La città di Oroville capoluogo della contea di Buttle in California si è dichiarata REPUBBLICA COSTITUZIONALE per sottrarsi alle ordinanze liberticide e autoritarie del governatore della California che con l'alibi dell'emergenza santiaria impone una sfilza di obblighi incostituzionali e inaccettabili. La California tra l'altro, nonostante i suoi severi e ripetuti obblighi restrittivi ha avuto i risultati più negativi in termini sanitari tra tutti gli stati degli USA. Forse il potere straordinario da alla testa a chi ne dispone. Claudio
Visuale della famosa diga di Oroville, la più alta degli USA.
Una piccola città si dichiara “Repubblica costituzionale” e non si piegherà ai tirannici editti dello Stato blu (*)
Nota di CptHook: non so come potrà finire questa storia, ma è sicuramente un bell’esempio di dignità, di rispetto di se stessi, di cosa vuol dire essere cittadini e non sudditi. Bisognerebbe imparare a riconoscere quel che di buono vi è anche in America, oltre ai tanti cattivi esempi.
Abby Liebing – The Western Journal – 17 novembre 2021
Dopo oltre un anno di chiusure e editti restrittivi a causa del coronavirus in California, la città di Oroville si è dichiarata “repubblica costituzionale” .
La mossa coraggiosa arriva dopo che il governatore democratico Gavin Newsom ha emesso un ordine esecutivo che prolungherà alcune parti dei suoi poteri di proclamazione dello stato d’emergenza del 4 marzo 2020 fino al 31 marzo 2022.
Secondo l’East Bay Times, Oroville ha risposto al prolungamento dichiarando che non applicherà “nessun ordine esecutivo emesso dallo stato della California o dal governo federale degli Stati Uniti che risulti eccessivo o in chiara violazione dei nostri diritti costituzionalmente protetti“.
La risoluzione era stata approvata con sei voti contro uno nella riunione del consiglio comunale del 2 novembre.
“Tutte queste emergenze e questi leader che le dichiarano, fanno sì che le persone in carica possano fare praticamente quello che vogliono anche quando l’emergenza non è più una minaccia immediata, e siano poi riluttanti a rinunciare a questo potere“, ha dichiarato il sindaco di Oroville Chuck Reynolds.
L’amministrazione comunale ha forti preoccupazioni circa gli obblighi e i cambiamenti che continuano ad essere promulgati in California, specialmente per quanto riguarda la Covid-19.
Il consigliere Dave Pittman ha sottolineato che le misure che il governo statale sta cercando di imporre troppo spesso violano i diritti personali e l’autorità locale.
Pittman ha espresso in particolare preoccupazioni su questioni come gli obblighi vaccinali e delle mascherine, statali e federali, sulle disposizioni della Occupational Safety and Health Administration che cambiano continuamente, sulle regole del dipartimento della California Housing and Community Development ed altro.
“Noi sosteniamo e crediamo nella nostra costituzione, nella nostra repubblica e crediamo che molte volte altri nel governo statale e federale stiano abusando della loro autorità in tutto ciò che facciamo“, ha detto Pittman.
“Gli obblighi eliminano il diritto personale di scelta – vaccinarsi o no, vaccinare i propri figli o no – e violano la scelta costituzionale di base che abbiamo tutti”.
La città ha comunque specificato molto chiaramente che non sta promuovendo l’anarchia.
“Questa dichiarazione non significa che siamo contro le leggi o per l’anarchia“, ha detto Scott Thomson, vice sindaco di Oroville a KOVR-TV. “Non stiamo parlando di un solo obbligo che ci è stato imposto di recente… È una raffica di obblighi”.
Ma non tutti in città sono favorevoli a questa decisione.
Liza West è una residente che si oppone alla nuova misura che Oroville sta prendendo.
“Penso che tutti noi crediamo nell’applicazione della legge e siamo d’accordo nel seguire la legge, e questo è semplicemente ridicolo“, ha detto West a KOVR.
