Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Il colpo di stato di Maidan del 2014 in Ucraina avrebbe potuto essere stroncato sul nascere se la Russia fosse intervenuta allora, avrebbe evitato anche la guerra successiva

 

War Zone. Un breve aggiornamento sugli eventi in rapido movimento

di Stephen Lendman

Lunedì, Vladimir Putin ha detto al presidente francese Macron che la risoluzione del conflitto dipende dal riconoscimento e dall’accettazione delle legittime preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza.

Questo include la smilitarizzazione della macchina da guerra ucraina.

DeNazificazione del Paese.
Trasformandolo in uno stato neutrale.
Riconoscendo l’indipendenza di Donetsk e Lugansk nel Donbass.
Riconoscendo che la penisola di Crimea è legittimo territorio russo.

Nel primo pomeriggio di lunedì, le delegazioni russa e ucraina hanno avviato colloqui di risoluzione del conflitto con entrambe le parti a miglia di distanza.

Lunedì, il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov, ha spiegato quanto segue:

Le ostilità del regime a Kiev e lo sterminio sistematico degli abitanti del Donbass sono andati avanti per otto anni”.
Nel corso di questa guerra, oltre 14.000 persone, tra cui centinaia di bambini, sono state uccise”.

“Questo massacro doveva essere fermato”.

“Era necessario porre fine alle infinite minacce del regime di Kiev contro la Russia”.
“E la Russia lo farà”.

“Gli insediamenti (in Ucraina) sotto il controllo dell’esercito russo continuano a vivere normalmente.”
I loro residenti sono protetti, non danneggiati (nonostate la propaganda occidentale).

Le forze russe e ucraine sono impegnate in cooperazione per mettere in sicurezza la centrale nucleare inattiva di Chernobyl a nord di Kiev.

La Russia ha ottenuto il controllo della centrale nucleare operativa di Zaporozhye per raggiungere lo stesso obiettivo.

Dopo anni di blocco da parte dei nazisti di Kiev, la Russia ha sbloccato il canale a nord della Crimea per ripristinare il normale approvvigionamento idrico della penisola.

Il ministero della Difesa russo ha affermato che le sue forze hanno subito perdite negli ultimi 5 giorni senza ulteriori elaborazioni.
Le vittime da parte ucraina sono state sostanzialmente maggiori.

Allo stesso tempo, un gran numero delle forze ucraine ha deposto le armi e si sono arrese.

Oltre a garantire la loro sicurezza, l’esercito russo ha promesso loro un passaggio sicuro a casa alle loro famiglie.

La Russia non ha alcuna intenzione di occupare il territorio ucraino, nessuna intenzione di sostituire Zelensky con un leader filo-russo.

A causa delle dichiarazioni e delle azioni minacciose dei funzionari occidentali, le forze di deterrenza nucleare russe sono in allerta per essere pronte in caso di azioni aggressive da parte dell’Occidente dominato dagli Stati Uniti.

Lunedì, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha sottolineato che la Russia non ha lanciato la guerra.
Sta ponendo finendo la belligeranza lanciata da Kiev.
Negli ultimi 8 anni, milioni di residenti nel Donbass hanno corso il rischio di perdere i propri cari.

Molti si sono acquattati negli scantinati o hanno cercato riparo altrove per essere al sicuro dai bombardamenti di Kiev.

“Dov’erano tutti questi paesi e il loro pubblico durante questi otto anni in cui la guerra è continuata, e (perché) hanno (mancato) di condannare (il massacro di Kiev di) almeno 13.000 persone in questi anni”, ha chiesto Zakharova?

Nessuno di quelli che hanno attaccato la missione di liberazione della Russia ha espresso sostegno ai cittadini residenti del Donbass.

“Il mondo era silenzioso”.

“Silenzio sottomesso della comunità globale e il loro disprezzo per la sanguinosa catastrofe provocata dal colpo di stato anticostituzionale in Ucraina nel 2014, messo in scena con la partecipazione diretta di Stati Uniti, Ue, Germania, Polonia, Lituania, Estonia, Lettonia e altri Nato paesi, hanno semplicemente hanno incoraggiato il regime di Kiev a continuare a distruggere la propria popolazione”.

