L’idea di governare il mondo non è di oggi, viene da lontano
Quello di governare il mondo è un prurito del potere che viene da lontano. Ci provarono, in passato, i romani, i persiani, i mongoli; in tempi più recenti i nazisti. Voler governare tutti è un’ambizione distopica che ha percorso le migliaia di anni in cui l’uomo ha camminato su questa terra.
“Da Alessandro Magno al dominio britannico, la storia, se è maestra di vita, ci insegna che nessun gruppo di uomini è in grado di conquistare il mondo – ci dice però James Miller -. È semplicemente troppo grande, troppo vasto e troppo complesso. L’umanità è troppo irrequieta per sedersi e prendere ordini da dittatori”.
Da quanto sopra, sempre secondo Miller, ne deriva che “analogamente, l’esito dell’interventismo non è senza conseguenze. Spesso ha effetti che non possono essere conosciuti in anticipo, e si rivelano di vasta portata. Coloro che criticano il declino del potere americano sulla scena globale, devono ancora imparare queste lezioni importanti”.
Che siamo nel bel mezzo del tentativo di fondare un nuovo ordine mondiale è evidente; che una parte di americani corrotti (i democratici, ergo i nazicom che hanno aderito all’ideologia internazionale socialista) sia protagonista di questo piano diabolico è altrettanto evidente. Quali saranno le conseguenze di ciò che sta accadendo, è invece ancora presto per dirsi. Ma che la democrazia (falsa istituzione di libertà) sia lo strumento usato per annichilire l’individuo e la libera scelta è del tutto lapalissiano.
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