Guerra in Ucraina in situazione di stallo.
Di Claudio Martinotti Doria
Come avevo riferito fin dal secondo giorno di guerra, quella che sembrava una guerra lampo da parte russa si è non solo rallentata ma è in una situazione di stallo. Avevo capito che sarebbe andata in questo modo per il semplice fatto che le forze russe avevano l’ordine di limitare le uccisioni di civili e addirittura di militari ucraini, inducendoli più che altro ad arrendersi. Una guerra con così tanti scrupoli morali e intenzioni umanistiche non poteva proseguire al ritmo iniziale e avrebbe favorito i soldati ucraini, che infatti ne hanno approfittato proprio per colpire i punti deboli della strategia russa e rivoltarglieli contro. Gli ucraini filo-occidentali hanno approfittato soprattutto delle armi anticarro e di difesa aerea di cui erano stati dotati dai paesi della NATO infliggendo gravi perdite alle forze armate russe, sia in uomini che in mezzi, sia di terra che aerei.
Ha contribuito allo stallo dell’avanzata russa anche il fatto che forse sottovalutando la resistenza ucraina durante le prime fasi dell’attacco le forze militari russe hanno utilizzato mezzi bellici obsoleti, seppur aggiornati con delle migliorie, erano mezzi che risalivano a 30 o 40 anni prima, non erano assolutamente moderni e all’altezza della situazione. Ora stanno rimediando inviando mezzi più potenti ed efficaci, soprattutto corazzati, ma ormai è tardi, avrebbero dovuto farlo fin da subito.
Forse sono stati indotti a questa scelta improvvida per esaurire le scorte e gli arsenali vetusti, che altrimenti avrebbero poi dovuto costituire un costo suppletivo per essere demoliti e riciclati. Questo unitamente alla sottovalutazione della resistenza del nemico, hanno provocato lo stallo in cui versano le forze di spedizione russa in Ucraina.
Non si tratta tanto del coraggio delle forze militari ucraine, ma degli errori commessi a livello strategico dagli alti comandi russi, gli ucraini ne hanno semplicemente approfittato per usare i sistemi d’arma modernissimi e letali che gli erano stati consegnati recentemente dall’Occidente, mentre i russi ottusamente hanno utilizzato armi obsolete e hanno insistito su un uso troppo limitato dei bombardamenti missilistici per non causare troppe vittime tra gli avversari, soprattutto tra i civili.
Con questi scrupoli una guerra non la puoi vincere.
Inoltre a livello strategico i russi hanno adottato dottrine militari d’attacco anch’esse obsolete ed inefficaci, hanno attaccato da cinque direzioni diverse con soli 200mila uomini, una media di 40mila per punto di penetrazione, assolutamente insufficienti per un’operazione del genere su un territorio così vasto come quello ucraino, e con l‘intenzione di ricongiungere le cinque piccole armate su un solo fronte compatto. Adesso ogni piccola forza di spedizione si trova ancora separata una dalle altre e con difficoltà tecniche, tattiche e logistiche insormontabili. Anche la copertura aerea è stata insufficiente per sostenere e proteggere le forze a terra, che per questo motivo hanno subito forti perdite e si sono arenate.
Errori gravi per una nazione come quella russa che con quest’operazione voleva dare un segnale forte al mondo intero e non solo all’Ucraina e alla NATO, della propria potenza militare, per incutere timore e indurre alla resa.
In Siria avevano agito diversamente e molto più efficacemente, ma il contesto era estremamente diverso e non riproducibile in Ucraina. Così la Russia si è trovata costretta a chiedere il sostegno degli alleati, uno dei quali ha rifiutato, il Kazakistan, mentre la Bielorussia sta inviando rinforzi e la Cecenia ha già inviato 12mila soldati. Ma queste operazioni di rafforzamento delle forze impegnate in Ucraina richiederà tempo e farà ulteriormente rallentare le operazioni di penetrazione.
Sono errori che la Russia rischia di pagare caro, in particolare Putin, che rischia di perdere consenso in patria tra l’opinione pubblica e tra i suoi più stretti collaboratori, alcuni di loro non erano d’accordo nel condurre quest’operazione militare, preferendo continuare a negoziare diplomaticamente.
Putin avrebbe fatto molto meglio a ridurre le sue ambizioni limitandosi semmai a concentrare tutte le sue forze militari al sud dell’Ucraina per occupare l’intero Donbass ricongiungendolo con la Crimea occupando tutta la zona costiera e togliere l’accesso al mare all’Ucraina, arrivando fino alla Transnistria filorussa. Per un’operazione del genere 200mila uomini sarebbero stati sufficienti e almeno avrebbe portato a casa un notevole risultato costringendo l’avversario a negoziare per ottenere le neutralità dell’Ucraina. Ma il suo obiettivo dichiarato era anche denazificare l’intera ucraina e punire i colpevoli di crimini contro i russi, che avrebbe avuto un forte valore simbolico ma che era francamente difficile riuscirci, non fosse altro per il semplice e prevedibile fatto che tali soggetti sarebbero comunque fuggiti all’Estero per sottrarsi alla cattura e ai processi.
Temo che i russi abbiano fatto il passo più lungo della gamba e seppur cerchino di porvi rimedio rischiano di impantanarsi.
Probabilmente adesso cercheranno di arrecare forti danni all’avversario per poi negoziare da posizioni di maggior forza, ma ormai il danno è fatto e la posizione russa risulta chiaramente indebolita, quindi con minor forza negoziale.
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