Nota:

Lunedì si sono concluse cinque ore di colloqui tra funzionari russi e ucraini a Gomel, in Bielorussia.
Una dichiarazione russa ha affermato che entrambe le parti hanno concordato di continuare i negoziati.

“Il prossimo incontro si svolgerà nei prossimi giorni al confine polacco-bielorusso”.

“C’è un accordo corrispondente su questo.”

“Fino ad allora… la leadership di ciascuna delegazione si consulterà su ciascuna delle posizioni negoziali con la leadership dei rispettivi paesi”.

Una dichiarazione ucraina diceva:

“Le due parti hanno individuato una serie di temi prioritari sui quali sono state delineate alcune decisioni”.

“Affinché abbiano l’opportunità di essere implementate … le parti stanno partendo per consultazioni nelle rispettive capitali”.

“È stata discussa la possibilità di un secondo round di negoziati nel prossimo futuro, durante il quale questi temi riceveranno uno sviluppo concreto e pratico”.

Entrambe le parti affermano che un accordo è possibile su alcune questioni è ben lontano dal raggiungere una risoluzione del conflitto che sia durevole per includere la smilitarizzazione, la denazificazione e gli obiettivi correlati della Russia.

Maggiori informazioni su questo quando saranno disponibili nuove informazioni.

Un commento finale

Il colpo di stato di Maidan del 2014 del regime Obama/Biden avrebbe potuto essere evitato se la Russia fosse intervenuta in quel momento per proteggere il suo governo legittimo, come ha fatto per sventare il tentativo di colpo di stato orchestrato dagli Stati Uniti in Kazakistan settimane prima.

Se Putin avesse agito per il presidente Viktor Yanukovich a Kiev come ha fatto per aiutare il presidente kazako Kassym-Jomart Tokaev, la trasformazione dell’Ucraina in uno stato di polizia fascista controllato dagli USA, infestato dai nazisti e che odia la Russia avrebbe potuto essere impedita, insieme a 8 anni della guerra al Donbass e la necessità della campagna di smilitarizzazione e denazificazione in corso di Mosca.

Fonte: Stephen Lendman

Traduzione: Luciano Lago

 

Putin, una demonizzazione di lungo respiro che fa comodo alla leadership occidentale per le sue operazioni di manipolazione e propaganda mediatica

 

Una demonizzazione di lungo respiro

“Si possono elencare centinaia di prime pagine che le riviste hanno consacrato a Putin, quasi entrando in spietata concorrenza tra loro per trovare l’epiteto più insultante e la sceneggiatura più sordida. I titoli, i fotomontaggi, la violenza delle accuse sono così eccessivi che finiscono per ottenere l’effetto contrario: a furia di constatare tanta ingiustizia nella presentazione del personaggio, ci si deve sforzare per evitare di prenderlo in simpatia. Una tale demonizzazione affascina e finisce per farvi apparire il diavolo simpatico!

Esaminiamo le prime pagine delle riviste, scelte tra le più serie e le più rispettate. Tutte rappresentano un Presidente russo minaccioso, inquietante, in un ruolo di “uomo che non sorride mai”, malefico e talvolta persino caricaturato come Hitler. (…)

La lista è così lunga e ripetitiva da diventare deprimente. E’ interessante notare dei punti di continuità con il passato. La rivista austriaca News titola così: Vladimir Putin, il nemico del mondo, con un fotomontaggio che rappresenta il Presidente russo nei panni di un vampiro, con un sorriso insanguinato come quello di Dracula. Ora, proprio così i disegnatori inglesi della metà del XIX secolo caricaturavano lo zar Nicola I, e l’autore di Dracula, lo scrittore imperialista inglese Bram Stoker, assimilava il conte Dracula agli zar russi. All’epoca lo zar era caricaturato con gli stessi tratti diabolici: lo si vedeva sorvolare l’Europa con le sue ali da vampiro, falce alla mano, o suonare il pianoforte sbattendo le ali per meglio sottolineare la sua gioia per la morte di una personalità europea. Come Vladimir Putin – e Stalin all’inizio della Guerra Fredda – lo si disegnava come il grande organizzatore del ballo dei vampiri, pronti a succhiare il sangue dell’innocente Europa.

