VACCINI & GRAFENE – 6. “NANOPARTICELLE TOSSICHE NEL SANGUE DEL 94 % DI 1.006 VACCINATI”. Studio Shock di 3 Chirurghi Italiani
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
«Caso N° 1 – Maschio 33 anni, sportivo con fisico atletico, in antecedenza esente da patologie. All’osservazione dopo un mese dall’aver ricevuto una dose di vaccino Pfizer riferisce marcata astenia, cefalea gravativa costante refrattaria ai comuni farmaci. Reuma-artralgie diffuse con dispnea da sforzo. (Fig. 1a e 1b) La foto evidenzia a sinistra la condizione ematica del Paziente prima degli inoculi, nella immagine a destra, dopo 2 mesi dall’inoculo, sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene, l’agglomerato è da porsi in relazione all’alterazione del potenziale Z».
A mettere nero su bianco l’ipotesi scientifica che sia stato il vituperato ossido di grafene a causare i coaguli nel sangue sono stati tre medici chirurghi italiani nella ricerca “Analisi al microscopio in campo oscuro sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione con due tipi di vaccino a mRNA”
Si tratta del Dr. Franco Giovannini, Medico Chirurgo, Speciaslista in Agopuntura, Ossigeno- Ozonoterapia, Emodiagnostica Microscopica, Centro Medico Biodiagnostica Giovannini, Sede AMBB, Mantova, del Dr. Riccardo Benzi Cipelli, Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia, Parodontologo Studio BENZI Dental Clinic, Vigevano, e infine del Dr. Gianpaolo Pisano, Medico Chirurgo, Specialista in Otorinolaringoiatria, Master in Citologia, Ricercatore presso Univ. UNISED.
Le conclusioni del loro studio erano già state anticipate da Gospa News nel reportage Vaccini & Grafene – 4 inerente il Convegno tenutosi a Savigliano (Cuneo) in cui un’esperta microscopio elettronico aveva analizzato i rilievi presentati dal dottor Giovannini evidenziando anomale presenze di concentrazioni di carbonio, evidente traccia di nanoparticelle di ossido di grafene che è un allotropo ad estrazione sintetica di tale metallo.
Nell’immagine 3 riferita allo stesso soggetto: «l’assemblaggio di inclusioni presumibilmente grafeniche assume connotati cristallini e di scaglie, come peraltro riportati in letteratura (5); inoltre è evidente una zona di influen- za viciniore, ad ali di farfalla, nel cui contesto avviene una organizzazione di tipo cristallino (2 mesi dall’inoculo)».
Mentre nella figura 4: «Questa immagine (a 2 mesi dall’inoculo) evidenzia la tipica strutturazione auto-aggregante in modalità fibro/tubulare delle inclusioni presumibilmente grafeniche, la sfumatura rossa è riferibile a particelle ferrose globulari spesso riscontrate nel sangue dei pazienti esaminati».
LA PUBBLICAZIONE SULLA RIVISTA DI TOSSICOLOGIA
«L’utilizzo dell’analisi microscopica del sangue periferico a fresco su vetrino, in campo oscuro, è una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo di un microscopio ottico cui è applicato uno speciale condensatore in grado di evidenziare particolari altrimenti non visibili, consentendo una prima valutazione dello stato di salute delle compo-nenti corpuscolate del sangue» hanno scritto i tre medici nello studio pubblicato in anteprima da Disinfection, supplemento periodico di ND rivista di di A.T.T.A., l’Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali presieduta da Marcello Lofrano.
Proprio Lofrano ha spiegato che l’attività di Atta è «interamente finalizzata alla “messa in sicurezza” degli ambienti chiusi, sulla scia delle devastanti problematiche che hanno contrassegnato il lungo biennio della pandemia di Covid-19».
Ed ha aggiunto di aver «ritenuto utile pubblicare il lavoro che vi accingete a leggere: non è certamente nelle nostre competenze valutarne l’impatto scientifico, ma è evidente che le osservazioni riportate dagli Autori rappresentano, quanto meno, un “sasso nello stagno” per ulteriori approfondimenti, nel contesto di quella “onestà intellettuale” che, da sempre, ha caratterizzato e caratterizza l’associazione».
«Nel presente studio abbiamo analizzato, con un microscopio ottico in campo oscuro, gocce di sangue periferico fresche prelevate median-te pungidito dal polpastrello di 1006 soggetti sintomatici dopo inoculazione con vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), a par- tire dal marzo 2021» si legge nell’Abstract della ricerca di Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano.
«In 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano il sospetto che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini stessi. Vengono riportati in dettaglio 4 casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell’intera casistica» riferisce ancora lo studio.
