Le prepotenze di Zelensky sul Papa e sull'arte russa
di Massimo Fini - 16/04/2023
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Fonte: Massimo Fini
Le prepotenze di Zelensky e dei suoi hanno superato ogni
limite. Per la recente Via Crucis l’ambasciatore Ucraino in Vaticano,
Andrii Yurash, ha protestato perché vi hanno partecipato oltre ad un
ucraino anche un russo: “dimentica di dire che i suoi parenti sono
andati in Ucraina per uccidere, e non viceversa”. Papa Francesco questa
volta non ha chinato la testa, lo aveva fatto l’anno scorso quando la
protesta ucraina aveva ottenuto che il discorso del Papa, che
comprendeva nella Via Crucis due ragazze, una ucraina e una russa, non
fosse letto. Di recente il Corriere pubblicava un articolo dal titolo
“schiaffo all’Ucraina” perché il Cio si era opposto alla pretesa ucraina
che gli atleti russi non fossero presenti alle prossime Olimpiadi.
Presa di posizione peraltro a metà perché il presidente del Cio Thomas
Bach, da non confondersi con il musicista, tedesco e quindi chiaramente
nazista, aveva dichiarato che gli atleti russi e bielorussi sarebbero
stati accettati se “non hanno mai partecipato a una manifestazione pro
guerra, hanno avuto rapporti con agenzie di sicurezza nazionale o si
siano fatti tatuare la famigerata Z”. La fondista russa Stepanova ha
risposto a muso duro a Thomas Bach, che è tedesco come il musicista e
quindi in pectore nazista: “io non permetterò a nessuno di analizzare le
mie opinioni per decidere se parteciperò ai Mondiali”. Dichiarazione
ineccepibile, cui va aggiunto che, moraleggiando allo stesso modo, si
potrebbe chiedere agli ucraini che ci facciano, nel loro esercito, i
nazisti della Azov.
Ma ritornando alle invasioni di campo di Zelensky
nelle attività del Papa sarebbe bene ricordare allo stesso Zelensky che
la missione del Papa di Roma è di tutelare tutti, senza distinzioni
religiose e tantomeno politiche. Se c’è un’Entità dove “uno vale uno” è
quella della Chiesa cattolica dove vige il concetto cristianissimo che
il perdono (“porgi l’altra guancia”, Cristo, i Vangeli) vale per tutti
anche per il peggiore degli uomini. Un concetto diversissimo da quello
dell’ebraismo militante che privilegia la vendetta e a proposito del
genocidio di Gerico nel Deuteronomio, 33-34, afferma: “votammo allo
sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo anima
viva”, nemmeno le bestie ad ascoltare altri passi della Bibbia il libro
più noir stando ad alcuni interpreti contemporanei.
Ma a parte tutto
questo perché noi europei dovremmo difendere a spada tratta uno Stato,
l’Ucraina, che Stato non è mai stato davvero, ma solo un regalo di
Krusciov che ne volle fare una provincia autonoma all’interno
dell’Unione Sovietica?. Uno Stato dove sono state cancellate tutte le
opposizioni e non esiste, di fatto, libertà di espressione. Perché gli
ucraini sono “eroici nella difesa del loro territorio”? A parte il fatto
che “eroici“ non tutti sono visto che fra gli otto e i dieci milioni se
la sono filata e non tutti possono essere donne e bambini (quando gli
occidentali invasero l’Afghanistan talebano nessun afgano, talebano o
meno, lasciò il paese, questo per dire che cos’è il vero sentimento di
identità nazionale). In ogni caso con l’appoggio degli Stati Uniti,
della Germania, della Polonia e di altri addentellati USA sarebbe stato
“eroico” anche il Lussemburgo.
E poi che cosa ha dato, culturalmente e
artisticamente, l’Ucraina all’Europa a differenza della Russia? I
“balletti russi” si chiamano così perché furono inventati e creati a
Parigi dal Russo Diaghilev. I più grandi ballerini di tutti i tempi sono
stati Misinski (“la grazia innaturale di Misinski”, Prospettiva Nevski
di Battiato) e Rudi Nurejev a meno di non ricorrere all’antica Roma, a
Paride “un danzatore che alla straordinaria bellezza univa grazia,
agilità, intensità espressiva” (Nerone, Duemila anni di calunnie).
E
che dire dei musicisti: Ciaikovski, Mussorgski, Prokofiev,
Rimskij-Korsakov, Stravinskij e ci potremmo fermare qui perché l’elenco
occuperebbe un paio di pagine del Fatto. Sugli scrittori russi si sono
educate generazione di europei: Puskin, Dostoevskij, Tolstoj, Turgenev,
Lermontov. C’è Gogol, le anime morte, che è ucraino ma non sarebbe mai
esistito se non all’interno della grande letteratura russa.
A me pare
che non sia la Russia di Putin a voler cancellare l’Ucraina dalla mappa
del mondo, ma che sia l’Ucraina a voler cancellare la Russia con tutta
la sua storia. E comunque io dovrei stare con l’Ucraina che ora,
ricattando, tiene per le palle mezzo mondo? Io mezzo russo, ebreo per
soprammercato, sto con “la grande madre Russia”, di cui Putin è solo un
tragico esemplare che non può far dimenticare tutto ciò che questo
grande Paese ci ha dato.
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