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Agenda 2030: la distopia mondiale pianificata nei dettagli dall’ONU
Tra il “Grande Reset 2030”, elaborato dalle teste d’uovo del World Economic Forum, e “l’Agenda 2030” dell’Onu c’è un filo rosso che porta direttamente a quell’idea corporativista, ergo fasciocomunista, secondo la quale la soluzione migliore per l’umanità sarebbe quella di ridurre ogni individuo ad una specie di monade eterodiretta (senza privacy, senza diritti di proprietà, ma felice) da un governo mondiale fondato sulla tecnocrazia.
Si tratta di un progetto che viene da molto lontano, come ci ha spiegato con dovizia Davide Rossi nel suo penultimo libro, mettendo a nudo i progetti della Fabian Society, potentissima congregazione di illuminati ispirati dal marxismo, che risale al lontano 1884.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite gioca un ruolo preponderante in questo diabolico piano transumanista. Forte dell’adesione di quasi duecento paesi, l’Onu (la cui prima apparizione risale alla fine Prima Guerra mondiale in veste di Società delle Nazioni, per volere di Woodrow Wilson) rappresenta da tempo quel grande leviatano che – coi soldi dei contribuenti – spinge la società (soprattutto quella occidentale) verso forme di obbedienza fondate su diritti inesistenti, su catastrofi continuamente annunciate, su emergenze create ad arte, su un sistema economico fallace, su guerre avallate surrettiziamente e su dettami propri dell’ideologia politicamente corretta, abbracciata da tempo dalla sinistra internazionale.
Dopo le Agende del passato, prodromiche alla creazione dello scenario attuale – volutamente implementato con una finta pandemia -, quella definita “2030” è il precipitato finale di quella distopica visione per cui, a suon di accordi con i singoli Stati, vengano dettate regole su tutto, ovvero in materia di economia, salute, povertà, migrazione, natalità, sistemi monetari, identità digitale, controlli ambientali, controllo dei mercati agricoli, salario di sussistenza universale, sistemi di governo, ecc.
L’Onu, non lo si dimentichi, ha partnership e accordi strategici con i paesi membri, con oltre 100 organizzazioni non governative (un’altra disgrazia composta di una miriade di inutili parassiti foraggiati dai soliti noti), con Fondazioni come quella di Bill e Melinda Gates, con la Banca Mondiale e, ovviamente, col Wef. Ha sviluppato una miriade di organizzazioni collaterali peraltro, tra le quali le più aggressive sono l’Unesco (il cui primo direttore fu proprio un fabiano, Julian Huxley) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), capeggiata da un marxista leninista africano con precedenti penali da brivido.
L’Onu, insomma, ha in animo di sponsorizzare un governo globale che, utopisticamente, garantisca l’assenza di povertà e di discriminazioni, l’assistenza sanitaria planetaria, l’energia pulita e sostenibile, l’assenza di disuguaglianze nella distribuzione del cibo, un salario di sussistenza universale e la lotta al cambiamento climatico (che non ha certo origini antropogeniche), al fine di salvare un pianeta (Gaia) che non è mai stato così in salute come oggi. In pratica, l’Onu è – seppur ammantata di buonismo in dosi massicce – la capofila di un nuovo ordine mondiale, intenzionato a controllare chiunque ed ovunque.
Passiamo, dunque, in rassegna gli obbiettivi e le strategie di questo consesso di psicopatici nazicomunisti. Anzi, lascio la parola al dottor Robert W. Malone, che da sempre è in prima fila nel combattere la guerra che il mondialismo ha dichiarato alla libertà. Eccoli:
- Garantire una significativa mobilitazione di risorse da diverse fonti, anche attraverso una maggiore cooperazione allo sviluppo, al fine di fornire mezzi adeguati ai paesi in via di sviluppo, in particolare a quelli meno sviluppati, per attuare programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutti i suoi aspetti.
- Creare quadri politici solidi a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e sensibili alle questioni di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di eliminazione della povertà e di protezione dai conflitti.
- Correggere e prevenire le restrizioni e le distorsioni commerciali nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione parallela di tutte le forme di sussidi all’esportazione di prodotti agricoli e di tutte le misure di esportazione con effetto equivalente, in conformità con il mandato del Doha Development Round.
- Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e dei loro derivati e facilitare il tempestivo accesso alle informazioni di mercato, anche sulle riserve alimentari, al fine di contribuire a limitare l’estrema volatilità dei prezzi alimentari.
- Entro il 2030, garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria, sessuale e riproduttiva, anche per la pianificazione familiare, l’informazione e l’educazione, e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali.
