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Si pensava fosse scienza, invece era Speranza: l’ultima svolta dall’inchiesta Covid
Dall’informativa della Guardia di Finanza depositata presso la Procura di Bergamo in riferimento all’indagine in corso a carico di 19 persone, tra esponenti del governo, tecnici e politici locali in carica durante la prima fase pandemica, emerge un chiaro quadro di commistione tra autorità politiche e scientifiche tale da rendere indefinibile il confine tra le due, con la seconda utilizzata come giustificazione per l’operato politico. Gli organi di governo hanno pesantemente interferito e utilizzato il Comitato Tecnico Scientifico, creato dal medesimo governo, e che avrebbe dovuto operare autonomamente per fornire dati, studi e suggerimenti col fine di concordare e legittimare l’operato del medesimo governo.
In un capitolo intitolato “Commistione tra Organo tecnico e Organo politico” dell’informativa della Guardia di Finanza – riportata da alcuni organi di stampa – si legge: «Il Cts era nato come ausilio e supporto tecnico scientifico per il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, anche se poi è diventato non solo un organo consultivo del potere politico». Inoltre, come si evince dai verbali, alle riunioni del CTS vi hanno partecipato, oltre lo stesso Ministro Speranza, il vice-ministro Pierpaolo Sileri, la sottosegretaria Sandra Zampa e, in alcuni casi, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Dunque, il governo partecipava alle riunioni del comitato di esperti istituito in ausilio e col presupposto della sua indipendenza.
Come riportato negli stralci pubblicati negli ultimi giorni, si legge che il 6 aprile del 2020 Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e allora portavoce del Comitato Tecnico Scientifico instituito durante la dichiarata emergenza legata al Sars-Cov2, manda dei grafici e dei dati a Roberto Speranza, allora Ministro della Salute, circa l’andamento epidemico positivo nel Paese per concordare la linea da adottare. In quel periodo la discussione prevedeva la possibilità, sulla base dei dati scientifici in possesso al CTS, di riaprire alcune attività dopo mesi di lockdown, la cui fine sarebbe arrivata un mese dopo. Speranza risponde a Brusaferro dicendo: «Domani tieniti sulle curve all’inizio [intese quelle del contagio, ripetute con bollettino giornaliero]. Poi vediamo domande. Due avvertimenti: 1) tutto quello che direte può finire fuori alla stampa. 2) se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive». A queste parole, Brusaferro risponde:«Ok. Quindi niente modelli come quello che ti ho mandato. Ci raccordiamo domani. Buonanotte». Dopo che, il giorno dopo, il Presidente dell’ISS e membro del CTS aveva svolto il compito dettato da Speranza, l’ex Ministro della Salute scrive: «Ottimo. Tenete duro ora». Brusaferro risponde in cerca di conferma: «Sufficiente?». Speranza ribadisce: «Ottimo». Brusaferro interroga Speranza sulla linea da tenere: «Glielo diciamo? Che prevediamo sempre la chiusura?». Speranza sentenzia: «Si. Chiaramente».
Dunque, l’ex Ministro Roberto Speranza diceva al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e membro del Comitato Tecnico Scientifico, Silvio Brusaferro, cosa egli dovesse o non dovesse dire. Addirittura, in un’altra conversazione, Brusaferro chiede a Speranza il permesso di partecipare alla trasmissione televisiva cui era stato invitato dalla giornalista Lucia Annunziata. La risposta di Speranza fu positiva, ma non senza rimarcare il dovere di tenere la linea concordata.
L’intento risulta molto chiaro ed evidente: manipolare l’opinione pubblica e giustificare così le decisioni politiche di restrizioni coercitive come il lockdown. In altre parole: niente rassicurazioni o note positive ma mantenimento della paura nella cittadinanza chiusa forzatamente in casa per mesi. Lo dice Speranza stesso nella conversazione sopracitata, all’avvertimento numero due che il Ministro della Salute volgeva allo scienziato: «se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive». Volere e convenienza politica. Niente scienza come invece sbandierato pubblicamente e ossessivamente dall’ex Ministro Roberto Speranza.
Conferma di quanto detto viene da una chat risalente al marzo del 2020, in cui Giuseppe Ruocco, componente del CTS, parla con una sua assistente e scrive: «Vogliono che anche noi siamo allineati [..] insomma i politici non dovrebbero dialogare con noi [..] dovrebbero ricevere i nostri suggerimenti e poi decidere». L’assistente risponde dando ragione a Ruocco e dice che si tratta di una «commistione pericolosa».
Sempre nel mese di marzo del 2020 avviene una discussione tra Speranza e Brusaferro, nel merito delle mascherine acquistate a milioni dalla Cina e risultate non idonee ad alcun tipo di protezione nei confronti di agenti patogeni quali i virus. Brusaferro dice a Speranza: «Sulla base dei dati consegnati non sembrano essere adatte alla componente sanitaria». Infatti, le mascherine non avevano ricevuto le certificazioni necessarie di attestazione di affidabilità e funzione. Sebbene Speranza abbia sempre ribadito l’importanza dei dispositivi di protezione come le mascherine, risponde a Brusaferro dicendo: «Non è materiale per personale sanitario. E neanche DPI. Sarebbe per cittadini comuni quando escono a fare spesa o altro». Quindi sorge la domanda: perché obbligare i «cittadini comuni» a portare mascherine per cui lo stesso Ministro della Salute in carica era a conoscenza che non avevano alcun elemento di reale protezione? Qual era quindi lo scopo di obbligare le persone a portare le mascherine se non proteggevano come invece sostenuto dallo stesso Speranza?
Sul tema della chiusura delle scuole si palesa la profonda subalternità della scienza (il CTS) nei confronti del Governo. Brusaferro dice a Speranza che il CTS è critico nei confronti di questa misura spiegando che non ci sono evidenze sul fatto che la chiusura delle scuole sia di beneficio nel contrasto alla diffusione del Sars-Cov2. Speranza è perentorio con Brusaferro: «Così ci mandate a sbattere». Alla risposta non gradita dello scienziato l’ex Ministro ribatte: «Non abbiamo tempo. Paese col fiato sospeso. Non si può dare segnale incertezza altrimenti si perde credibilità». Capito? Decidere di privare i bambini e i ragazzi di andare a scuola, apprendere e socializzare, non fu questione di scienza ma di credibilità.
La commistione è così palese ed evidente che non servono molte parole per affermare che le decisioni prese dagli organi politici sono state legittimate attraverso l’utilizzo del CTS per dare l’impressione di un operato basato esclusivamente su dati ed evidenze scientifiche, nell’interesse generale, quando invece le decisioni adottate seguivano solamente la volontà politica di chi si nascondeva dietro la cortina creata per tramite degli scienziati rispetto all’opinione pubblica e ai destinatari di misure coercitive adottate perlopiù con atti amministrativi.
[di Michele Manfrin]
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