I supereroi della DC forse han capito che l’ideologia woke non piace al pubblico
di IGNACIO GARCIA MEDINA
L’universo DC dei supereroi sta attraversando una grave crisi e il suo futuro è nell’aria. La fusione di Warner Bros. con Discovery potrebbe fungere da catarsi che ripristina la gloria di personaggi come Superman, Batman e Flash, ma potrebbe anche significare la loro definitiva caduta in disgrazia.
La realtà imita l’arte. Proprio come le storie nei fumetti – dove a volte infuriano battaglie interne tra gli eroi mentre i cattivi prendono il sopravvento – quello che sta succedendo con la DC internamente alla Warner Bros. Discovery fa parte di una guerra più ampia. In questo contesto si decide, da un lato, se gli studios debbano scommettere sullo streaming o sui teatri, e dall’altro, se debbano prevalere l’intrattenimento o l’ideologia.
Il cinema dei supereroi è stato il chiaro dominatore della cultura popolare negli ultimi dieci anni, con la Marvel, di proprietà della Disney, che è stata la vincitrice assoluta in questo campo. Convinta della sua supremazia, influenza e immunità, la Disney ha trasformato i suoi film sui supereroi in veicoli di propaganda progressista.
La DC, mentre era nelle mani del regista Zack Snyder, ha cercato di competere con la Marvel presentando i suoi film più oscuri e seri – come se fosse mitologia classica -, ma ha subito una battuta d’arresto al botteghino.
Impazienti, i dirigenti della Warner Bros. hanno abbandonato la strategia di differenziazione iniziale di Zack Snyder per cercare di assomigliare alla Marvel. Negli ultimi anni, i film sui supereroi della DC hanno basato la loro narrativa e tutta la loro promozione su argomenti progressisti, come la diversità, l’inclusione e il “potenziamento” femminista.
A titolo di esempio, abbiamo le differenze tra il primo Wonder Woman e il suo sequel, i famigerati film di Harley Quinn e il contrasto tra la versione di Justice League di Zack Snyder e quella di Joss Whedon.
Queste ambiguità e la mancanza di fiducia nella propria strategia ci hanno lasciato con un Universo DC in una situazione molto delicata e quasi terminale. Inoltre, coincide con un calo di interesse per i supereroi, forse dovuto al fatto che il pubblico si è stufato di un genere ipersfruttato.
Con la fusione di Warner Bros. con Discovery, il nuovo management sta prendendo una serie di decisioni drastiche che possono significare la salvezza del franchise, o la sua morte definitiva. Nelle ultime settimane, la nuova direzione di Warner Bros. Discovery ha generato situazioni insolite nel settore. Il film di Batgirl, con un budget di 90 milioni di dollari e quasi finito, è stato definitivamente cancellato e non uscirà mai nelle sale. Il film Flash, che è costato 200 milioni di dollari, potrebbe subire la stessa sorte. E le voci suggeriscono che non ci sia fiducia nel sequel di Aquaman, intitolato The Lost Kingdom.
Analogamente, col passaggio di testimone, la controllata HBO Max ha visto tagliare la propria forza lavoro del 14%, il che potrebbe indicare un totale ribaltamento della formula adottata dal precedente dirigente dopo la pandemia, che era quella di scommettere sullo streaming a scapito delle sale cinematografiche.
Il travolgente successo nelle sale di film come Top Gun: Maverick , che non si è fatto intimidire dalla pandemia e ha atteso pazientemente l’uscita nelle sale e non online, sembra lanciare un segnale alla nuova dirigenza della Warner Bros. Discovery. Ma a parte la sua formula di distribuzione, la Warner potrebbe imparare qualche altra lezione da Top Gun: Maverick?
GO WOKE, GO BROKE?
La cancellazione di Batgirl, le incertezze con The Flash e i dubbi su Aquaman 2, potrebbero nascondere ragioni strategiche e ideologiche dietro un’apparente decisione meramente contabile e commerciale.
Ufficialmente, la cancellazione di Batgirl sarebbe basata su problemi contabili, poiché annullarla consentirebbe alla Warner Bros. Discovery di mitigare le perdite che sarebbero causate da un prevedibile nuovo fallimento del suo DC Universe di supereroi. Ma a guardarlo, tutta la pubblicità che aveva circondato il film durante la sua produzione si era concentrata su questioni woke, come la sua protagonista che era una donna latina e i suoi registi musulmani.
Inoltre, in apparenza, i problemi che circondano The Flash hanno a che fare con la polemica che ha recentemente circondato il suo protagonista, Ezra Miller, che è stato accusato di gravi reati che includono aggressione, rapina, sequestro di persona e corruzione di minori.
Ma dobbiamo ricordare che prima che questi scandali si rivelassero, e prima che Ezra Miller se ne uscisse chiedendo perdono e promettendo di riabilitarsi dai suoi gravi problemi mentali, i media progressisti lo esaltavano come simbolo della nuova mascolinità per via del fatto che partecipava ai galà vestito in abiti da donna e per aver chiesto di essere usare nuovi pronomi dopo essersi dichiarato non binario.
Da parte sua, il seguito di Aquaman è stato additato dal circo mediatico che circonda il processo alla sua protagonista femminile, Amber Heard, che ha provocato un vero terremoto nelle fondamenta del movimento politico #MeToo. Insomma, sembra esserci un fattore comune in tutti i grattacapi della nuova direzione della Warner Bros. e questo potrebbe essere che l’acronimo WB cominciava ad essere associato più al motto “go Woke, go Broke” che al cognome dei famosi fratelli Warner.
Tutte le mosse commerciali e le decisioni relative ai film del DC Universe potrebbero in realtà essere dovute a un cambiamento della deriva ideologica che ha caratterizzato questa azienda – e quasi l’intero settore – negli ultimi anni. L’ovvia politicizzazione dell’intrattenimento ha aperto un divario sempre più ampio tra ciò che il pubblico sta dimostrando di apprezzare e ciò che i dirigenti hanno recentemente promosso, in perdita.
Il successo di film e serie privi di ideologie woke come Top Gun: Maverick e The Terminal List contrasta con la crisi che sta attraversando l’intrattenimento in generale, e il sottogenere dei supereroi in particolare. Con la Disney totalmente devota al progressismo radicale e sempre più messa in discussione, e con Netflix che cerca di rimuovere l’etichetta woke dopo le sue cadute sul mercato azionario, forse ora anche Warner Bros. Discovery sta cercando di uscire dal corsetto ideologico progressista per prendere il volo.
Resta da vedere se Warner Bros. Discovery e il DC Universe hanno ancora tempo per correggere la loro posizione, o se è già troppo tardi per i supereroi. Forse quello che sta dando segni di esaurimento è la formula Marvel, e non il genere stesso. Il successo travolgente di The Boys su Amazon Prime Video o l’approccio di Sony a Spider-Man potrebbero essere segni di speranza per la DC.
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE – TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
https://elamerican.com/warner-bros-discovery-universo-dc/?lang=es
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