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Una possibile soluzione per la crisi ucraina – una linea smilitarizzata come quella che aveva separato le due Coree nel 1953
John Elmer
johnhelmer.net
Nel mese di luglio, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva detto che a garantire la smilitarizzazione dell’Ucraina attraverso una zona cuscinetto sarebbero state le operazioni militari, non la politica. “Non vedo alcun motivo per mettere in discussione ciò che il presidente Vladimir Putin aveva annunciato il 24 febbraio 2022 e ribadito pochi giorni fa,” aveva dichiarato Lavrov. “I nostri obiettivi rimangono gli stessi. E saranno raggiunti. C’è una soluzione a questo problema. I militari lo sanno.”
Nel caso in cui la distinzione di Lavrov tra negoziati politici e operazioni militari, tra soldati e civili, non fosse abbastanza chiara, giovedì scorso Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri, ne aveva parlato con ironia. Durante il suo normale briefing con i giornalisti, alla Zakharova era stato chiesto di commentare le forniture di armi statunitensi all’Ucraina. “C’è qualcosa che non va in questo mondo se due donne devono mettersi a discutere di Stingers, MANPADS, SAMS e missili antiradar HARM,” aveva risposto alla giornalista. “Come promemoria, aumentando le sue forniture militari a Kiev e controllando direttamente le forze ucraine, compreso l’invio di dati di ricognizione in tempo reale, Washington è diventata di fatto una parte del conflitto in Ucraina… Per quanto riguarda i loro affari interni, quanti soldi danno a chi, quali forniture particolari sono in corso, o quale genere di materiale stanno, o no, finendo, questo non ci riguarda. Lasciamo che siano loro a decidere che tipo di giochi vogliono fare tra di loro.”
La ritirata di Kherson, annunciata dal ministro della Difesa Sergei Shoigu e dal generale Sergei Surovikin il 9 novembre, la campagna di guerra alle infrastrutture elettriche che ne è seguita e il blocco di truppe, armi e rifornimenti che arrivano per ferrovia da Kiev al fronte orientale, annunciato per la prima volta dal ministero della Difesa russo il 24 novembre, prefigurano come i militari russi si stiano preparando a stabilire una Zona Demilitarizzata Ucraina (UDZ), quale profondità avrà ad ovest del fiume Dnieper e le città che verranno incluse nel territorio controllato dalla Russia.
Si tratta di un futuro che sarà stabilito dallo Stato Maggiore russo, negoziato e firmato dagli ufficiali militari dei comandi ucraini controllati dalla NATO a Kiev e Lvov. Il risultato sarà la fine delle ostilità con un armistizio che non sarà un trattato di pace.
Il modello è l’armistizio di Panmunjom del 27 luglio 1953, che aveva posto fine alla Guerra di Corea. I termini dell’armistizio erano stati negoziati per due anni da ufficiali statunitensi, coreani e cinesi. La zona demilitarizzata coreana (DMZ) risultante aveva una profondità di quattro chilometri. La zona demilitarizzata ucraina (UDZ) sarà profonda fino a cento chilometri, e dipenderà della portata delle armi missilistiche e dell’artiglieria statunitense e della NATO schierate sul lato di Kiev del Dnieper. Sul terreno all’interno della UDZ potrebbero non esserci né elettricità, né persone, nulla se non i mezzi per monitorare e far rispettare i termini dell’armistizio.
Nel resto dell’articolo, fonti militari russe, e non solo russe, hanno esaminato le dichiarazioni politiche ufficiali russe, i bollettini operativi pubblicati e i commenti sui social media e sui siti web russi. Le mappe con le relative sovrapposizioni della UDZ sono state disegnate dalle varie fonti per illustrare costanti e variabili della situazione attuale, le opzioni tattiche e gli scenari operativi.Vengono presentate per avvertire che il pensiero politico-militare russo non deve essere interpretato come se derivasse dalla dottrina militare statunitense.
