27 Lug 2022
Il Fallimento della strategia di Washington segna il cambio di paradigma
Fonte: ControInformazione
Non
occorre molto per comprendere che, dietro la cortina fumogena della
propaganda USA, inizia ad emergere il fallimento della strategia
statunitense di assedio alla Russia mediante il conflitto in Ucraina.
I
resoconti dal campo di battaglia trasmessi di media occidentali cercano
di travisare la realtà e descrivono una situazione di “successi” delle
forze ucraine che sono frutto dell’immaginazione delle fonti
occidentali.
La realtà dello stato delle forze ucraine è
invece drammatica: un esercito allo sbando che ha subito gigantesche
perdite, un vera carneficina, ad opera delle forze russe e che si è
dovuto ritirare da quasi tutta la parte est del paese, il Donbass, e che
si vede in rotta anche sugli ultimi caposaldi rimasti nel sud della
regione, espugnati uno per uno dalle forze russe.
Da ultimo le forze
russe hanno conquistato anche la la grande centrale termica di
Uglegorsk, da dove i nazisti ucraini hanno iniziato a fuggire. Le forze
russe stanno bonificando le ultime sacche di resistenza.
Anche vari analisti militari americani hanno riconosciuto che la situazione al fronte, nello scontro tra Russia e Ucraina, è del tutto a favore della Russia nonostante l’enorme accumulo di armi inviato dalla NATO e la presenza di numerosi istruttori occidentali sul territorio ucraino a supporto delle forze di Kiev.
Non ci vorrà molto perché tutti
giungano a questa conclusione. Ma resta il fatto, la Russia sta vincendo
su tutti i fronti: non solo su quello militare – sul campo di
battaglia, ma anche sul fronte politico, basti pensare al crollo del
sistema politico europeo e al continuo degrado dell’amministrazione
Biden negli Stati Uniti , con effetti di profonda crisi economica in
Europa e negli stessi USA.
Di fatto la Russia ha capovolto la
situazione, le sanzioni hanno colpito come un boomerang gli USA e la
stessa Europa con prospettive di un recessione prossima. Era questo che
volevano a Washington e Bruxelles?
L’economia russa si difende bene. Nel complesso, non c’è nulla che possa cambiare la direzione di sviluppo di ciascuno di questi aspetti. La Russia sta vincendo e svilupperà la vittoria sul campo di battaglia.
I leader Europei, campioni dell’atlantismo e della Russofobia, sono già estromessi di governi – Johnson fuori, Draghi fuori, idem per il premier bulgaro e per quello dell’Estonia. Anche Macron si trova in difficoltà e si può solo aspettare che decollino tutti. Il G7 sta svanendo nella storia come ininfluente.Dopo il vertice di Teheran, è sorta una nuova alleanza fra Russia Iran e Turchia, oltre al consolidamento di quella alleanza Russia-Cina che tanto preoccupa gli occidentali. Nel frattempo si amplia il gruppo BRICS con nuove adesioni: da ultimo quelle di Argentina e Iran. I grandi paesi in via di sviluppo voltano le spalle al dollaro ed intensificano la cooperazione con Mosca, dall’India all’Indonesia, al Sud Africa ed a molti altri paesi. Un campanello d’allarme per Washington.
Se qualcuno negli USA pensava di isolare la Russia oggi deve riconoscere di aver sbagliato i calcoli e prendere atto dei cambiamenti. A Biden mancano ancora due anni, ma lo scenario che si prepara è quello di una restaurazione repubblicana a Washington a seguito della collezione di fallimenti realizzati da questa amministrazione.
La strategia della Russia sul campo ha ampliato i suoi obiettivi
La
corsa delle potenze NATO a rifornire l’Ucraina di armi sempre più
potenti ha indotto Mosca ad adottare nuove misure di contrasto. Il
prezzo che l’Ucraina dovrà pagare alla sicurezza dei confini della
Russia e del Donbass sarà più alto.
Le dichiarazioni rilasciate dai funzionari russi non lasciano dubbi in proposito:
“Ora
la questione non è limitata al solo Donbass, l’intero territorio che
occupiamo non tornerà da nessuna parte, ci appartiene per sempre”.
Presto
l’offensiva russa significherà prendere Odessa. Fuori dubbio che questa
città diventerà per sempre parte della Federazione Russa. I russi non
si fermeranno e andranno oltre. Forse occuperanno Kharkov, forse
Dnepropetrovsk. Questo si vedrà in seguito.
D’altra parte era inevitabile l’allargamento del conflitto quando la NATO ha iniziato a fornire agli ucraini il sistema missilistico l’HIMARS e gli obici MLRS, con una portata e una precisione maggiori rispetto ad altre armi ucraine. Gli ucraini, con il supporto della NATO, hanno iniziato a usare queste armi non solo contro obiettivi militari russi, ma anche contro le aree residenziali di Lugansk e Donetsk e contro lo stesso territorio russo.
La risposta della Russia non ha tardato ad arrivare:
“Non
possiamo porre fine al conflitto nel Donbass. Dovremo espandere la
nostra presenza militare per spingere ulteriormente le forze ucraine
fino a che i loro mezzi non possano raggiungere gli abitanti di Lugansk e
Donetsk”.
Di certo non si fermerà l’ostilità dell’Ucraina contro la Russia, ostilità sobillata per anni dagli occidentali, ma presto non avranno più la possibilità di permetterselo quando capiranno di essere stati sacrificati dai loro governanti, Zelensky in testa, per gli interessi di Washington e della NATO.
Tutto indica che il conflitto sta per arrivare al suo epilogo: la Russia è stanca di giocare.
Putin ha recentemente affermato: “Non abbiamo nemmeno iniziato”, e ora i
russi dicono: “Ecco fatto, stiamo iniziando a usare mezzi dolorosi”.
Tale è la conseguenza dell’ostinazione occidentale nell’inviare armi sempre più sofisticate all’Ucraina.
Questo
conflitto sta producendo conseguenze planetarie. Si sono creati centri
di potere e di influenza che gli anglosassoni non possono più
controllare e che rifiutano il neocolonialismo occidentale di marca USA.
Il paradigma è cambiato e tutto indica che l’Occidente atlantista ha perso il controllo del mondo.
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