La nuova era multipolare è di fatto iniziata ma a Washington e a Bruxelles non se ne sono accorti
di Luciano Lago
L’attuale
fase geopolitica è segnata da una serie di avvenimenti che sono
destinati a cambiare per sempre l’ordine internazionale che fino ad oggi
abbiamo conosciuto.
Il più importante di questi ultimi avvenimenti è
il vertice tenutosi a Mosca 22-23 marzo fra il presidente cinese Xi
Jinping ed il suo omologo russo Vladimir Putin. Questo vertice ha
prodotto una serie di decisioni di entrambi i protagonisti da cui è
scaturita una dichiarazione congiunta che segna l’inizio di una nuova
era globale su più di un livello e da più di una prospettiva.
Il
vertice ha segnato l’avvio sostanziale dell’alleanza delle due
superpotenze che di fatto costituiscono un blocco che rappresenta il
polo d’attrazione per tutti i paesi che vogliono aderire ad un nuovo
ordine internazionale caratterizzato dalla multipolarità e dalla
finalità di sviluppo e stabilità, nel rispetto delle culture e dei
sistemi vigenti in ogni paese. Questo è un ordinamento che si
contrappone al blocco occidentale, capitanato dagli Stati Uniti, che si è
sempre basato sul predominio di una sola potenza e su regole arbitrarie
create per gli interessi di questa.
Sintomatiche sono le
ultime frasi con cui Xi Jinping ha salutato il suo ospite che sono state
un annuncio all’umanità, e non solo ai popoli dei due Paesi, sulle
prospettive e le dimensioni della cooperazione tra Cina e Russia.
Non
tutti sono consapevoli degli effetti di questi cambiamenti e non a caso
i principali protagonisti del precedente assetto del mondo, gli stati e
le elite di potere anglosassoni, si aggrappano alle loro fobie
ossessive (dalla russofobia alla sinofobia) per convincersi di mantenere
il dominio globale che risulta ormai irrimediabilmente perso. Questo
mentre i falsi media occidentali hanno cercato in tutti i modi di
minimizzare il significato del vertice e di screditare i protagonisti.
L’ultimo tentativo è stato il mandato di arresto contro Putin, un gesto
di disperazione dell’occidente, privo di qualsiasi valenza giuridica,
che non sa come demonizzare e screditare il suo principale avversario
del momento. Un’ azione che scredita principalmente la stessa Corte che
lo ha emesso come struttura di parte e organismo di propaganda del
blocco atlantista.
Di contro vengono a cadere le
argomentazioni propagandistiche del blocco atlantista circa la
contrapposizione fra democrazie e autocrazie, una formuletta di comodo
che tende a coprire la contraddizione fra sviluppo e contenimento dello
sviluppo, e tra giustizia globale e politica di potere, oltre alla
democrazia nelle relazioni internazionali, che soddisfi il rispetto
dell’equità e della giustizia internazionali, secondo le affermazioni
dei due leader.
Quiesto incontro ha segnato peraltro il
doppio fallimento della strategia americana, quella di isolare la Russia
e di contenere la Cina, vista l’adesione di fatto a questo blocco ed ai
nuovi organismi come i BRICS e l’accordo di Shangai da un sempre
maggior numero di paesi. Le adesioni provengono da paesi dell’Asia, del
Medio Oriente, dell’Africa e dell’America Latina. A nulla sono
servite le pressioni, i ricatti e la minaccia di sanzioni che Washington
ha messo in atto per scoraggiare i governi dal dissociarsi dalle
politiche sanzionatorie attuate dagli Stati Uniti e dai loro vassalli
europei canadesi.
La
stragrande maggioranza dei popoli del mondo oggi si dissocia
dall’occidente atlantista e si avvicina al nuovo blocco Russia Cina. Una
disfatta per gli egemoni statunitensi che vedono messo in pericolo
anche il predominio del dollaro e delle istituzioni finanziarie da loro
controllate. Oggi esistono alternative create da Pechino che servono a
finanziare i vasti programmi di sviluppo messi in atto con la Belton
Road e altre iniziative.
Quello che era il G7 dei sette paesi più
industrializzati del mondo viene messo in ombra da un nuovo G2
Cina/Russia che dispone di un PIL che compete con la somma dei paesi più
industrializzati. Se a questo si aggiunge l’India, l’Indonesia, il
Brasile, il Sud Africa e gli altri paesi del sud del mondo, si comprende
come l’assetto del mondo stia cambiando a scapito della vecchia
supremazia occidentale.
Di contro al declino della vecchia supremazia statunitense ed all’Europa ridotta ad uno stato di vassallo degli americani,
ininfluente sulla scena internazionale, si distacca il dinamismo delle
iniziative della Cina che riesce a pacificare le vecchie ostilità in
Medio Oriente tra Iran e Arabia Saudita e ottiene di ridisegnare un
nuovo eqiuiibrio nella regione che prescinde dagli Stati Uniti. La
stessa Cina che si propone come mediatore nel conflitto ucraino ma che
viene seccamente rifiutata da Washington che persegue i suoi fini
(illusori) di logoramento e distruzione della Russia.
La
proclamazione continua, da parte dell’Amministrazione Biden,
dell’ordine internazionale basato sulle regole” , quale mantra della
propaganda di Washington, si è rivelata ormai una coperta retorica che
vuole occultare la volontà egemonica statunitense di mantenere la
propria dominazione ed il proprio controllo su un mondo che li
rifiuta.
La maschera è però caduta e il “re è nudo”, con gli Stati
Uniti che appaiono per quello che sono: un Impero in fase di
sgretolamento, lento ma inesorabile.
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