un anno e mezzo dalla prima pubblicazione di questa intervista esclusiva decidiamo di ripubblicarla in contemporanea con la risalita dei contagi da Covid-19 e delle ospedalizzazioni e morti di persone infettate anche tra i vaccinati.
Negli ultimi cinque anni ho sperimentato personalmente i benefici del Pelargonium Sidoides (diventato un farmaco vegetale riconosciuto dai sistemi sanitari di tutto il mondo) contro le varie aggressioni all’apparato respiratorio raggiungendo l’eccezionale risultato di non aver più avuto nemmeno un semplice ma fastidioso raffreddore per più di mezza giornata.
Abbiamo consigliato l’uso dell’estratto delle radici essiccate del Geranio del Sudafrica a parenti, amici e conoscenti. Chi lo ha preso con regolarità ai primi sintomi di common cold ne ha verificato la prodigiosa efficacia, talmente potente da averlo reso in passato capace di sconfiggere persino la TBC (info nel testo e nel link correlato sulla storia). Come suggerito dal professor Vincenzo Soresi, primario emerito di Pneumologia dell’Ospedale Niguarda di Milano, lo abbiamo consigliato anche come terapia preventiva stagionale contro il virus SARS-Cov-2, sia a persone non vaccinate che ad altre vaccinate.
Su un numero limitato di soggetti (circa una cinquantina) che l’hanno assunto attraverso il farmaco commerciale da banco Kaloba soltanto una persona, vaccinata con ciclo completo, ha contratto il Covid-19 in modo sintomatico ma è guarita nell’arco di pochissimi giorni proprio utilizzando il Pelargonium Sidoides. Ecco perché ci pare importante riproporre questo articolo in un momento in cui continuano a gridare vendetta i morti per “paracetamolo e vigile attesa” e le terapie efficaci ignorati dalle autorità sanitarie come denunciato dal biologo Franco Trinca e dall’avvocato Alessandro Fusillo in un esposto a varie Procure della Repubblica d’Italia per presunta strage di stato.
Il farmaco vegetale Kaloba in Germania, dove fu brevettato nel 1956, viene utilizzato come immunostimolatore specifico per le vie respiratorie anche nei bambini di un solo anno non avendo alcuna controindicazione (che potrebbe sussistere solo per le persone allergiche all’estratto di radici del Geranio del Sudafrica o a chi soffre di gravi patologie autoimmuni) pertanto, se fosse confermata la sua efficacia preventiva contro il Covid-19, potrebbe evitare l’esposizione di bambini dai 5 anni in sù al siero genico Comirnaty di Pfizer-Biontech di cui è stato approvato l’uso di emergenza da FDA ed EMA anche per questa fascia di età.
E’ il professor Vincenzo Soresi, classe 1938, Primario emerito di Pneumologia presso l’ospedale Cà Granda di Milano-Niguarda e docente accademico dell’Università di Milano dal 1980 fino al 1998. quando ha lasciato i ruoli pubblici per dedicarsi all’attività privata ed alla letteratura scientifica, grazie alla quale ha ottenuto notevole successo anche per il suo talento di rendere divulgativi e accessibili temi assai tecnici.
Gospa News lo ha intervistato in esclusiva ben conoscendo la sua competenza su un fitofarmaco simolante immunitario specifico per le vie respiratorie, divenute bersaglio del COVID-19 proprio per questo definito anche Sindrome Acuta Respiratoria Grave (SARS-Cov-2).
Professore Soresi lei ha maturato una grande conoscenza del geranio del Sudafrica (pelargonium sidoides), il cui principio attivo EPs® 7630 è utilizzato per la produzione di un farmaco vegetale immuno-stimolatore per la cura delle affezioni delle vie respiratorie superiori. Qual è stata la sua esperienza in merito?
«Come clinico conosco e prescrivo questo prodotto da numerosi anni sia in prevenzione che in una terapia di forme bronchitiche acute da infezioni virali. Si tratta di un fitofarmaco regolarmente registrato e quindi di grande sicurezza per la sua tollerabilità ed attività».
Potrebbe essere utile anche per prevenire o affrontare il CoronaVirus?