Le fonti avvertono inoltre che le recenti prove del processo decisionale del governo polacco, trapelate la scorsa settimana da Mosca, escludono la prospettiva prevedibile che, chiunque vinca le elezioni polacche del prossimo anno, qualsiasi regime prenda il potere a Varsavia, sarà in grado di essere più indipendente dal controllo di Washington rispetto al regime di Kiev. Di conseguenza, la regione della Galizia rimarrà nominalmente ucraina, di fatto nordamericana. La de-nazificazione degli Americani e dei Canadesi trincerati tra Lvov e Cracovia non è un obiettivo della Russia.
Al contrario, il futuro della Transcarpazia ungherese è fuori dal controllo di Washington. In ogni caso, l’intendimento russo è quello di “lasciare che la zona disastrata rappresentata dalla nuova Ucraina, ad ovest del Dnieper, rimanga un problema di qualcun altro.”
A Mosca ci sono noti sostenitori del fatto che “la zona demilitarizzata ucraina dovrebbe riguardare tutta l’Ucraina.” Secondo loro, “non ha senso lasciare che l’Ucraina occidentale rimanga al fianco degli Stati Uniti e schieri le armi della NATO. Non verrà offerto nulla agli Ungheresi e ai Polacchi: dovranno guadagnarselo da soli. Ne consegue che la smilitarizzazione non dovrà essere paragonabile ai termini imposti alla Germania nel 1945 o alla Corea nel 1953. Per la sicurezza a lungo termine della Russia, guardate a che punto siamo in Germania e nella penisola coreana. Quindi, tutto sommato, la soluzione a lungo termine sono le proposte di dicembre. Ma gli Americani non vogliono discuterne. A parte questo, lo Stato banderista e il suo esercito devono essere sconfitti. Questo è il significato della smilitarizzazione e della de-nazificazione. Non ci deve essere una UDZ, ma una zona cuscinetto rappresentata da tutta l’Ucraina.”
Altre fonti ritengono che le dichiarazioni ufficiali di Mosca, le prove operative e l’attesa del Generale Inverno indichino un periodo di sei mesi per la formazione e la verifica di una nuova UDZ e dei nuovi territori russi ad est di questa linea.
Per la demarcazione del tratto orientale della UDZ, secondo una fonte, “guardate Kherson – penso che sia il prototipo. Guardate anche Krasny Liman. A novembre, i bombardamenti alle infrastrutture elettriche sono stati estesi per la prima volta alla rete ferroviaria usata per inviare i rinforzi militari ucraini e le armi e le munizioni al fronte orientale. Questo segna l’inizio della campagna di disturbo della logistica ucraina. Questo va di pari passo con lo stato di ciò che resta della popolazione civile nelle città lungo questa linea. Stiamo assistendo allo svuotamento dei grandi centri abitati.”
Le notizie riportate dai social media sui nuovi movimenti delle forze di terra russe indicano anche che si sta preparando un’offensiva invernale con forze di terra. Quanto questa sia una finta e un inganno sul campo di battaglia sarà presto chiaro.
Una fonte di Mosca: “Non vedo i Russi rischiare movimenti massicci di blindati o ripetere le manovre di marzo. Credo che lo Stato Maggiore condurrà la guerra alle infrastrutture elettriche e farà pressione su Kiev e sull’Europa continuando a muoversi lentamente, metro dopo metro, nel Donbass. Il Generale Pazienza è più importante del Generale Inverno. Questi due vanno di pari passo con il Generale Iskander che elimina le sottostazioni elettriche e i corridoi di trasporto. Putin verrà messo sotto pressione solo se cercherà di conquistare territorio e subirà migliaia di perdite nel farlo. Lui questo non lo vuole. Lo Stato Maggiore non lo vuole. Lo hanno reso esplicitamente chiaro. Così hanno escogitato nuove forme di guerra. Quanto siano nuove non è ancora chiaro né a Kiev né a Washington né a Bruxelles.”