- Raggiungere la copertura sanitaria universale, compresa la protezione dai rischi finanziari, l’accesso a servizi sanitari essenziali di qualità e l’accesso a farmaci e vaccini essenziali sicuri, efficaci, di qualità e a prezzi accessibili per tutti.
- Sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono principalmente i paesi in via di sviluppo, fornire l’accesso a farmaci e vaccini essenziali a prezzi accessibili, in conformità con la Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la salute pubblica, che afferma il diritto dei paesi in via di sviluppo di utilizzare appieno le disposizioni dell’accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio in materia di flessibilità per proteggere la salute pubblica e, in particolare, fornire l’accesso ai farmaci per tutti.
- Entro il 2030, garantire che tutte le ragazze e i ragazzi completino un’istruzione primaria e secondaria gratuita, equa e di qualità, che porti a risultati di apprendimento pertinenti ed efficaci per l’Obiettivo 4.
- Entro il 2030, garantire a tutte le donne e a tutti gli uomini parità di accesso a un’istruzione tecnica, professionale e terziaria di qualità e a prezzi accessibili, compresa l’università.
- Entro il 2030, garantire che tutti gli studenti acquisiscano le conoscenze e le competenze necessarie per promuovere lo sviluppo sostenibile, anche attraverso l’educazione allo sviluppo sostenibile e a stili di vita sostenibili, ai diritti umani, all’uguaglianza di genere, alla promozione di una cultura della pace e della non violenza, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione della diversità culturale e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
- Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi, come concordato in conformità con il Programma d’azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo e la Piattaforma d’azione di Pechino e i documenti finali delle loro conferenze di revisione.
- Entro il 2030, raggiungere la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità, e la parità di retribuzione per un lavoro di pari valore (nota mia, questo si chiama comunismo).
- Garantire le pari opportunità e ridurre le disuguaglianze nel conseguimento di risultati, anche eliminando le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie e promuovendo una legislazione apposita, politiche e azioni appropriate a questo proposito.
- Adottare politiche, soprattutto fiscali, salariali e di protezione sociale per raggiungere progressivamente una maggiore uguaglianza.
- Migliorare la regolamentazione e il monitoraggio dei mercati e delle istituzioni finanziarie globali e rafforzare l’attuazione di tali regolamenti.
- Facilitare una migrazione e una mobilità delle persone ordinata, sicura, regolare e responsabile, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite.
- Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso ad alloggi e servizi di base adeguati, sicuri ed economici e riqualificare le baraccopoli.
- Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso a sistemi di trasporto sicuri, economici, accessibili e sostenibili, migliorando la sicurezza stradale, in particolare attraverso l’espansione del trasporto pubblico, con particolare attenzione alle esigenze di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità, donne, bambini, persone con disabilità e anziani.
- Entro il 2030, rafforzare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipativa, integrata e sostenibile degli insediamenti umani in tutti i paesi.
- Sostenere legami economici, sociali e ambientali positivi tra aree urbane, periferiche e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale.
- Entro il 2030, aumentare in modo sostanziale il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche e piani integrati per l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici,
- Razionalizzare i sussidi inefficienti per i combustibili fossili che incoraggiano il consumo dispendioso eliminando le distorsioni del mercato, in conformità con le circostanze nazionali, anche ristrutturando la tassazione ed eliminando gradualmente tali sussidi dannosi, laddove esistono, in modo da riflettere il loro impatto ambientale, tenendo pienamente conto delle esigenze e delle condizioni specifiche dei paesi in via di sviluppo e riducendo al minimo i possibili impatti negativi sul loro sviluppo in modo da proteggere i poveri e le comunità colpite
- I paesi sviluppati attuino pienamente i loro impegni di assistenza ufficiale allo sviluppo, compreso l’impegno di molti paesi sviluppati a raggiungere l’obiettivo dello 0,7% dell’APS/RNL per i paesi in via di sviluppo e dello 0,15-0,20% dell’APS/RNL per i paesi meno sviluppati. I fornitori di APS dovranno essere incoraggiati a considerare l’obiettivo di fornire almeno lo 0,20% dell’APS/RNL ai paesi meno sviluppati.
- Sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli.
- Garantire un processo decisionale reattivo, inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli.
- Ampliare e rafforzare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo alle istituzioni della governance globale.
- Entro il 2030, fornire un’identità digitale e legale a tutti, compresa la registrazione delle nascite.
L’Onu ha veramente oltrepassato ogni limite. Se permetteremo che quanto sopra annunciato trovi realizzazione nei prossimi anni, ciò che ci aspetta è un secolo di miseria, fame e schiavitù.
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