«Poiché questo fitofarmaco agisce sulla cellulla dell’immunità innata nota come macrofago ci difende da virus e batteri, in linea teorica potrebbe essere attivo anche contro il Corona Virus».
Come funziona il principio attivo di questo farmaco di cui l’Agenzia Europea del Farmaco ha certificato il brevetto per la cura del Common Cold ma in Australia è autorizzato anche come cura terapeutica della bronchite e sinusite acuta?
«L’estratto di Pelargonium Sidoides è un ottimo stimolatore della cellula macrofagica e quindi può essere utile anche sia in prevenzione che durante il contagio COVID-19».
Il professor Soresi, oltre ad essere primario emerito del Niguarda è stato anche docente di pneumologia presso Università LUDES ma è divenuto universalmente popolare come medico scrittore.
Ha pubblicato nel 2006 il libro “Il cervello anarchico” (Utet ), best seller giunto alla 14a ristampa, nel 2012 “Guarire con la medicina integrata” (Sperling-Kupfer ) e nel 2015 “Mitocondrio mon amour”( Utet ).
Il Pelargonium sidoides fu utilizzato negli anni ’50 anche per la cura della TBC. Quali furono i risultati e come mai è stato abbandonato?
«Il Pelargonium Sidoides du utilizzato in passato contro la Tubercolosi proprio perché è la cellula macrofagica che ci difende dal Bacillo di Koch. Ogni giorno circa 200 milioni di macrofagi si attivano e muoiono per noi difendendoci da virus e batteri. Non si usa più contro la Tubercolosi in quanto superato dai farmaci specifici».
Quale sarebbe a suo giudizio la posologia ideale di Kaloba (o farmaci con il medesimo principio attivo come l’americano UMCKA) per la prevenzione e per l’integrazione terapeutica nel caso di una persona già infettata?
«La posologia ideale del Kaloba in genere è di 1 capsula 3 volte al giorno ma in caso di sinusiti acute è stato usato anche a dosaggi doppi per un periodo di una o due settimane».
E’ corretto affermare che questo farmaco vegetale non ha controindicazioni significative e può essere somministrato anche in integrazione con altri farmaci sintetici?
«Questo farmaco vegetale non ha significative controindicazioni. Solo in rari casi si possono manifestare intolleranze addominali. Non va usato nei pazienti in terapia con anticoagulanti».
Sebbene al momento non esista una certezza scientifica dell’efficacia contro il CoronaVirus di questo fitofarmaco, che avendo controindicazioni pressochè inesistenti non costa nulla assumere per prevenzione, in Cina proprio le terapie della medicina tradizionale hanno palesato buoni risultati come riportato da Libero Quotidiano alcune settimane fa.
Una funzionaria della sanità di Pechino, Li Yu, ha infatti riferito che un decotto chiamato Qingfei Paidutang (composto in maggioranza da erbe e fiori ma anche da impasto di maiale) è stato usato nel trattamento di 701 casi confermati di contagio da Covid-19 in 10 diverse province del Paese ed ha portato alla cura e alle dimissioni di 130 pazienti.
La funzionaria ha rivelato che i sintomi sono scomparsi in 51 casi e sono migliorati in 268, mentre altri 212 sono rimasti in condizioni stabili. Il decotto è stato raccomandato alle istituzioni mediche a livello nazionale il 6 febbraio dopo l’analisi dei dati su 214 casi. Li Yu ha anche condiviso l’analisi e le statistiche dei casi con i dati clinici dettagliati, dato che il 94,6% dei 112 pazienti ha ripristinato la normale temperatura corporea, e l’80,6% dei 214 pazienti ha smesso di tossire dopo aver usato il decotto per sei giorni.
Se questi sono stati i risultati di un prodotto della medicina tradizionale privo di ogni scrupolosa valenza e verifica scientifica è lecito immaginare che possa dare ancora maggiori benefici terapeutici il principio attivo EPs® 7630, accuratamente testato e prodotto secondo le vincolanti prescrizioni necessarie per la produzione di un farmaco vegetale.
Ora bisogna soltanto sperare che qualche ospedali cominci a sperimentarlo sui pazienti contagiati dal COVID-19 per confermarne l’evidenza scientifica. Ammesso che le Big Pharma dei farmaci sintetici e dei vaccini non facciano ostruzionismo…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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