 Ci vorrebbe troppo tempo per analizzare il contenuto degli articoli e dei libri anti Putin: sarebbero a riempire intere biblioteche. Ma tutti dicono all’incirca la stessa cosa: Putin è un bugiardo, un impostore, un cleptocrate, un autocrate, un manipolatore, un dittatore, un violentatore (di popoli), un oppressore, un invasore, un calcolatore, uno stalinista, un fascista, un reazionario, un conservatore, un Mussolini (Brzezinski), un Hitler (il principe Carlo, Hillary Clinton e i presidenti baltici e polacchi), un nostalgico dell’Impero zarista, un nostalgico dell’URSS, un revisionista, un kappagibista, un maniaco sessuale. (…)

L’obiettivo di quest’operazione di demonizzazione di lungo respiro – cominciata già dal suo arrivo al potere alla fine del 1999 e proseguita senza tregua da allora, con qualche lieve calo di intensità durante i periodi di calma relativa, come quello tra il 2001 e il 2003 e quello del 2009 – è manifesto: far perdere credibilità alla Russia e al suo Presidente, stigmatizzarlo agli occhi dell’opinione pubblica al fine di farne il capro espiatorio di tutte le nefandezze mondiali. Si tratta soprattutto di renderlo responsabile di tutto ciò che è accaduto in Ucraina e di preparare l’opinione pubblica a un’eventuale guerra europea di lunga durata, sul modello jugoslavo o afghano. Assimilando Putin a Hitler e mettendolo sullo stesso piano di Miloševic, Saddam Hussein e Bin Laden, tutto diventa possibile, anche il peggio.”

Da Russofobia. Mille anni di diffidenza, di Guy Mettan, Sandro Teti editore, pp. 356-7, 359-360.

 

I nemici dell’umanità e dei diritti fondamentali sono i collettivisti, in genere psicopatici che vorrebbero imporre la loro volontà dirigistica alle masse

 Chi siamo | Difendersi Ora

Il problema dei collettivisti

di Alessandro Fusillo, avvocato e presidente Movimento Libertario

 

I nemici dell’umanità e dei diritti fondamentali (proprietà privata e libertà privata, dai quali tutti gli altri sono derivati) sanno perfettamente quale sia l’ostacolo formidabile che da sempre si oppone all’attuazione delle loro mire, l’imprevedibilità dell’azione umana, l’impossibilità di calcolare le singole decisioni di miliardi di individui. Le ideologie collettiviste sono moltissime, dall’antico mercantilismo al moderno globalismo passando per giacobini, comunisti, nazionalisti, socialisti, fascisti, socialdemocratici, nazionalsocialisti, statalisti, aderenti al “World Economic Forum”, e via elencando, si caratterizzano tutte per un elemento che le accomuna e le riassume: il dirigismo o costruttivismo. Si tratta di un modo di intendere la società e le relazioni umane fondato sul concetto che ritiene possibile la regolamentazione centralizzata dei comportamenti umani secondo norme decise dall’alto e tali da conformare la convivenza secondo linee decise da un gruppo ristretto di persone che si arrogano il diritto di sapere meglio degli altri cosa occorre fare e come. Il contenuto concreto di un simile modo di pensare è irrilevante. Potrà trattarsi dell’avanguardia del proletariato intenta a costruire la futura società comunista, degli ariani impegnati a purgare la razza eletta dagli ebrei che ne lordano la purezza genetica, dei democratici politicamente corretti che desiderano imporre il silenzio a chiunque non condivida il loro programma di riforme nell’interesse del bene comune o, da ultimo, degli scienziati che perseguono lo scopo di tutelare una popolazione recalcitrante mediante l’inoculazione forzosa di farmaci ritenuti idonei a salvarli da malattie e pestilenze. La tecnica è una sola e sempre la stessa: creare regole e imporle con forme di violenza che possono andare dall’abuso fisico al carcere, dalle sanzioni pecuniarie alla pena di morte, dalla simpatica “spintarella” (nudge) al campo di concentramento. Il comune denominatore, il filo conduttore di tutte le ideologie, dei contenuti delle stesse e delle tecniche di dominio è sempre lo stesso: vi è un gruppo più o meno esteso di psicopatici i quali, invece di dedicarsi ad attività produttive quali la produzione di beni e servizi ed il loro libero e volontario scambio con altri esseri umani, ritengono di avere il diritto e il dovere di regolamentare l’attività altrui e di farlo a spese dei soggetti regolamentati i quali saranno forzati a pagare un simile, non richiesto, “servizio”.