Ci sono anche domande sulla legalità della risoluzione che il consiglio comunale ha adottato.
Lisa Pruitt, un’esperta di diritto rurale all’Università della California, Davis, ha detto che la risoluzione era un po’ poco chiara e che non necessariamente protegge la città dal [non] seguire le leggi federali e statali.
“Un comune non può unilateralmente dichiararsi non soggetto alle leggi dello stato della California. Qualsiasi cosa intendano per repubblica costituzionale non si può dire ‘abracadabra’ e farlo accadere“, ha detto Pruitt, secondo il The Guardian.
Pruitt ha ragione, ma che nessuno dimentichi che gli editti che Newsom continua ad emettere non sono leggi. Sono editti. Questo è tutto.
Ciò da cui Oroville sta prendendo le distanze non sono leggi. La città sta scegliendo di non attenersi a ordini esecutivi che non hanno lo stesso rango di legge.
I membri del consiglio che hanno sostenuto la risoluzione non hanno torto nella loro valutazione che gli obblighi [dello stato] della California sono un assoluto eccesso di potere.
Questo sta diventando sempre più chiaro, soprattutto adesso che si stanno combattendo battaglie sull’obbligo vaccinale. E i consiglieri comunali di Oroville non sono gli unici californiani che hanno iniziato ad opporsi.
Come riportato da NPR, lo scorso ottobre, nella contea di Los Angeles lo sceriffo Alex Villanueva aveva annunciato che si sarebbe rifiutato di far rispettare l’obbligo vaccinale al suo dipartimento e ai suoi dipendenti. Perché? Se lo avesse fatto, avrebbe dovuto rinunciare “dal giorno alla notte al 5, 10% del personale”.
Ci sono molte altre storie di persone in tutta la California che si stanno opponendo all’obbligo vaccinale.
Secondo il Los Angeles Times, molti dipendenti dei dipartimenti di polizia e dei vigili del fuoco di Los Angeles stanno facendo pressione contro l’obbligo.
Un lavoratore del Dipartimento dei Servizi Sanitari ha dichiarato al New York Times: “Nessuno dovrebbe obbligare qualcun altro a iniettare veleno nel proprio corpo… Non c’è abbastanza ricerca su questo vaccino“.
Questo è il problema. Lo stato sta cercando di imporre decisioni personali. Questa è abuso di potere.
I funzionari della città hanno notato che Oroville non è stata sufficientemente rapida nell’opporsi a queste disposizioni.
“L’ho proposto dopo 18 mesi di ordini esecutivi sempre più invadenti e quello che ho sentito essere un’eccessiva ingerenza da parte del nostro governo“, ha detto il vice-sindaco Thomson a The Guardian.
“Dopo il fallimento del richiamo in California, il nostro governatore sembra essere su tutte le furie e gli obblighi stanno diventando sempre più invadenti. Ora se la prende con i nostri bambini e le nostre scuole”.
Non importa quali possano essere le diverse opinioni sulla risoluzione di Oroville, come minimo la città sta cercando di fare una dichiarazione pubblica sull’abuso di potere [da parte] del governo statale e federale che si sta verificando. E i suoi funzionari stanno cercando di proteggere la loro comunità.
“La cultura e lo stile di vita americano vengono, messi in discussione nella loro stessa essenza e pervertiti da politici radicalizzati che hanno dimenticato che, in una repubblica, il potere appartiene al popolo”, ha detto Thomson nei commenti sulla risoluzione, secondo quanto riferito da Fox News.
Che sia la California, il governo degli Stati Uniti o qualsiasi altro ente governativo, nessuno dovrebbe avere il potere di forzare le persone a fare cose che sono, in sostanza, una loro scelta personale.
Oroville sta solo cercando di proteggere questo diritto a livello locale.
(*) Nella grafica elettorale statunitense gli stati blu sono quelli a guida “democratica”.
Scelto e tradotto da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte
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