Nel Regno Unito nasce “Don’t pay”: «bollette meno care o stop ai pagamenti»
Nel Regno Unito è nato “Don’t pay”, un movimento contrario all’aumento senza limiti delle bollette energetiche che intende lanciare un ultimatum al governo e alle multinazionali del settore: compromesso e riduzione dei prezzi o niente più pagamenti a partire dal 1 ottobre. La campagna, dotata di un proprio sito, ha già coinvolto più di 108.000 persone e punta a superare la soglia del milione, cifra considerata minima dal movimento per avviare l’azione collettiva. Il piano ruota intorno a una richiesta fondamentale, ovvero «la riduzione delle bollette energetiche a un livello accessibile». L’iniziativa, come si legge sul sito, ricalca un’idea realizzata nel Regno Unito alla fine dello scorso millennio, quando 17 milioni di persone si rifiutarono di pagare la Poll Tax, contribuendo alla caduta del governo e all’inversione delle sue misure più dure.
Da mesi il caro bollette sta colpendo milioni di famiglie in tutto il mondo, riducendo il loro potere d’acquisto e aumentando i casi di povertà. La crisi, a un mese dall’inizio dell’autunno, non mostra segni evidenti di regressione, con i prezzi dei beni energetici che crescono sempre più. Ieri, sul mercato di Amsterdam – snodo centrale e di riferimento per la Borsa europea in materia energetica – il gas ha superato i 246 euro al megawattora (+250% rispetto al 2021). In questo contesto si inserisce la nascita di “Don’t pay”, un movimento che punta a unire i cittadini e far fronte comune sul caro bollette. L’obiettivo è di «sedersi al tavolo con le compagnie energetiche per costringerle a porre fine alla crisi», ritrattando sul prezzo dei beni. D’altronde, la spinta popolare è uno dei gate-keeper delle Agende, tanto dei partiti quanto degli attori condizionanti (dunque anche le multinazionali energetiche). In altri termini, è in grado di far rientrare un determinato tema – in questo caso la riduzione delle bollette – tra le priorità degli enti.
[di Salvatore Toscano]
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