L’errore di tutte le impostazioni costruttiviste, come notato da Hayek (The Fatal Conceit) è la pretesa del regolatore centrale di conoscere le preferenze e le decisioni delle vittime della sua attività. Conoscenza che per definizione è impossibile poiché non vi è alcuna possibilità di calcolare e prevedere il comportamento di miliardi di individui. La pietra dello scandalo, quindi, per qualsiasi collettivista è la libera volontà umana. Non a caso questa è sotto attacco da molto tempo sia dal punto di vista scientifico-culturale ad opera delle molteplici dottrine e teorie che a vario titolo propugnano forme di determinismo, vuoi filosofico-religioso, vuoi fondato sulle leggi naturali della fisica e della chimica, sia, in modo ben più pericoloso, da parte dei sistemi sempre più efficaci di controllo del pensiero e della volontà della generalità delle persone. Il sogno di telecomandare un’armata di volenterose formiche operaie è stato coltivato ormai da più di un secolo attraverso varie tecniche con diversi gradi di successo. Vi è, anzitutto, quella che si chiama propaganda o che si potrebbe più correttamente definire ipnosi di massa. Il controllo dei mezzi di comunicazione è uno dei sistemi più efficaci per influenzare e dirigere le opinioni, il pensiero e, quindi, le decisioni di moltissimi, della quasi totalità dei sudditi. Un altro elemento di cruciale importanza per il controllo delle libere volontà è il sistema educativo, scolastico e universitario: chi può forgiare le giovani menti sino dal momento della loro formazione ha messo una seria e forse definitiva ipoteca sulle loro future decisioni ed opinioni. Altre e più inquietanti ipotesi sono quelle connesse con il controllo della mente attraverso tecniche farmacologiche, mediante le potenzialità tuttora solo parzialmente esplorate dell’elettromagnetismo, e utilizzando le nanotecnologie che sono ormai in grado di replicare a livello microscopico e molto raffinato i crudi esperimenti di controllo mentale degli animali effettuati impiantando sonde elettriche nei cervelli delle cavie. Su tutte queste tecniche vi è ampia letteratura; alcune sembreranno, e forse sono, ancora allo stato delle mere ipotesi, altre hanno una lunga e consolidata storia ed è difficile se non impossibile negarne l’esistenza.

Non solo, si tratta di tecniche che hanno dimostrato storicamente un notevole ed innegabile successo. Basti pensare al caso paradigmatico di una nazione civile e dalla lunga e nobile tradizione culturale come la Germania arruolata nella sua quasi totalità per servire la follia nazional-socialista.

Tuttavia, e sino ad ora, gli sforzi dei costruttivisti si sono infranti, regolarmente e sistematicamente, di fronte ad una piccola minoranza di persone che è sempre e tenacemente rimasta inattaccabile, tetragona a qualsiasi tentativo di controllo della libera volontà, delle libere decisioni. Questo a volte sparuto drappello di coraggiosi, di irriducibili è stato nella storia la garanzia del fatto che la nostra specie restasse umana e non si trasformasse nell’alveare distopico sognato dai collettivisti. Forse la sottoposizione di massa ad un vaccino sperimentale ha lo scopo di contare il gruppo dei resistenti, di quelli che non si sono fatti convincere da un apparato propagandistico che non ha visto eguali nella storia dell’umanità. Forse saremo pochi – non ne sono convinto – ma ciò non deve indurci a sottovalutare l’importanza di ciò che stiamo facendo. Finché ci sarà una sola persona che conserverà la sua libera volontà e che avrà il coraggio di opporre un no ai criminali collettivisti che vogliono creare un nuovo mondo distopico, ci sarà ancora speranza per l’umanità. E non ho potuto fare a meno di pensare al finale de “L’invasione degli ultracorpi” di Jack Finney:

«Ci sono stati altri, naturalmente, individui e piccoli gruppi che avevano fatto ciò che avevamo fatto noi – che avevano combattuto, lottato o semplicemente rifiutato di capitolare. Alcuni avranno vinto, altri perso, ma tutti tra noi che non sono stati catturati e imprigionati senza possibilità di scampo hanno combattuto implacabilmente. Mi passò per la mente un frammento di un’orazione di guerra: “Li combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline; noi non ci arrenderemo mai.” Fu vero allora per un popolo, è stato sempre vero per tutta l’umanità. E capii che niente nel vasto universo potrà mai sconfiggerci.»

