La Grecia improvvisamente non è più il malato d’Europa…. i miracoli dell’euro!!!
Nonostante il netto peggioramento dei tanto cari parametri europei rispetto a quando agli ellenici fu imposta la firma del "memorandum", oggi la UE ritiene la Grecia un paese guarito e toglie la vigilanza. Intanto, mentre ci si chiede ancora come ragionano a Bruxelles, il popolo greco è allo stremo.
Fonte: Come Don Chisciotte
Ormai è chiaro, stante l’ampiamente prevista e devastante crisi in atto, a Bruxelles non sanno più come fare a tenere insieme tutte le balle su cui è stato costruito il sistema-euro.
Gli “Dei” che comandano la dottrina economica non hanno padroni, anche se il potere che ha partorito questa folle unione monetaria, ha creduto con estrema arroganza e mente diabolica di poterli comandare all’infinito oltre la scienza.
Il diavolo narcisista e manipolatore ha creduto e crede ancora di poter imporre e gestire una deflazione salariale infinita, fino alle soglie della schiavitù, con l’arrogante illusione che il popolo non se ne accorga.
Certo in Europa, in Grecia ed in Italia, sono molti ancora quelli che non si rendono conto di quello che è il disegno finale del diavolo, ma l’escalation di eventi che si stanno susseguendo nel resto del mondo non occidentale (che è la netta maggioranza), stanno certamente accelerando quello che è il processo di turditudine (dall’inglese turd, stronzo), che fa venire a galla le molteplici frodi su cui è stato costruito l’inganno dei popoli.
E’ notizia dei giorni scorsi che la Commissione europea non prolungherà la sorveglianza rafforzata della Grecia una volta scaduto il 20 agosto.
In una dichiarazione, la Commissione ha dichiarato che “a seguito di scambi con le autorità greche, anche alla riunione dell’Eurogruppo del 16 giugno, la Commissione riconosce che la Grecia ha rispettato la maggior parte degli impegni politici assunti all’Eurogruppo al momento della sua uscita dall’adeguamento economico programma nel giugno 2018 e che ha ottenuto un’efficace attuazione delle riforme, anche nelle difficili circostanze create dalla pandemia di Covid-19 e, più recentemente, dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina”.[1]
E’ opportuno ricordare, che la famosa firma del memorandum, con la quale i greci si impegnavano a ripagare ai creditori comunitari (banche del nord) il debito contratto di 230 miliardi, secondo gli analisti avrebbe imposto ad Atene di realizzare un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,4% del Pil per un decennio, e poi del 2,2% fino all’anno 2060 – qualcosa che nessun Paese dell’area dell’euro con una così precaria storia economica ha mai fatto.
Non solo a questo vanno aggiunti i contributi diretti da parte degli Stati membri europei, che citando un recente studio della Federal Reserve Usa, “il trasferimento reale di risorse dagli altri Paesi euro (Italia compresa) alla Grecia è stato pari al 43,7% del Pil ellenico”.
Dopo che nel 2018 l’Eurogruppo aveva chiesto di trasformare le ispezioni ad Atene da semestrali a trimestrali; e stabilito che le visite della Commissione sarebbero continuate sino a che la Grecia non avrà ripagato il 75% del suo debito da 230 miliardi – come d’incanto, arriva questa inaspettata benedizione che parrebbe mettere la Grecia fuori dal controllo della Troika.
Cosa è cambiato?
Eppure i famosi parametri economici che rappresentano la Bibbia per la commissione europea, non possiamo dire certamente siano migliorati. Anzi se guardiamo bene, il rapporto debito/PIL è letteralmente schizzato in cielo, rispetto a quando si ritenne di imporre alla Grecia le politiche lacrime e sangue, sotto la direttiva della Troika.
Per non parlare del debito privato che in virtù dei lockdown per il Covid e del caro prezzi energia ed alimentare, è letteralmente esploso, tanto da ipotecare il futuro di imprese e famiglie.
Insomma, nonostante che debito pubblico e privato siano esplosi, la famosa crisi del debito greco, che nel 2015 pareva mettere a rischio addirittura l’esistenza stessa dell’unione europea, oggi in base alla decisione di Bruxelles, parrebbe come d’incanto non esistere più.
Per chi ancora è in grado di usare un minimo di logica, se il debito greco non è più un problema oggi, è facile arrivare alla conclusione che non lo fosse neanche allora.
Non solo, il tasso di disoccupazione oltre il 12% dopo aver sfiorato la soglia monstre del 30% negli anni più bui, quella giovanile ancora oltre livelli accettabili (30%), un deficit delle partite correnti del 14% ed un tracollo degli investimenti esteri diretti ormai inarrestabile iniziato a cavallo del 2013 (-16%).
Di compenso lo spread non preoccupa più e sappiamo tutti perché: la BCE ha deciso di fare quello che al popolo greco fu presentato come la violazione del Santo Graal, ovvero il prestatore di ultima istanza.
Ed allora, di nuovo cosa è cambiato?
Per i radical-chic, la stampa main-strem di regime ed i colonnelli a guardia del potere come Mario Draghi ed il premier greco Mitsotakis, ogni spiegazione si dovrebbe racchiudere nella fine dell’ideologia del rigore imposta dei “falchi” di stanza a Bruxelles, dalla quale loro stessi vorrebbero chiamarsi fuori per dotarsi di una nuova faccia pulita e credibile per continuare a portare avanti il disegno elitario predatorio di cui sono i materiali esecutori.
