Il bizzarro accordo energetico tra Scholz e Trudeau
“L’arte della semplicità è un rompicapo di complessità” – Douglas Horton
In agosto, il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva guidato una delegazione di alti dirigenti politici e commerciali in un viaggio in Canada. Alla ricerca disperata di ogni joule di energia primaria, la missione principale di Scholz era quella di implorare il Primo Ministro canadese Justin Trudeau affinché rendesse più spedita l’approvazione di nuovi impianti di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) lungo la costa atlantica del Canada, cosa che Trudeau si è sempre dimostrato restio a prendere in considerazione.
Nonostante i differenziali storici tra il prezzo del gas naturale in Nord America e nel resto del mondo, l’insegnante di teatro, diventato primo ministro, ha dichiarato di non essere in grado di trovare un’argomentazione commerciale convincente per la proposta (anche se ha lasciato la porta aperta per ulteriori considerazioni). Nella visione di un futuro senza combustibili fossili di Trudeau, questi investimenti multimiliardari saranno obsoleti prima di poter generare un ritorno economico. Quanto deve essere stato imbarazzante per i membri dell’élite europea sottomettersi ai capricci dell’ultimo “rampollo” entrato nell’arena politica.
Invece, i due Paesi hanno stipulato un bizzarro accordo per sviluppare una “catena transatlantica per l’approvvigionamento di idrogeno” (grassetto aggiunto):
“Il Canada e la Germania affermano che un nuovo patto sull’idrogeno darà il via ad una catena transatlantica per l’approvvigionamento di idrogeno, con le prime consegne previste fra soli tre anni.” Il ministro delle Risorse naturali Jonathan Wilkinson e il vicecancelliere tedesco Robert Habeck hanno firmato l’accordo martedì scorso nella città portuale di Stephenville, N.L., dove hanno partecipato ad una mostra sull’idrogeno insieme al primo ministro Justin Trudeau e al cancelliere Olaf Scholz.
L’accordo di cinque pagine è una “dichiarazione di intenti” per creare un’alleanza sull’idrogeno tra i due Paesi. Nei prossimi decenni, il mondo avrà bisogno di energia,” ha dichiarato Trudeau. “Avrà anche bisogno di assicurarsi che questa energia sia a zero- emissioni.”
Siamo rimasti un po’ stupiti quando abbiamo visto questi titoli. Sarà uno scherzo? Ahimè, come gran parte di ciò che proviene dall’attuale schieramento di leader occidentali, i due Paesi sembrano essere tanto seri nelle intenzioni quanto poco seri nella comprensione. Potremmo scrivere un intero articolo per dimostrare perché questo sforzo è destinato a essere solo un’altra boiata multimiliardaria, ma lasceremo perdere questi dettagli piuttosto rapidamente e proporremo invece alla Germania un’alternativa pratica e migliore. Entriamo nel merito.
Per capire perché l’alleanza per l’idrogeno tra Canada e Germania sarà certamente un epico flop che manderà in fumo tutti i sussidi elargiti per l’iniziativa, dobbiamo innanzitutto capire cosa viene effettivamente proposto. Sebbene molti dettagli importanti siano rimasti oscuri, le informazioni di dominio pubblico rivelano che per questa utopia energetica verde pianificata a livello centrale sono previste quattro fasi.
In primo luogo, il piano prevede un massiccio dispiegamento di nuovi parchi eolici lungo la costa occidentale dell’isola di Terranova. L’area è ideale per catturare l’energia dei forti venti da ovest a est provenienti dall’Oceano Atlantico: Terranova è la regione più ventosa del Canada e la corrente a getto passa proprio sopra l’isola. In secondo luogo, l’elettricità così generata dovrà essere trasmessa ad appositi punti di raccolta il che richiederà investimenti significativi in nuove infrastrutture. Una volta che i parchi eolici saranno in funzione e produrranno elettricità, il terzo passo sarà la produzione di idrogeno su scala industriale tramite elettrolisi. In questo caso, la Germania contribuirà con la sua notevole esperienza tecnologica. Giganti dell’ingegneria come Siemens AG hanno investito ingenti somme per perfezionare questo tipo di tecnologia e sono indubbiamente all’avanguardia.
Ma ora viene la parte difficile.
Anche supponendo che lo schema di cui sopra produca idrogeno ad un prezzo competitivo a livello globale (e su questo siamo scettici), con quali mezzi si pensa di trasportare grandi volumi di idrogeno da Terranova all’Europa? Certamente non direttamente, anche se molti rapporti e comunicati stampa lo lasciano intendere, dando falsamente per scontato che il trasporto dell’idrogeno sarà “semplice” come il trasporto del GNL, che non è affatto un compito facile. Secondo un rapporto australiano, le differenze intrinseche tra l’idrogeno e il gas naturale rendono estremamente difficile il trasporto diretto del primo, e “ci si dovrebbe aspettare che il trasporto di idrogeno sfuso via mare sia commercialmente fattibile solo dopo il 2030.”
Altri sono ancora più pessimisti. Michael Liebreich, fondatore di Bloomberg New Energy Finance, non vede alcuno scenario in cui sia economicamente sensato far attraversare gli oceani a navi cariche di idrogeno:“Se trasporteremo l’idrogeno su lunghe distanze, sarà attraverso una condotta. E, se non potremo farlo con le condutture, non lo faremo.”
