La NATO, impantanata in Ucraina, cerca i sistemi per diversificare il conflitto
di Luciano Lago
In
questo momento i paesi della NATO fanno filtrare una quantità di
informazioni desecretate in buona parte contraddittorie che servono a
confondere l’opinione pubblica ed a creare false aspettaive.
L’unico
obiettivo di questa campagna è quello di sconfiggere la Russia mettendo
in cattiva luce la condotta della dirigenza russa.
Questo
dimostra che siamo nel momento più delicato della storia in quanto
l’Ucraina non è riuscita a realizzare la controffensiva di cui parlavano
da molto tempo gli sponsor occidentale e le sue truppe sono impantanate
sul fronte, dove, nonostante la presenza dei consiglieri NATO, hanno
subito enormi perdite di uomini e materiali. Le colpe sono attibuite
vuoi al ritardo delle forniture di armi occidentali, vuoi alle
deficienze logistiche dell’esercito ucraino e agli ordini sbagliati
impartiti da Zekensky.
La Finlandia, ultimo paese aggregato
alla NATO, ha messo il dito nella piaga ed ha dichairato che tutta
l’economia della UE deve essere trasformata in una eonomia di guerra per
supportare l’Ucraina.
Per tale motivo Kiev sta ricorrendo alla
strategia del terrorismo, inviando gruppi speciali, addestrati dalla
NATO, a compiere attacchi di sabotaggio o di assassinio contro esponenti
filo russi in Crimea e nel territorio di confine della Federazione
russa.
La cosa indica sintomi molto gravi di quanto potrà accadere a breve termine. Risulta che al Congresso USA i senatori hanno parlato dell’obbligo del presidente Biden a non utilizzare armi nucleari senza l’autorizzazione del Congresso
e questo può indicare che i congressisiti sanno qualche cosa in merito
delle intenzioni dell’amministrazione Biden con la Russia che non è
ancora di dominio pubblico.
Tale fattore può essere relazionato anche con quanto
sta accadendo nel teatro dell’Indo Pacifico dove è in corso una doppia
mobilitazione tra forze cinesi e russe per fronteggiare una possibie
aggressione.
Si è saputo che il ministro della Difesa della RPC vola a Mosca domani per realizzare una visita di tre giorni.
L’interazione
fra le forze militari russe e cinesi è sempre più forte e lo stesso
ministro cinese, in una sua dichiarazione, ha parlato da ultimo di un
aumento della cooperazione nella “nuova era”. Una sua precisazione che
lascia intendere che tutto è cambiato nell’ultimo periodo.
Senza
dubbio, dopo la recente visita del premier cinese Xi Jinping a Mosca, i
contatti e l’interazione miltare fra Russia e cina è divenuta sempre
più forte.
Stato d’allerta della Flotta Russa
Il
ministro della della Difesa russo ha messo in allerta tutta la flotta
del Pacifico. La spiegazione è quella per cui si va verso un controllo
della preparazione della flotta per un possibile conflitto, con una
verifica della prontezza al combattimento degli equipaggi e
dell’efficienza dei mezzi.
L’obiettivo principale del controllo è
quello di poter rispondere efficaciemente ad una aggressione di un
nemico esterno via mare.
Anche questo suona come un messaggio per gli USA e il Giappone.
Gli
USA e il Giappone sono avvisati mentre cresce la militarizzazione del
Giappone e si procede ad attuare l’accordo AUKUS fra Giappone Sud Corea e
Australia per contenere la Cina nel Pacifico.
Valeri
Gerasimov, capo di S.M.russo ha ordinanto la messa in allarme della
flotta dei sottomarini nucleari del Pacifico e questo per avvertire che
il fattore della Cina non è escluso ma previsto negli ultimi accordi
raggiunti tra Putin Xi Jinping.
Allerta nel Pacifico
La Russia dimostra che è pronta per una guerra nucleare ed ha creato una divisione di sottomarini portatori dell’ogiva Poseidon, quella denominata “fine del mondo” per il suo alto potenziale.
In aperto contrasto con il rafforzamento della flotta USA del Pacifico, questa è la risposta di Mosca.
Non si può escludere che questa mobilitazione di forze navali sia coordinata con la Cina.
Si
tratta di un segnale definitivo della disponibilità della Russia di
aiutare la Cina che non dispone di una grande flotta sottomarina.
Ugualmente sul fronte occidentale procede la preparazione delle forze Bielorusse nell’addestramento delle armi nucleari dislocate nel paese.
Il
rafforzamento della Bielorussia è anche questo un segnale destinato
alla Polonia che è divenuto il paese più avanzato della NATO e degli USA
in Europa.
Quindi, vista la testa dei dirigenti occidentali,
è difficile non pensare ad una possibilità che uno scontro nucleare
possa diventare una prospettiva concreta per ottenere quello che con i
mezzi convenzionali gli USA non riescono ad ottenere, la sconfitta della
Russia in Ucraina. La congrega dei neocon guerrafondai ha già
dimostrato di essere capace di tutto.
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