Le cose non stanno così! quello che fu imposto alla Grecia e che oggi tutti noi possiamo ben comprendere non necessario, fu fatto con l’unico scopo di depredare una nazione ed un popolo dei loro risparmi e dei loro asset. Fu fatto in pieno contrasto con la dottrina economica applicando false teorie riguardo al debito e privandola della necessaria sovranità monetaria che di fatto l’ha trasformata da culla della democrazia a colonia dei poteri profondi nazionali ed europei.
E Mario Draghi, allora governatore della Banca Centrale Europea, fu uno dei principali per non dire il principale attore, di questo piano delinquenziale di morte di un popolo. Fu lui che impose con la forza al popolo greco, attraverso la chiusura delle banche, la firma sul memorandum con le conseguenti misure di austerità estrema, nonostante il popolo stesso, per mezzo della massima espressione di democrazia – ossia il referendum – avesse deciso di non firmarlo.
Con questa decisione di facciata, l’UE festeggia un disastro che per anni, senza la minima vergogna, è stato chiamato “salvataggio”.
Si legge che a favorire la decisione di togliere la vigilanza, possa essere stato il rimbalzo del PIL post-pandemia, cresciuto a 216,24 miliardi (+12,61%) – tacendo però che tra il 2019 ed il 2020 era crollato da 205,14 a 188,88 miliardi di euro (-7,92%); il quotidiano greco Kathimerini, indica nei dati sulla riscossione delle tasse presentati dal ministro delle Finanze supplente Thodoros Skylakakis che mostrerebbero un aumento di 799 milioni di euro a giugno (+24%), rispetto all’obiettivo fissato dal governo, come biglietto da visita per Bruxelles; per arrivare ai 18 milioni di presenze turistiche nel 2021, vicino al record del 2019 che ne contava 19 di milioni, dato che parrebbe aver letteralmente ammaliato i commissari europei.
Per smontare il tornaconto di questi dati – utili solo alla narrativa di Bruxelles – basterebbe andare a vedere come la Grecia già in passato avesse avuto molte più presenze turistiche (quasi 27 milioni nel 2015 e quasi 30 milioni nel 2016), rispetto ai dati attuali che tanto parrebbero impressionare positivamente la commissione europea.
Vi chiederete come mai le presenze turistiche sono in calo, semplice, oggi la Grecia, inserita appieno nei meccanismi e nelle logiche europee (politica del cambio fisso in primis), che la vedono approvvigionarsi di energia ed alimenti a prezzi altissimi e con una pressione fiscale tra le più alte in Europa, è di fatto non più competitiva con altre mete turistiche sue concorrenti, quali per esempio Croazia e Turchia.
Il reale motivo per cui a Bruxelles hanno deciso di risparmiarsi alcuni viaggi in Grecia è che hanno trovato nel premier Mitsotakis il Draghi di turno, ovvero colui che possa essere garante della Troika e dei poteri nazionali, affinché il disegno predatorio possa continuare.
Del resto hanno tolto la vigilanza, mica hanno azzerato il debito verso il mondo finanziario e lasciato libero il governo greco di poter percorrere la strada del deficit per riportare il paese alla piena occupazione ed a salari dignitosi per i lavoratori.
Non dimentichiamoci che, vigilanza attiva o no, un lavoratore greco prende 4 euro l’ora, che corrispondono ad un salario mensile che va da 600 a 700 euro circa mensili, a seconda che si lavorino 5 o 6 giorni a settimana.
Di compenso fa il pieno all’auto con 2,4 euro al litro e la spesa al supermercato a prezzi più alti che in Germania.
Una vita di stenti e povertà quasi assoluta per la maggioranza della popolazione.
Le figure come Draghi e Mitsotakis a capo di certi paesi, sono oggi ancora più essenziali per il Vero Potere, il quale deve concentrarsi su come fare a tenere in piedi questo sistema, che come ho spiegato all’inizio, si basa sulla follia della deflazione salariale infinita senza che il popolo possa rendersi conto di essere schiavo. Un sistema che prevede il rastrellamento totale del risparmio e degli asset, fino ad arrivare al sangue del popolo stesso.
Stanno lottando contro le leggi della natura e della dottrina economica, non sanno più come fare a tenere in piedi i cocci di questo esperimento rappresentato da questa unione monetaria, che vede la gente nel ruolo di cavie da sacrificare.
Mentre ENI incrementa i suoi utili di oltre il 600%, Draghi ci dice che dovremmo spengere i condizionatori e sottostare a determinati limiti di temperature il prossimo inverno, per colpa di Putin e della guerra in Ucraina. Forse è per questo che continua ad inviare armi a Zelensky, perché in caso la guerra finisca, non sapranno più a chi dare la colpa per coprire l’odierna e delinquenziale speculazione su energia ed alimenti, messa in atto dai poteri con la collaborazione dei governi.
Se non capite nemmeno così, Megas non sa più come farvelo capire!
di Megas Alexandros
Fonte: la Grecia improvvisamente non è più il malato d’Europa…. i miracoli dell’euro!!! – Megas Alexandros
NOTE
[1] Addio all’incubo del rigore Ue: così la Grecia ora sogna la ripresa – ilGiornale.it
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