Il gioco non vale la candela
di Pierluigi Fagan - 22/03/2023
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-gioco-non-vale-la-candela
Fonte: Pierluigi Fagan
Espressione idiomatica che risale al Medioevo quando per
organizzare una partita a carte i giocatori dovevano mettere assieme una
cifra per pagare le candele necessarie a permettere il gioco notturno.
Alla fine della partita, qualcuno poteva così dire di non aver
guadagnato il necessario per neanche pareggiare il costo iniziale delle
candele.
Uno dei primi giorni, se ben ricordo il terzo dopo l’inizio
delle ostilità in Ucraina, una portavoce influente della Difesa
americana disse che la Russia avrebbe “pagato un prezzo” per l’incauta
decisione. Tradotto, la Russia avrebbe sì forse vinto sul piano pratico
ma il costo di questa piccola vittoria si sarebbe rivelato più oneroso
del vantaggio ottenuto con la forza. L’espressione “bisogna fargli
pagare un prezzo” venne usata più e più volte da Hillary Clinton quando
era Segretario di Stato, è un concetto centrale del grande gioco
geopolitico che oppone gli USA a vari nemici, un "classico".
Tutto
ciò ci ricorda un fatto che si è voluto apertamente nascondere a noi
comuni mortali che viviamo nel mondo delle rappresentazioni a non della
realtà. Come ogni analista razionale sa dall’inizio, l’Ucraina ha un
terzo della popolazione della Russia, forse anche meno. Alla lunga,
visto che il conflitto è di tipo tradizionale ovvero regolato dalla
regola dei “boots on the ground” ovvero del numero di uomini che si
mettono in campo, l’Ucraina perderà quello che i russi decideranno di
esser in grado di prendersi. Nessun ha mai pensato di poter invertire
questa semplice equazione basilare. Da sempre, s’è trattato di far
pagare un prezzo ai russi per questa prepotenza di modo da farli alzare
dal tavolo sospirando che “il gioco non valeva la candela”. Il confitto
in Ucraina è solo una puntata di un lungo e più ampio conflitto che gli
Stati Uniti si apprestano a portare avanti nei prossimi anni, forse
decenni.
Da ottobre, sul campo, non si sono verificati apprezzabili
cambiamenti del fronte. Se ne dovrebbe trarre la considerazione che la
questione è in stallo ed il verificato stallo dovrebbe portare a
trattare il finale di partita. Infatti, i cinesi hanno proprio ora
calato sul piatto i dodici punti della loro piattaforma che non è, né
può essere, una piattaforma per la pace. È una piattaforma per iniziare
un processo di trattativa che porti alla pace, una trattativa su come
iniziare una trattativa, un regolamento del gioco, non il gioco in sé.
Molte
cose non sappiamo. Ad esempio sappiamo che per diverse volte nei tempi
recenti, Zelensky ha dovuto far fuori vari tipi di vertice militare dopo
aver da tempo eliminato ogni dissenso politico, sociale e culturale
interno. È facile immaginare che un congruo numero di ucraini, pensando
al dopo, si domandi il senso di questa operazione in cui loro pagano per
far alzare il costo della candela per i russi, sapendo che tanto alla
fine avranno perso territorio oltreché uomini e sostanze.
Il costo
del dopoguerra per l’Ucraina è inimmaginabile e stante lo stato delle
finanze occidentali è dubbio verrà appianato dagli alleati. Per questo
uno dei dodici punti dei cinesi e la ventilata telefonata di Xi a
Zelensky, verteranno sul punto “chi mette i soldi per il “dopo”?”. Da
tempo i cinesi investivano in Ucraina prima della guerra, essendo oggi
gli unici ad avere soldi da mettere sul piatto per il dopo, Xi farà
presente il costo della sua candela suggerendo a Zelensky di valutare
bene che tipo di gioco fare. Da cui l’evidente nervosismo americano
verso l’iniziativa diplomatica del cinese. Stante che nel 2024 si vota
in America per le presidenziali e diciamo dalla seconda metà di questo
anno, quanto gli americani spendono e spandono per l’Ucraina diventerà
tema di battaglia elettorale. Toccherebbe quindi sbrigarsi perché la
finestra di opportunità per gli americani tende a chiudersi questa
estate e poiché è improbabile la famosa controffensiva primaverile
ucraina per ridurre lo svantaggio, il tempo di gioco si restringe.
