Inchiesta Covid, Conte e Speranza indagati a Bergamo: epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo
Potrà mai esserci una vera giustizia terrena per tutto questo? Potrà mai l’Italia delle stragi di Stato sempre impunite per i livelli superiori, degli omicidi eccellenti mai puniti fino in fondo, della strategia della tensione mai attenuata ma sempre insabbiata, delle false rivoluzioni poi perenni restaurazioni, trovare vera pacificazione nazionale e pubbliche verità, che sarebbero pìù importanti persino delle sentenze dei processi?
Potrà mai succedere tutto questo in un’Italia che sta compromettendo, giorno dopo giorno, il suo avvenire e quello dei propri figli portandoli ciecamente verso la terza guerra mondiale?
Consapevoli che il paese dove tutto va cambiato, perchè tutto rimanga com’è, ha sempre trovato i suoi rattoppi ed i suoi accomodamenti a scaricabarile sull’ultimo ed il penultimo della fila, vale la pena provare a raccontare gli sviluppi che nasceranno dall’inchiesta della procura di Bergamo. Perchè forse è proprio cercando di informare obiettivamente che si puo’ essere utili.
Ha spiegato il procuratore capo Antonio Chiappani, bergamasco: “Ci sono molte difficoltà tecniche ma il mio obbiettivo è che la gente sappia quello che è successo” (1). La Guardia di Finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per un totale di venti indagati. Per i casi dell’ex Primo Ministro Giuseppe Conte (epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo) e dell’ex Ministro della Salute Speranza (a cui i pm contestano epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio) la documentazione sarà trasmessa al Tribunale dei ministri.
Tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia, oggi al suo secondo mandato, Attilio Fontana e l’ex assessore Giulio Gallera; Il presidente dell’Istituto superiore della sanità Silvio Brusaferro; il coordinatore del primo Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo; l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ed il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.
L’inchiesta è su tre livelli: locale, nazionale e internazionale, e arriva fino all’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’ex funzionario dell’OMS Francesco Zambon ha accusato Ranieri Guerra – ex direttore vicario – di aver artefatto la validità del piano pandemico postdatandolo – dal 2006 al 2017 – per affrontare la crisi sanitaria, facendolo sembrare aggiornato). E’ stata guidata dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota e riguarda peraltro la mancata prevenzione: non aggiornamento e relativa attuazione dei piani pandemici a livello nazionale e regionale; la mancata istituzione a febbraio 2020 della zona rossa nei Comuni di Alzano lombardo e Nembro. “Le accuse formulate dai pm in merito alla mancata zona rossa hanno potuto contare sulla famosa consulenza del microbiologo Andrea Crisanti, oggi senatore Pd, assieme al medico legale Ernesto D’Aloja e all’ex direttore della Asl di Pavia Daniele Donati“. (2)
Chiappani, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il 28 gennaio scorso, aveva parlato delle indagini: “hanno accertato gravi omissioni nella valutazione dei rischi pandemici e nella gestione della prima fase della pandemia (3)”. Il riferimento è all’eccesso di mortalità registrato nella zona di Bergamo riscontrato tra fine febbraio e aprile 2020: 6.200 persone rispetto alla media dello stesso periodo degli anni precedenti.
AGI riporta il comunicato di un’associazione dei familiari delle vittime dopo la chiusura delle indagini: “I magistrati hanno individuato responsabilità precise nella gestione della pandemia che coinvolgono il settore politico e istituzionale. Da sempre ci siamo battuti per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Questa decisione non ci restituisce i nostri cari ma onora la loro memoria“.
Su tutti il commento di Conte: “Apprendo notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica” (4).
Noi siamo meno tranquilli, per ciò che abbiamo vissuto e viviamo da tre anni a questa parte e per ciò che conosciamo del passato e della Storia di questo Paese. Per il momento, le notizie che abbiamo in merito alla chiusura dell’inchiesta della Procura di Bergamo, sono talmente fresche da essere poche e frammentate. Cercheremo, alla nostra maniera, di tenervi aggiornati e di approfondirne il più possibile gli sviluppi.
Con l’auspicio che si faccia piena luce su quanto accaduto, senza illusioni ma col realismo di chi non abbassa mai la guardia di fronte al potere.
NOTE
(3) = Ibidem
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