Lo scontro fra Occidente e Russia diventa esistenziale ed ideologico
di Luciano Lago
Come
altre volte abbiamo sostenuto, il conflitto in atto in Europa,
combattuto sul suolo dell’Ucraina, è molto più che un conflitto di
carattere geopolitico combattuto per gli interessi delle superpotenze:
da una parte la NATO, quale braccio militare dell’egemonia USA che
sostiene l’esercito ucraino, dall’altra la Russia. Una guerra per
procura che vuole la distruzione dell’avversario come esito finale.
In
realtà lo scontro si sta allargando fra quanti paesi hanno aderito alle
pressioni di Washington per l’invio di armi ed istruttori militari in
Ucraina e gli altri paesi, la maggioranza del sud del mondo, che
rifiutano le sanzioni alla Russia e si sono schierate per la neutralità o
per il sostegno a Mosca.
La Russia di Putin è consapevole che quella
che si sta conducendo in Ucraina è una lotta definitiva, a motivo della
radicale ostilità russofobica della elite statunitense che è disposta a
tutto pur di perseguire il suo obiettivo di distruzione della Russia
come stato e come civiltà.
Da tempo quella che era definita una
“operazione speciale militare”, da offensiva regionale per rispondere ad
una minaccia dell’Ucraina (possibile ingresso nella NATO ed attacco
alla Crimea), si è trasformata presto per la Russia in una guerra
esistenziale, visto l’appoggio massiccio dell’occidente globalista e
liberale coalizzato contro la Russia.
Il conflitto è cambiato
radicalmente, dopo sei mesi circa, in una guerra a tutto campo, una
guerra di civiltà tra il liberalismo occidentale globalista, trans
gender, antiumanista, contro la Russia che rappresenta un diverso tipo
di civiltà, legata alle sue radici tradizionali, spirituali, anti
progressista e antagonista della visione globalista e transumanista
dell’occidente.
La deriva dell’Occidente post-cristiano si
basa sulla disumanizzazione dell’uomo, sul primato della pseudo scienza,
essendo questa la peculiare caratteristica della ideologia liberal
globalista dominante in occidente. Questa è una vera sfida sia per i
valori religiosi che per i valori dell’umanesimo secolare.
I russi in
questo frangente si propongono come difensori della tradizione e
dell’identità e avversano l’ideologia occidentalista che viene vista
come una patologia diabolica; infatti questa in occidente costituisce la
base di una nuova religione, una dittatura anticristiana che tende a
perseguitare ed emarginare coloro che non sono d’accordo.
Tuttavia,
nel perseguire questo percorso, le stesse elite occidentali si sono
condannate all’isolamento rispetto ad un maggior numero di paesi che
condannano questa ideologia come perversione, dall’India alla Cina, ai
paesi islamici ed a quelli africani.
La Russia quindi, impersonando
la difesa della tradizione e delle leggi naturali, non è sola ma ha
assunto un ruolo guida e si trova ad avere l’appoggio di molti altri
paesi che sono la maggioranza del mondo. Questa è la forza ideologica
che può essere trascinante per erigere un cordone sanitario attorno alle
società occidentali intrise della ideologia liberal globalista che,
anche nel resto del mondo, viene propagandata dalle centrali USA e dalle
ONG infiltrate e collegate a questi.
Il presidente Putin ha compreso
la grande forza che può acquisire la Russia come capofila di una
crociata anti occidentale e nei suoi discorsi emerge questa
consapevolezza. Non soltanto una alternativa geopolitica ma anche una
visione ideologica contrapposta a quella occidentale e anglosassone che
può trovare sostenitori anche nella stessa Europa, in coloro che non
sono mentalmente asserviti al vassallaggio politico e culturale
americano.
Ne
consegue che la vittoria della Russia potrebbe rappresentare una vera
svolta per tutti quelli che aspirano ad un mondo multipolare non più
dominato dalle strutture di potere politico, finanziario, militare ed
ideologico dell’occidente a guida USA.
Questo spiega il favore con
cui molti paesi si avvicinano ai nuovi blocchi come i BRICS e l’accordo
di Shangai, dove non ci sono paesi dominatori ma tutti sono soci nella
cooperazione e nello sviluppo.
In definitiva la Russia si batte per la instaurazione di un nuovo ordine multipolare non più dominato dall’occidente globalista.
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