La minore densità energetica volumetrica dell’idrogeno rispetto agli idrocarburi liquidi significa che, per trasportare la stessa quantità di energia del GNL, occorrerebbe un numero di navi tre volte superiore, e la perdita di energia dovuta al raffreddamento e alla liquefazione farebbe salire il numero a quattro.
Tecnicamente si può fare, ma economicamente non ha senso produrre idrogeno a un costo di 1 o 2 dollari al kg e trasportarlo in tutto il mondo ad un costo di 3 o 5 dollari al kg, ha detto Liebreich.”
Siamo d’accordo.
Non potendo realisticamente spedire l’idrogeno direttamente e in tempi brevi, i truffatori
fautori dell’idrogeno verde intendono trasformare l’idrogeno in
ammoniaca e spedirla, un concetto che ci siamo divertiti a ridicolizzare
in un precedente articolo.
Sebbene l’idea di utilizzare energia priva di carbonio per produrre
idrogeno per poi produrre ammoniaca sia davvero seducente – e la
sosteniamo con tutto il cuore nel giusto contesto – produrre ammoniaca
utilizzando l’idrogeno derivato dall’energia eolica a Terranova, dove
non esistono impianti Haber-Bosch, per poi utilizzarlo in Germania, è una follia. C’è un modo migliore.
Consideriamo che la Germania vorrebbe diventare un leader globale nella nuova economia dell’idrogeno “senza carbonio.” L’ammoniaca è di gran lunga una delle più importanti sostanze chimiche industriali prodotte oggi. Attualmente la sua produzione si basa sul carbone o sul gas naturale per ottenere l’idrogeno, che viene poi combinato con l’azoto dell’aria per produrre il fertilizzante. Circa il 2% delle emissioni totali di carbonio a livello globale può essere ricondotto alla produzione diretta di ammoniaca, cosa sottovaluta enormemente la sua importanza se si considera che quasi tutta la nostra produzione alimentare dipende da essa.
La Germania ha finalmente ceduto, accettando di mantenere in funzione le tre centrali nucleari rimaste, ma è ancora in possesso di altre tre che ha scioccamente chiuso l’anno scorso. Il Paese ha anche diversi impianti di produzione di ammoniaca che sono stati resi non competitivi a livello globale a causa dei prezzi elevati del gas naturale. Se l’obiettivo è quello di far sbarcare l’ammoniaca “senza emissioni di carbonio” in Germania, basta riaccendere le centrali nucleari dismesse e dedicarle alla produzione di ammoniaca!
Confrontate i costi di capitale e i rischi tecnologici associati all’accordo Canada-Germania con l’elegante semplicità di ciò che proponiamo qui:
I vantaggi sono numerosi. In primo luogo, e soprattutto, il progetto servirebbe a dimostrare che l’ammoniaca verde può essere prodotta su scala industriale. Inoltre, non comporterebbe rischi per la costruzione di enormi impianti di produzione di idrogeno e delle relative infrastrutture – beni che potrebbero essere facilmente riutilizzati se e quando le centrali nucleari dovessero essere nuovamente ritirate.
Questo piano riduce al minimo i costi di capitale e consente di produrre ammoniaca verde molto più rapidamente dell’assurdo progetto dell’idrogeno dal Canada. Inoltre, evita il trasporto marittimo e le conseguenti emissioni di carbonio che questi lunghi viaggi attraverso l’Atlantico comporterebbero. Invece di costruire un’intero parco di turbine eoliche, le relative linee di trasmissione, nuove infrastrutture per l’idrogeno e nuovi impianti di ammoniaca su scala mondiale, in Germania sono necessarie solo le linee di trasmissione e le infrastrutture per l’idrogeno, che aziende come Siemens AG e altri giganti dell’ingegneria tedesca possono realizzare in breve tempo.
Il nostro piano rappresenta anche un modo per salvare la faccia ai Verdi tedeschi, che potrebbero rinunciare alla loro assurda (e al limite del tradimento) opposizione al nucleare. Può essere venduto come un importante progetto dimostrativo che accelera la nascita di un’utopia verde all’idrogeno. Non importa quanto i tuoi avversari politici abbiano torto marcio, dare loro una scappatoia alla loro stupidità è di solito prudente.
Infine – e forse la cosa più importante – il mondo ha un disperato bisogno di fertilizzanti! Mentre i prezzi dell’energia primaria in Europa sono ben lontani dai massimi storici raggiunti qualche mese fa, i prezzi globali dell’ammoniaca sono ancora vicini al loro picco, circa cinque volte la media storica.
L’impatto di questi prezzi elevati dell’ammoniaca sull’inflazione e sulla sicurezza alimentare è notevole e il nostro piano consentirebbe alla Germania di svolgere un ruolo critico nell’alleviare la crisi, invece di esserne il principale artefice.
Il riavvio delle centrali nucleari tedesche per la produzione di ammoniaca verde sarebbe una potente dimostrazione dei vantaggi intrinseci dell’energia nucleare rispetto alle fonti rinnovabili intermittenti. Si potrebbe facilmente immaginare una flotta di piccoli reattori modulari che spuntano accanto agli impianti di ammoniaca esistenti in tutto il mondo, il che porterebbe ad una rapida decarbonizzazione della nostra catena di approvvigionamento alimentare ad una frazione dei costi contemplati da accordi come quello tra Canada e Germania.
Dimenticate Trudeau. Il Cancelliere Scholz potrebbe trovare un’argomentazione commerciale convincente in tutto questo?
Fonte: doomberg.substack.com
Link: https://doomberg.substack.com/p/cbe39748-13a2-4daa-aeeb-85be230740cd
19.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
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