 

Ecco perché le sanzioni alla Russia saranno un flop, e se lo dicono esperti filo-occidentali ci si può credere

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Ecco perché le sanzioni alla Russia saranno un flop

https://it.insideover.com/guerra/ecco-perche-le-sanzioni-alla-russia-saranno-un-flop.html

Paolo Mauri per INSIDEROVER Inside the news Over the world

Si chiamano sanzioni ma si potrebbero chiamare “rappresaglia”. Colpire un Paese a livello economico e commerciale, sebbene non sia un atto di guerra, è paragonabile a una breve campagna di bombardamenti sui suoi centri industriali: se ben mirata e capillare, può metterlo in ginocchio.

La guerra che i Paesi occidentali vogliono combattere contro la Russia per il suo intervento armato in Ucraina è combattuta solamente – per fortuna – con sanzioni economiche. Mettere in ginocchio la Russia a livello economico è proprio quello che spera l’Occidente, che non si è impegnato in un intervento militare in sostegno di Kiev, abbandonandola al suo destino. Un destino che però sembra compiersi con più tempo rispetto a quanto preventivato da Mosca. Ora qualcuno, da questa parte del mondo, comincia a pensare che, forse, le sanzioni non serviranno a prostrare la Russia di Putin, che si è assicurato una certa immunità.

Le sanzioni, infatti, hanno il loro maggiore impatto nel breve periodo, soprattutto se si parla di una nazione come la Russia, che per potenziale industriale e disponibilità di risorse minerarie, non è paragonabile all’Iraq di Saddam Hussein o alla Corea del Nord di Kim Jong-un.

Mosca è sotto sanzioni internazionali dal 2014, quando ha effettuato il colpo di mano in Crimea, che ha poi annesso alla Federazione, e in Donbass, che ha destabilizzato l’est ucraino con una guerra che è proseguita da allora e che è servita da pretesto per l’invasione dell’Ucraina.

Il Guardian riferisce che in oltre un decennio la politica del Cremlino ha ridotto con attenzione il debito del settore pubblico e privato interno e ha concesso alla banca centrale il tempo di costruire un forziere di attività estere abbastanza grande da sostenere le finanze del Paese per mesi, se non anni. Ciò significa, prosegue il quotidiano britannico, che è improbabile che le sanzioni messe in atto negli ultimi due giorni da Ue, Usa, Regno Unito, Giappone e Canada abbiano effetti significativi sull’economia russa o sulla sua stabilità finanziaria.

Viene anche detto che solo l’intero pacchetto di misure utilizzate contro l’Iran, cioè escludendo la Russia dal sistema di pagamenti internazionali, Swift, e vietando anche gli acquisti di petrolio e gas russi, otterrà qualche risultato.

Come ha affermato Hosuk Lee-Makiyama, capo del Centro Europeo per l’Economia Politica Internazionale, l’Europa ha permesso a se stessa di integrarsi maggiormente con la Russia, mentre la Russia si è separata dall’Europa. Ha affermato che i paesi dell’Ue possedevano un totale di 300 miliardi di euro di beni russi che sarebbero stati vulnerabili alla confisca se fosse scoppiata una guerra finanziaria senza esclusione di colpi. Lo Regno Unito possiede miliardi in più tramite società come Bp, che ha una partecipazione di quasi il 20% nella compagnia petrolifera russa Rosneft.

Disconnettere la Russia dal sistema di pagamenti internazionale, quindi, non avrebbe lo stesso effetto di quello visto con l’Iran o la Corea del Nord

Lee-Makiyama afferma anche che questa è “un’opzione nucleare, ovvero che significa che ti stermini insieme al tuo nemico”. Swift, che è il principale sistema di pagamenti sicuro utilizzato dalle banche, può anche essere messo da parte da un suo meccanismo rivale sostenuto dal governo cinese, Cips, che la Russia potrebbe utilizzare per condurre i suoi affari finanziari integrati da transazioni dirette con le controparti.

