Il ministro degli interni francese definisce l’Italia “Paese nemico”. Siamo giunti a questo punto?
Nel 1881 l’occupazione francese di Tunisi, fatta anche con l’astuta approvazione implicita di Berlino e Vienna, portò ai limite della rottura, se non della guerra, i rapporti italo francesi, tanto che l’esercito italiano temette un’invasione della penisola e predispose piani in materia.
Oggi siamo in una situazione simile, con il ministro dell’interno francese Gérald Darmanin che, nel parlamento, rispondendo ad una deputata, definisce senza mezze parole l’Italia del governo Meloni come un “Paese nemico”
Neppure la Russia viene definito un “Paese nemico” della Francia, e questo perché, per una volta, una nave della ONG viene deviata verso un porto francese impegnando qualche gendarme qualche funzionario di Parigi. Ci sarebbe da chiedersi quali siano i passi successivi che intraprenderà il governo Macron: l’invasione della Liguria? Un attacco a sorpresa alla base della Marina a La Spezia? La conquista della Valle d’Aosta (cosa che la Francia ha già tentato).
Sarebbe quanto mai opportuno che a Parigi qualcuno cessasse di assumere gli attuali medicamenti e virasse verso il bromuro, anche perché il famoso asse “Franco tedesco” funziona solo come lubrificante della crescita tedesca, non per Parigi. L’Italia sicuramente non vuole avere dei nemici, ma può fare anche a meno dei falsi amici, soprattutto quando ti definiscono “nemico” per aver accolto una, dicasi una, nave traghetto dei migranti che poi loro stessi, direttamente o indirettamente, finanziano.
PS: che ne pensano la Farnesina e l’Ambasciata italiana a Parigi di queste parole?
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