Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi
Big Tech e Capitalismo di sorveglianza: dall’autocensura alla minaccia per la libertà
L’America è stata fondata sulla libertà: libertà di parola, libertà di associazione, libertà di credo e, soprattutto, libertà di autodeterminazione.
L’autodeterminazione, in termini di indipendenza americana, significava libertà dal controllo e dalla manipolazione da parte di una classe d’élite in Inghilterra, che non pensava agli interessi del popolo americano.
Quando Internet è stato sviluppato per la prima volta, le persone credevano che avrebbe offerto loro una libertà più ampia che mai, fornendo un accesso equo alle informazioni, insieme ai mezzi per condividerle e comunicare. All’inizio lo fece. Durante gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, i regimi che avevano costruito il loro potere controllando l’accesso alle informazioni, e usando la propaganda per controllare e manipolare il loro popolo, sono crollati uno dopo l’altro.
Tragicamente, questi strumenti di libertà sono stati presto riconvertiti dagli operatori mobili e dalle società tecnologiche desiderose di trarre profitto dal monitoraggio delle persone mentre utilizzavano Internet e le tecnologie wireless. Nel 2010, Internet non serviva più a consentire alle persone di comunicare liberamente e condividere informazioni. Era diventato tutto un raccogliere informazioni su tutti coloro che usavano la Rete, da cosa stavano guardando a con chi stavano parlando e cosa stavano dicendo.
Nel decennio successivo, un insieme di società tecnologiche, operatori mobili e agenzie governative – un gruppo che ora conosciamo col nome di “Big Tech” – ha perfezionato un nuovo modello di business: il Capitalismo di Sorveglianza. Hanno fornito servizi “gratuiti” o economici ai consumatori per raccogliere dati illimitati su di essi, analizzare quei dati e quindi utilizzare quegli stessi dati per controllarli e manipolarli in modi che per l’utente medio sarebbe difficile notare.
All’inizio, questa manipolazione era relativamente benigna: mostrare a un utente una pubblicità relativa a un prodotto che aveva cercato. Nel corso del tempo, tuttavia, con lo sviluppo di analisi basate sull’intelligenza artificiale e algoritmi fondati sulla psicologia, Big Tech ha iniziato a classificare le persone in gruppi in base alle loro caratteristiche fisiche (età, sesso, razza, ecc.) e alle loro convinzioni. Così, sulla base di queste classificazioni, Big Tech ha iniziato a condividere determinate informazioni con alcune di queste persone e a nascondere tali informazioni ad altri. Manipolando l’accesso alle informazioni, Big Tech è riuscita a frammentare la società e metterci l’uno contro l’altro. Conservatori contro liberali. Difensori dei diritti delle armi contro sostenitori del controllo delle armi. Giovani contro vecchi, giustizialisti contro non giustizialisti. Perché lo hanno fatto?
Siete davvero manipolati, usati e poi monetizzati da Big Tech? Ci potete scommettere. Potreste aver scherzato con qualcuno sul fatto che “probabilmente non avresti dovuto dirlo al telefono”, dopo aver commentato in modo particolarmente sagace un politico o un’idea spigolosa o una convinzione profondamente radicata, non è uno scherzo. Le vostre chiamate vengono infatti monitorate, come tutto il resto che fate con il vostro cellulare. E per questo tutti abbiamo cominciato ad autocensurarci.
Questa autocensura è uno degli aspetti più pericolosi dell’intercettazione e del monitoraggio di Big Tech. Se abbiamo paura di dire quello che pensiamo, presto smetteremo di pensarlo. Se siamo preoccupati di rivolgerci troppe volte alle “persone sbagliate”, alla fine smetteremo di associarci liberamente con gli altri. Spedendo un’e-mail o un testo, finiremo per scrivere parole inoffensive, attente, annacquate che non trasmettono più la profondità delle nostre convinzioni e passioni.
Questa di cui parlo non è una storia distopica e stravagante. Anche il romanzo 1984 e il film The Matrix non sembrano più finzione. La vita è imitare l’arte in modi terrificanti. Coloro che non lo sentono, non lo vedono e non lo temono negano ciò che sta realmente accadendo.
Ciò che sto condividendo con voi in questo scritto non piacerà alle classi dirigenti. Proprio come i despoti del passato, vogliono controllarti e manipolarti per farti diventare nient’altro che un automa sconsiderato, privo di poteri e innocuo contribuente, magari concentrato sullo shopping per l’ultima forma di soddisfazione materiale, mentre si abbattono, di volta in volta, sull’ultima priorità che l’élite ha stabilito come forma di propaganda: razzismo, ambiente, giustizia sociale, ecc.
Quindi che si fa? Si agisce. Ho fondato Volta Wireless per riportare la libertà su Internet, per consentire a tutti di comunicare e condividere informazioni liberamente senza doversi preoccupare che Big Tech tenga traccia di ogni loro mossa. Altri, preoccupati come me, stanno combattendo attraverso le loro aree di specializzazione. Perché, forse, se non permettiamo a Big Tech di rintracciarci, allora non saranno in grado di controllarci e manipolarci. E allora forse saremo in grado di iniziare a trovare un terreno comune e iniziare a rendere il mondo un posto migliore, insieme.
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE – TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
https://forum.freedomfest.com/big-tech-the-greatest-threat-to-american-freedom/
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