Stante
questo abbozzo di quadro, ecco l’iniziativa della Corte Penale
Internazionale. Sicuramente Putin ma poi sarà la volta dell’intera
squadra di potere in Russia, verranno messi fuori gioco per il dopo. Il
dopo prevede che USA-NATO, Ucraina e Russia dovranno trovare un accordo
di pace, ma l’attuale dirigenza russa deve esser messa fuori gioco,
questo è parte del prezzo che dovrà pagare. Per buona parte dell’anno di
conflitto si sono sentite analisi che prospettavano la possibilità di
far crollare il potere russo dal di dentro. Ovviamente erano solo
narrazioni, chi maneggia l’argomento sapeva benissimo che la guerra
avrebbe prodotto esattamente l’effetto inverso. Ma l’idea che il prezzo
previsto dagli americani sarebbe stato la perdita del potere non per
spinta interna, ma esterna, era un fondamento. Poiché siamo in totale
assenza anche della benché minima possibilità di sapere cosa accade in
Russia dietro le quinte visto che tra i primi atti di conflitto c’è
stato il ritiro di ogni giornalista ed analista occidentale da Mosca e
dato che tutto ciò è stranoto a Putin ed i suoi circostanti, chissà cosa
stanno preparando i russi per il “dopo”.
Nel 2024, tra l’altro, si
vota anche per le presidenziali russe. A quanto ne sapevo prima della
guerra, Putin aveva espresso più volte l’idea di farsi da parte.
Probabilmente qualche acciacco di salute ce l’ha davvero (da cui lo
spunto propagandistico usato dagli americani i primi mesi), sta lì da
diciotto anni ma in realtà anche di più considerato il condominio con
Medvedev, pare fosse preso da una divorante passione per gli studi
storici (si ricorderà l’ora e passa di discorso televisivo un giorno
prima l’inizio del conflitto) nonché desideroso di godersi gli ultimi
anni coi suoi affetti. Il toto-sostituto ha impazzato sulle riviste di
studio di relazioni internazionali americane per lungo tempo, prima
dell’inizio del conflitto, Shoigu era dato favorito al booking e Shoigu
sarà il prossimo obiettivo della Corte Penale.
All’inizio del
conflitto pensavo che Putin avesse previsto che gli effetti della sua
decisione di invasione gli sarebbero costati alla fine l’ostracismo, ma
poiché aveva egli stesso previsto il finale ritiro aveva anche pensato
che tanto valesse far di necessità virtù ed uscire alla fine dalla
cronaca per entrare nella storia. Putin avrà pensato che fosse bello
leggere la storia ma scriverla era anche meglio.
Oggi sappiamo che
l’operazione “alza il prezzo della candela” avrà la spinta dell’uranio
impoverito. E’ ovvio che lì dove verranno sparati i proiettili
all’uranio impoverito non si potrà vivere più per lungo tempo. Quindi,
sì prendetevi questo lembo di Ucraina, ma poi che ci fate? Sempre che i
russi non rendano pan per focaccia alzando il livello dello scontro.
Essendo gli americani su un altro continente cosa importa loro? Anzi,
più malefatte compiono i russi più alto sarà il prezzo della candela,
poco importa se il nuovo livello è stato inaugurato dagli inglesi, la
macchina narrativa cancellerà la realtà sovrascrivendo la narrazione
come fa da un anno esatto.
Del resto, qui da noi, siamo in un
sistema in cui l’annuncio dei nuovi proiettili ecologici che riciclano
le scorie atomiche lanciandole sulla terra altrui è stato dato da una
signora (?) che è stata nominata nove anni fa Baronessa Goldie, di
Bishopton nella contea del Renfrewshire e come tale è diventata “pari
“della Camera dei Lord a vita. I Lord (ce ne cono temporali ed anche
spirituali) sono pari tra loro perché nell’insieme sono dispari con il
resto del popolo. Una nobile aristocratica non eletta democraticamente
parlamentare a vita e tuona a difesa della democrazia contro l’orrida
autocrazia, se lo leggessi su un libro di storia mi verrebbe da
sorridere amaramente.
Ma tanto chi si accorge più del fatto che
siamo finiti in una superlativa performance del teatro dell’assurdo?
Bello leggere le pièce di Jarry, Beckett, Pinter, Ionesco, Genet, meno
starci dentro.
[Nella foto la baronessa Annabel MacNicoll Goldie sottosegretario alla Difesa britannica. Però, che belle certe tradizioni, gli inglesi danno potere ai baroni dal 1215 e poi vengono a dirci che sono democratici e liberali, che grande popolo]
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