Tutte le fonti concordano sul fatto che, da parte delle forze russe, non si tratterà di una guerra di posizione. Il risultato degli schieramenti ad alta mobilità (noti come РЕЙД – “reyd” – nella terminologia militare russa) porterà ad un cambiamento della carta geografica.
Una fonte militare: “Le mappe parlano da sole. La РЕЙД consisterà in diverse formazioni d’attacco corazzate pesanti con l’obiettivo di occupare e distruggere i centri logistici e le vie di trasporto del nemico, nonché qualsiasi infrastruttura. Questo includerà ciò che rimane della rete elettrica ucraina nella zona dell’obiettivo. Una volta completata la distruzione di questi obiettivi, i resti delle infrastrutture saranno minati e l’area sarà disseminata di dispositivi di rilevamento. Gli eserciti inizieranno poi un veloce ritiro programmato dietro le linee russe, dove il processo di fortificazione e trinceramento è già iniziato.”“I civili e le truppe ucraine disarmate – ad eccezione delle unità ucraino-naziste – avranno a disposizione uno o due corridoi attraverso i quali potranno lasciare la zona. È meglio che non si attardino.”
Le fonti concordano sul fatto che la città di Odessa non è un obiettivo per un attacco militare diretto. Le ragioni sono diverse. Una è che almeno metà della popolazione della città è già filorussa e disposta ad aspettare l’opportunità di accogliere gli invasori; per le prove, leggete qui.Un altro motivo, secondo questa fonte, è che “Gli Ucraini hanno profuso il massimo sforzo nella de-russificazione usando il terrore e si sono trincerati per dare battaglia, mentre la gente del posto sembra contenta che siano gli altri ad occuparsi della lotta. Sembra che il [generale] Surovikin sia giunto alla conclusione che non ha senso cercare di arrancare su un terreno sfavorevole con una logistica poco efficiente per “liberare” quello che potrebbe rivelarsi un vero e proprio mal di testa – almeno non fino a quando non si verificherà lo spopolamento dovuto alla de-elettrificazione. Prendo Surovikin in parola.”
Per la dichiarazione di Surovikin del 18 ottobre, leggete qui.
Le fonti concordano sul fatto che ci sarà una nuova linea di demarcazione militare prima del disgelo della prossima primavera; differiscono su come verrà tracciata e su come sarà il prossimo aprile. “Per ora la linea sarà sul Dnieper, con una zona che si estenderà dalla sponda occidentale all’interno della nuova Ucraina – secondo me ad una profondità non inferiore ai 100 km. Questo metterà il territorio russo fuori dalla portata della maggior parte dell’artiglieria ucraina. Una zona profonda 100 km darà anche alle forze russe il tempo di individuare e intercettare qualsiasi cosa in volo. Nel settore centrale, la città di Kherson rimarrà priva di popolazione per un periodo non ancora deciso. Finché durerà, è probabile che la città faccia parte della zona cuscinetto piuttosto che del territorio russo. Il tempo e i negoziati per l’armistizio potrebbero cambiare le cose.
Nel settore settentrionale – che va da Kramatorsk e Slovyansk a Kharkov, poi a nord-ovest fino a Sumy e Chernigov – qui è dove è concentrata la maggior parte dell’odio ai confini della Russia o nelle sua vicinanze; queste zone non saranno risparmiate. Per loro si spegneranno le luci. [Gli Ucraini] avevano già preso la loro decisione a febbraio-marzo e durante il ritiro della scorsa primavera. I bombardamenti, i sabotaggi e gli altri attacchi a Bryansk, Belgorod e Kursk li hanno qualificati per la de-elettrificazione, la de-popolazione e la de-nazificazione.
Il punto da sottolineare, soprattutto per quanto riguarda le operazioni russe nel nord, è che si tratterà di operazioni РЕЙД – non si tratterà di conquistare e mantenere il territorio. Le penetrazioni saranno profonde, ma non come quelle dello scorso febbraio-marzo. Questa volta includeranno un massiccio elemento di sicurezza, compresi i droni e il supporto della fanteria. L’idea non sarà quella di occupare il territorio, e tanto meno di amministrarlo, per un certo periodo di tempo. L’obiettivo sarà distruggere i nemici che alzano la testa e le infrastrutture su cui si basano, piazzare mine e sensori e poi ritirarsi.