È anche possibile, per i Paesi del G7 e dell’Ue, vietare l’acquisto di gas e petrolio russi, ma gli analisti delle materie prime concordano sul fatto che mentre c’è la capacità sui mercati petroliferi di compensare la perdita di forniture russe con un aumento dei prezzi limitato a 140 dollari al barile, non c’è speranza di aumentare la produzione di gas per colmare il vuoto creato da un embargo su quello russo.

Per l’Europa continentale poi – e in particolare per l’Italia – sarebbe un duro colpo, stante i volumi che ancora provengono dalla Russia, ma si dimentica sempre di pensare che il gas – come gli altri idrocarburi –  è importante per chi lo compra ma anche per chi lo vende: ecco perché le esportazioni di gas russo, sostanzialmente, sono sempre state affidabili anche durante forti momenti di contrapposizione militare. L’improvviso blocco delle forniture costringerebbe rapidamente i Paesi europei a razionare il gas e ad affidarsi maggiormente all’Lng proveniente da Stati Uniti e Paesi Arabi, ed è probabile che il prezzo torni a salire a livelli nove volte superiori, come si è visto prima dello scorso Natale.

Il quotidiano termina la sua analisi sentenziando che “senza i divieti alle esportazioni di gas e petrolio e l’espulsione dai sistemi di pagamento internazionali, l’impatto delle sanzioni alla Russia sarà limitato”, ma potrebbe esserlo comunque.

Abbiamo infatti dato a Mosca 8 anni di tempo per cambiare il suo sistema economico/commerciale/industriale. Come detto la Russia ha un potenziale industriale che ha approfittato delle sanzioni per implementarsi, e sebbene tra mille difficoltà, si cominciano a vederne gli effetti. Un esempio in questo senso è dato dalle turbine a gas per uso navale: dopo il 2014 Mosca ha subito l’embargo ucraino che ne ha bloccato la vendita insieme a molte altre componenti aeronautiche e navali costruite in Ucraina. La Russia quindi, lentamente e ancora non in modo del tutto efficace, ha potuto sostituire questi motori costruiti dalla Zorya-Mashproekt con altri prodotti autonomamente e così ha fatto, e sta facendo, con tutta una serie di prodotti.

 

NO PAX, i pacifinti complici dei guerrafondai, si tratta solo di ipocrisia e doppio standard morale, un pacifismo di facciata, puramente mediatico e propagandistico


NO PAX, i pacifinti complici dei guerrafondai

bandiera bianca

di Armando Manocchia 

 

https://www.imolaoggi.it/2022/02/28/no-pax-i-pacifinti-complici-dei-guerrafondai/

 

VOI CONTRO I NO VAX IO CONTRO I NO PAX, I PACIFINTI COMPLICI DEI GUERRAFONDAI* – Se è vero che sei contro la guerra, lo devi essere a prescindere, ipocrita! Non puoi inviare a Kiev armi anticarro, antiaeree e mitragliatrici. Se lo fai, SEI COMPLICE!

L’attuale governo ucraino fu insediato con un colpo di stato che procurò molte vittime. Colpo di stato sostenuto con numerose forniture di container colmi di armi sofisticate e soldi, provenienti da Germania, Gran Bretagna, USA, Canada ecc ecc .

Se è vero che sei pacifista, non puoi finanziare chi, a prescindere, fa la guerra. Beota! Non puoi regalare 110 milioni di euro allo “statista” che ballava con i pantaloni calati ed è stato messo lì come burattino grazie ad un colpo di stato ordito dai burattinai! Il colpo di stato del 2014 fu sostenuto militarmente anche da quelle milizie paramilitari neonaziste del battaglione Azov e di Pravi Sector. Si, quelli che sfilano con le svastiche naziste. Quelli che nel 2014 crocifiggevano vivi per poi incendiarli i loro nemici e quelli che i radical scic, dicono di combattere.

neonazisti ucraini con la bandierta della Nato

Se è vero che rispetti la Costituzione e i Trattati e le convenzioni internazionali, li devi rispettare a prescindere, idiota! Non puoi inviare militari in missione per rafforzare il contingente di quella che si chiama Nato ma si legge Usa, che non ha più nessuna credibilità. E non puoi neanche mandare Figliuolo perché ha già fatto abbastanza danni all’Italia. E non ce lo puoi mandare soprattutto perché in Costituzione è scritto che l’Italia ripudia la guerra.

