Credit Suisse e Deutsche Bank sono sull'orlo del collasso? Cosa sta succedendo?
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Credit Suisse, una delle più grandi banche al mondo e seconda solo a UBS in Svizzera, si trova in un "momento critico". Lo afferma in una nota del CEO di Credit Suisse Ulrich Koerner, secondo quanto riportato dal portale finanziario TheStreet.
"Sono consapevole che ci sono molte incertezze e speculazioni sia all'interno che all'esterno della banca“, ha affermato Koerner. Secondo il dirigente del colosso svizzero, questo è un "momento critico" per la banca e le voci e le speculazioni aumenteranno.
Durante l'estate, il presidente del Credit Suisse Axel Lehmann ha nominato Körner amministratore delegato con il mandato di revisionare la banca, che negli ultimi anni ha subito uno scandalo di spionaggio aziendale, chiusure di fondi di investimento, perdite commerciali record e una serie di cause legali.
Questi scandali hanno riacceso la speculazione secondo cui il Credit Suisse fallirà o si fonderà con la rivale UBS. Secondo Business Insider, un anno fa Credit Suisse aveva una capitalizzazione di mercato di 22,3 miliardi di dollari, mentre ora ha un valore di mercato di 10,4 miliardi di dollari.
Gli scandali
Nel 2021, diversi scandali si sono praticamente susseguiti senza soluzione di continuità, causando perdite multimiliardarie alla banca e compromettendo la reputazione di Credit Suisse. Il primo è legato al fallimento della società britannica Greensill, fondata nel 2011 e specializzata nel concedere prestiti alle imprese e nel convertire i loro debiti in titoli finanziari che rivendeva agli investitori.
Tuttavia, questi ultimi, tra cui Credit Suisse, hanno iniziato a dubitare dei valori reali dei debiti e alla fine hanno abbandonato Greensill, che ha presentato istanza di fallimento nel marzo 2021. Fino a quel momento, la banca svizzera aveva investito 10 miliardi di dollari dei propri clienti nei prodotti della società britannica.
Il secondo scandalo è scoppiato nella primavera del 2021 e ha coinvolto Archegos Capital Management. Il suo fondatore, Bill Hwang, è un investitore sudcoreano con sede a New York, la cui società Tiger Asia è poi diventata Archegos dopo essere stata accusata di insider trading nel 2012. Alla fine Hwang ha convinto le banche, tra cui il Credit Suisse, a prestargli 30 miliardi di dollari per gli investimenti. Tuttavia, nel marzo 2021, le operazioni di Archegos non hanno più avuto successo e alla fine anche la società di Hwang è fallita, non riuscendo a coprire le perdite generate per le banche.
Per riprendersi da scandali e perdite record, Credit Suisse ha deciso di ricorrere a una radicale riorganizzazione. Il consiglio di amministrazione della banca ha anche consentito la vendita di divisioni redditizie. Durante il fine settimana, la direzione del Credit Suisse ha contattato i principali clienti e controparti per rassicurarli sulla stabilità finanziaria dell'istituto di credito svizzero, secondo quanto riportato dal Financial Times. Inoltre, secondo Reuters, la banca ha ufficialmente contattato gli investitori in merito a una possibile capitalizzazione aggiuntiva (uno dei vertici del Credit Suisse ha poi smentito questa informazione al FT). Sullo sfondo di queste notizie, le azioni della banca sono scese dell'11,52% il 3 ottobre, a 3,518 franchi svizzeri ($ 3,56) e hanno toccato un minimo storico.
"Per quanto riguarda il Credit Suisse, le azioni del secondo conglomerato finanziario svizzero sono scese vicino ai minimi del 2008", ha dichiarato il giornalista berlinese Vitali Smantser. Ha poi aggiunto che si tratta di un "segnale triste" per l'economia europea e globale.
I problemi di Deutsche Bank
Il Credit Suisse non è l'unica banca a navigare in cattive acque. Secondo Smantser, la ristrutturazione di Deutsche Bank è già iniziata, visti i minimi storici toccati dalle sue azioni.
"Prima di tutto, le notizie sul crollo delle azioni di Deutsche Bank sono legate all'incidente di Nord Stream", ha dichiarato Smantser al portale BFM. Secondo il giornalista, il danneggiamento delle condutture ha causato "panico nelle borse europee e, in primo luogo, questo, ovviamente, ha colpito l'economia tedesca e le azioni della Deutsche Bank, il più grande conglomerato finanziario" in Germania.
D'altra parte, il giornalista ha anche sottolineato che Deutsche Bank ha iniziato a perdere clienti a causa degli inconvenienti che si sono verificati nei suoi servizi. Tra questi, ad esempio, la riduzione del numero di sportelli automatici, che costringe gli utenti delle carte bancarie di Deutsche Bank a prelevare contanti presso altre banche e, di conseguenza, a pagare delle commissioni.
Tuttavia, l'esperto non vede alcun motivo di "panico", poiché è molto probabile che le autorità tedesche o dell'UE intervengano per "cercare di correggere la situazione". "In altre parole, come durante la crisi finanziaria del 2008, dobbiamo aspettarci che, molto probabilmente, il governo federale di Scholz fornirà un ulteriore pacchetto di misure, molto consistente, per, se non salvare, mantenere a galla Deutsche Bank".
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