Una volta conquistati i nodi logistici e di trasporto assegnati, inizierà il lavoro di distruzione da parte delle unità del genio. Ponti, strade, ferrovie, stazioni di smistamento, materiale rotabile, campi d’aviazione, depositi e distributori di carburante, sottostazioni elettriche, torri di trasmissione e comunicazione, uffici centrali, magazzini, aree di deposito, attrezzature agricole – tutto ciò che potrebbe essere utilizzato per sostenere lo sforzo ucraino-NATO ad est del confine occidentale della zona sarà distrutto. Questo sarà anche il lavoro delle forze di terra, più completo e approfondito di quanto possono fare i missili e i droni.
Ai civili e ai combattenti disarmati, senza il loro equipaggiamento motorizzato, sarà permesso di uscire dalla zona, a piedi, verso autobus appositamente preparati (come Surovikin aveva supervisionato in Siria) con tutto ciò che possono portare sulle spalle. Al Segretario Generale delle Nazioni Unite, che era così entusiasta di salvare gli Ucraini a Mariupol, verrà detto di tenere gli autobus pronti nei punti di raccolta prescritti. Gli anziani saranno incoraggiati a recarsi alle stazioni di soccorso predisposte per essere curati e rifocillati. Chiunque scelga di rimanere all’interno della zona sarà informato esplicitamente via radio, volantini e altoparlanti che sarà considerato un combattente nemico e trattato di conseguenza. Dopo un determinato periodo di tempo, i ‘ponti d’oro’ per la popolazione in uscita saranno distrutti. A coloro che non saranno partiti non rimarranno energia, servizi igienici e comunicazioni prima dell’arrivo dei Russi e avranno ancora meno mezzi per ripristinare questi servizi dopo il loro ritiro [dei Russi].”
All’interno della UDZ, prendiamo ad esempio Poltava – la fonte ha indicato con le frecce rosse le linee di avvicinamento occidentali e orientali delle forze russe:
“Se i Russi riusciranno ad aggirare i grandi centri abitati, a raggiungere la periferia di Poltava e a mettere sotto tiro i grandi centri di smistamento ferroviario, gli svincoli e le autostrade, sarà la campana a morto per le forze Nato-Ucraina ad est. Dopo un determinato intervallo di tempo che consentirà a chi lo desidera di fuggire, le infrastrutture potranno essere distrutte. Quando le forze russe si ritireranno lungo la E40 e a nord, lungo i percorsi che avevano seguito all’andata, potranno distruggere tutto, comprese le stazioni di rifornimento, le torri radio/microonde, le sottostazioni e i ponti lungo il percorso.”
Un’altra fonte: “Vedo una continuazione degli attacchi che prenderanno di mira i centri di comando in Ucraina, anche se sembrerebbe che ora tutte le riunioni strategiche e persino le riunioni di comando tattico avvengano all’estero. I Russi cercheranno di spingere quanti più civili possibile verso l’Europa. L’oscurità diffusa in tutto il Paese offrirà una chiara visione delle piccole unità sparse sul territorio in posizioni difensive, se non utilizzeranno coperture civili. Saranno individuate e colpite con i droni o l’artiglieria lungo tutto il fronte orientale.”
John Elmer
Fonte: johnhelmer.net
Link: http://johnhelmer.net/ukraine-armistice-how-the-udz-of-2023-will-separate-the-armies-like-the-korean-dmz-of-1953/print/
27.11.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
John Helmer è il corrispondente estero di più lunga data in Russia e l’unico giornalista occidentale a dirigere un proprio ufficio indipendente da singoli legami nazionali o commerciali. Ha creato il suo ufficio per la prima volta nel 1989 e oggi è il decano della stampa estera in Russia.
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