Nei prossimi giorni buona parte delle Banche nel Mondo saranno predisposte e operative nell’implementazione di questi protocolli, e ci si sta quindi preparando ad un forte ritracciamento dei mercati azionari, in quanto molte Banche e Fondi di investimento svolgono un corposo ruolo nel mantenere la liquidità all’interno degli stessi come anche nel trading delle Crypto.
Anche la SEC lancia l’allarme sugli investimenti in criptovalute per diversi motivi. Addirittura la stablecoin Tether deve affrontare il controllo normativo nei prossimi giorni. Questi investimenti come ho sempre spiegato, sono di natura altamente volatile e speculativa, oltre al fatto che la mancanza di protezione degli investitori su molte piattaforme, rende questi ultimi vulnerabili a potenziali perdite. Inoltre, molte società di Crypto potrebbero non aderire alle leggi federali applicabili sui titoli, aumentando ulteriormente il rischio. La scorsa settimana, il Wall Street Journal ha pubblicato un rapporto esclusivo secondo cui le persone dietro la stablecoin Tether e lo scambio di asset digitali Bitfinex “hanno utilizzato documenti falsificati e società di comodo” per garantire l’accesso ai servizi bancari già nel 2017.
Tra i dettagli più intriganti nel rapporto WSJ c’è il ruolo della Signature Bank con sede a New York , che, fino alla drammatica implosione dei giorni scorsi della Silvergate Bank con sede in California , era una delle uniche due banche statunitensi che gestivano un volume significativo di transazioni per scampi in criptovalute. Quindi ricapitolando qualora Theter non dovesse superare i controlli normativi della SEC, potrebbe essere bloccata dal sistema portandosi giù anche il Bitcoin e l’Ethereum. Queste ultime sono anche sotto tiro da parte di Russia e Cina che si preparano a bannare il loro utilizzo, a fronte del nuovo sistema quantistico più moderno ma soprattutto trasparente e non legato a Stablecoin come Theter che intrinsecamente parametra il suo valore al Dollaro Americano.
Anche in molti Paesi africani è in atto questo passaggio come il Kenya. Infatti il Kenya Bankers Association (KBA) ha annunciato che la Automated Clearing House (ACH) è stata ora aggiornata allo standard ISO 20022, uno standard internazionale aperto usato dalle istituzioni finanziarie per scambiare informazioni per migliorare costantemente l’infrastruttura del sistema di pagamento, fornire sistemi più efficienti e solidi in linea con la strategia e la visione del sistema nazionale di pagamento del settore e guarda caso proprio il Kenya ha sottoscritto un accordo con gli Emirati Arabi Uniti ( UAE ) e l’Arabia Saudita per comprare il petrolio con la propria moneta nazionale, lo scellino ( Codice ISO 4217: KES ) anzichè in dollari USA ! Di fatto entrando nel comparto BRICS.
Come in Africa così in Europa. Infatti la Banca centrale europea sta aggiornando il principale sistema di pagamento europeo attraverso il consolidamento del sistema TARGET2. TARGET2 è una piattaforma di regolamento in tempo reale con sede in Europa che elabora fino al 90% del volume totale dei pagamenti in euro nel mondo. Questo sistema è utilizzato dalle banche centrali e commerciali e da altri istituti finanziari per gli accordi reciproci. Gli esperti finanziari definiscono la transizione al sistema di pagamento TARGET2, una “rivoluzione positiva”, che sposterà contemporaneamente tutti i partecipanti al sistema verso un’infrastruttura di pagamento tecnologicamente più avanzata e di qualità superiore della zona euro. Quindi più di 1.000 banche europee sono passate al nuovo sistema contemporaneamente nei giorni scorsi.
Convergere verso una multipolarità di monete nazionali “Asset Backed” è l’unica soluzione per l’intero sistema finanziario e sta avvenendo. Come ampiamente descritto in questi anni la Rivalutazione Monetaria ( RV ), cambierà gli equilibri geopolitici in tutto il Mondo, senza risparmiare però grandi scossoni al mercato azionario globale, specialmente nel comparto Bancario. Questo crollo imminente viaggia di pari passo al cambio di sistema. I crolli finanziari come le rivoluzioni si dice siano impossibili finché non sono inevitabili. In genere procedono per fasi. Da quando le banche centrali hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse in risposta all’aumento dell’inflazione, i mercati finanziari sono stati sotto pressione. Il salvataggio di diverse Banche dovrebbe prevedere emissione di nuova liquidità da parte delle Banche centrali che andrebbe solo ad aumentare ancora di più l’inflazione in un circolo vizioso senza fine e ormai è ora di tirare giù le carte per scoprire che punto si ha in mano. E’ successo negli USA e sta ora accadendo in Europa con Credit Suisse e Deutsche Bank, la cui sede di Londra è stata venduta in questi giorni per 257 milioni di Sterline ad una società Malese, e probabilmente la prossima a subire le più forti ripercussioni che potrebbero essere l’innesco per l’uscita della Germania dall’Europa stessa e l’ingresso nei paesi del BRICS, avvenimento che ormai sembra imminente.
Se vogliamo comunque fare una analisi tecnica della situazione dei mercati possiamo riassumere lo scenario come segue. L’indice S&P500 è sceso di circa il 20 %. Le più grandi società tecnologiche statunitensi, tra cui Apple, Microsoft, Alphabet e Amazon, hanno perso circa 4,6 trilioni di dollari di valore di mercato. La crisi dei “gilt” britannici, ovvero le obbligazioni del governo del Regno Unito in sterline emesse da HM Treasury e quotata alla Borsa di Londra del settembre 2022 potrebbe essere costata 500 miliardi di dollari . Il 30% dei paesi dei mercati emergenti e il 60% delle nazioni a basso reddito affrontano una crisi del debito . I problemi hanno ora raggiunto il sistema finanziario, con le banche statunitensi, europee e giapponesi che hanno perso circa 460 miliardi di dollari di valore di mercato nel marzo 2023. Tassi più elevati hanno comportato perdite non realizzate sugli investimenti superiori a 600 miliardi di dollari alla fine del 2022 presso le banche statunitensi assicurate dalla Federal Deposit Insurance Corporation. Se si includono altre attività sensibili all’aumento degli interessi, la perdita per le sole banche americane potrebbe essere di circa $ 2.000 miliardi . A livello globale, la perdita totale non realizzata potrebbe essere da due a tre volte superiore. E’ più chiaro così il quadro generale?
Il crollo dei mercati azionari quindi possiamo dire sia imminente. Mi chiedo quindi adesso cosa succederà quando il sistema finanziario statunitense, epurato dalla turpe pratica della Riserva frazionaria tanto cara ai nostri esperti della contro informazione, applicherà i protocolli ISO20022 ( rimasto per ultimo ) e trasformerà di fatto il dollaro fiat nello USN emesso dalla Treasury e non più dalla FED, con copertura di asset reali. La bolla del vecchio dollaro scoppierà, deflagrando all’interno dell’intero sistema e spingendo alcuni degli stati federali a chiedere l’indipendenza dagli USA. Il Texas probabilmente sarà la prima Nazione a muovere questo passo come scrissi due anni fa in un mio articolo sul TEXIT.
Ogni crollo della Borsa degno di questo nome, avviene di solito nel così detto Black Friday, quindi vediamo cosa succederà fra pochi giorni, ovvero Venerdì 31 Marzo.
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