Se è vero che sei solidale con la popolazione ucraina, lo devi essere anche con la popolazione russa, dal momento che non sono le popolazioni a volere le guerre; e poi, non devi definire le donne ucraine cameriere, badanti e amanti, imbecille!
Se è vero che condanni le aggressioni, sappi che, mentre i russi entravano in Ucraina, Israele lanciava un attacco aereo su Damasco che ha ucciso 6 persone e oltre 20 sono rimaste ferite – e nessuno ha gridato allo scandalo, ebete!

Ai NOPAX doppiopesisti vorrei ricordare il massacro di centinaia di innocenti pacifici e disarmati, avvenuto il 2 maggio 2014 alla Casa dei Sindacati di Odessa, su persone colpevoli soltanto di essere russe.

strage casa dei sindacati Odessa

L’amnesia è una patologia troppo diffusa.

In troppi che parlano di dialogo e ripetono che si devono parlare, hanno dimenticato che è dal 2014 che l’Ucraina rende la vita un inferno ai separatisti e vieta lo spazio aereo a tutti i voli CIVILI di linea russi che sono costretti a deviazioni di centinaia di chilometri ed hanno continuato a vietarlo persino due anni fa quando all’ inizio della ‘pandemia’, da Mosca inviarono decine di aerei con personale medico e materiale sanitario.

Da Rostov sul Don in Russia, nessuno può avvicinarsi al confine perché gli ucraini sparano su ogni auto con targa russa. E chi osa entrare in Ucraina con il nastro di San Giorgio, simbolo della vittoria dell’Armata Rossa sul nazismo, viene arrestato.

Perché i NO PAX non si chiedono con quale diritto noi alleati, leggasi colonie, perché la Nato, leggasi gli Usa, pretendono di avere basi militari- barra – nucleari a ridosso del confine russo? Vi risulta che i russi pretendano le stesse cose?

Si è vero, nel 1963 l’URSS, cioè l’Unione sovietica, bada bene l’Unione sovietica, non la Russia, non Putin, era l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche quella che con tonnellate di rubli finanziava i comunisti de noiantri, che ingiustamente volevano istallare basi militari a Cuba e giustamente, per tutta risposta, gli USA minacciarono di scatenare la terza guerra mondiale.

Ora, aldilà di ciò che il mainstream e i politicanti eurobei dicono, a parti invertite, gli USA minacciano di nuovo di scatenare la terza guerra mondiale.
Mentre a me risulta che da molti anni Putin chiede soltanto di TUTELARE la propria territorialità e da molti anni, come un disco rotto dice:
NO alla Nato in Ucraina! L’Ucraina resti neutrale! L’Ucraina rinunci ad aderire alla NATO! L’Ucraina riconosca che la Crimea è russa! L’Ucraina rispetti l’indipendenza delle repubbliche del Donbass!

In risposta, i NOPAX, e cioè, quelli che ora si stracciano le vesti e gridano al mostro, in questi lunghi anni, non hanno MAI cercato quel dialogo che cercano ora, ma hanno inflitto al popolo russo e non certo a Putin o alla Russia, ma alla popolazione russa, perché è sempre il popolo che subisce le conseguenze, solo EMBARGO, soltanto SANZIONI e che, se si fa un esame di coscienza e due conti, come un boomerang hanno fatto più danni alla popolazione russa e italiana, e certamente più danni alle nostre economie che a quelle russe.

Si potrebbe dire che la Russia ha bisogno di noi come noi abbiamo bisogno della Russia? Forse. Ma si può onestamente dire che la Russia può fare a meno di noi mentre noi non possiamo fare a meno della Russia. A meno che non ci riscaldiamo fregandoci le mani davanti al caminetto e non facciamo funzionare le aziende con i generatori di corrente e non ultimo, cambiamo la nostra alimentazione. Invece di importare grano e fertilizzanti per seminare grano, fonte primaria del nostro fabbisogno alimentare, mangeremo kebab, visto che facciamo a baci in bocca con i paesi canaglia a orologeria.

GUERRAFONDAI* sono coloro che, ogni 24 ore ne, passano 22 a “esportare la democrazia”.

Armando ManocchiaArmando Manocchia direttore di ImolaOggi,