ALTERAZIONI DEI GLOBULI ROSSI NEL 94 % DEI VACCINATI
«Dei 1006 soggetti analizzati, 948 pari al 94% del totale evidenziavano, dopo inoculo di vaccini a mRNA a distanza media di un mese, varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. Sono necessari ulteriori studi per definire l’esatta natura delle particelle riscontrate nel sangue per individuare possibili soluzioni».
Questa scoperta, come quella del verme attorcigliato ai globuli rossi mostrato dalla loro collaboratrice microscopica al Convegno di Savigliano, avvalora non solo le affermazioni di un magistrato argentino circa la presenza di ossido di grafene nel siero genico a base di DNA messaggero Astrazeneca ma soprattutto quelle del chimico e accademico spagnolo Pablo Campra sul vaccino Pfizer a RNA messaggero pubblicate in differenti aggiornamenti sulla rivista scientifica Research Gate.
Non solo. Riporta alla mente lo studio sperimentale sull’ipotetico utilizzo dell’ossido di grafene nei vaccini SARS-Cov-2 condotto nell’estate del 2020 dalla dottoressa Ilaria Capua con altri ricercatori italiani all’interno degli studi sulle applicazioni biomediche di tale materiale nell’ambito del maxi-progetto della Commissione Europea Graphene Flagship.
Il derivato sintetico della grafite fu infatti sperimentato come stabilizzatore dei vettori di materiale genico che, prima dei sieri antiCovid, avevano incontrato ripetuti fallimenti nella biofarmarcologia industriale.
LE METICOLOSE ANALISI DEL CENTRO DI BIODIAGNOSTICA GIOVANNINI
«L’utilizzo dell’analisi microscopica del sangue a fresco su vetrino in campo oscuro consente una prima, immediata valutazione dello stato di salute delle componenti corpuscolate del sangue. Il completamento dell’analisi con la misurazione di pH, rH e rO (non mostrata nel presente studio) consente di definire precocemente eventuali alterazioni, prima che vengano rivelate dai tradizionali test coagulativi (di-dimero, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine etc.)»
Si legge nell’introduzione allo studio in cui vengono riportati i risultati delle analisi al microscopio in campo oscuro del sangue di 1006 pazienti che si sono rivolti al “Centro Medico Biodiagnostica Giovannini” per vari disturbi dopo inoculo di vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna). 12 soggetti dei 1006 analizzati avevano eseguito un esame del sangue periferico con la stessa me- todica, prima della vaccinazione (range 3 giorni – 1 anno circa). Per Materiali e Metodi vedi postilla a fondo pagina.
4 di questi 12 soggetti sono stati scelti come rappresentativi dell’intera casistica e vengono riportati in dettaglio con le relative immagini fotografiche.
Nel caso 3 esemplificativo, una donna di 84 anni, godeva di buona salute potendo gestire una vita di relazione soddisfacente in completa autonomia, la figura al microscopio n. 11 della ricerca rileva che «Si intravedono ai poli della figura una iniziale configurazione lamellare a scaglie cristalline riferibili ad inclusioni presumibilmente grafeniche, in ottemperanza al fatto che il campo di forze è più energico ai contorni dello stesso. (a 5 settimane dall’inoculo)».
Inevitabili le reazioni avverse gravi: «Alla seconda dose di Pfizer, manifestava una eritrodermia intensa al viso ed al torace, una intensificazione drammatica della bocca urente, dolori muscolari insostenibili e refrat- tari alla terapia antalgica, che il Reumatologo identificava, in capillaroscopia, come una forma ad esordio brutale di dermatopolimiosite. Gli esami dell’auto immunità confermavano la diagnosi».
LE CONCLUSIONI DELLA RICERCA
«Nel presente studio è stato analizzato il sangue al microscopio ottico in campo oscuro e in contrasto di fase di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione anti-COVID con Pfizer/BioNTech o Moder- na. In 948 soggetti su 1006, pari al 94% del totale analizzato, si sono evidenziate varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti ed è stata rilevata la presenza nel sangue periferico di particelle esogene puntiformi ed auto-luminescenti in campo oscuro, con una luminescenza decisamente superiore a quella della parete del globulo rosso ben ossigenato e con un aspetto caratteristico a “cielo stellato”» riportano i tre chirurghi nelle conclusioni.
«I soggetti analizzati dopo un intervallo di tempo maggiore presentavano tipicamente anche formazioni tubulari/fibrose e frequentemente anche cristalline e lamellari con morfologie estremamente complesse e costanti» ovvero l’inquietante verme attorcigliato evidenziato dall’esperta dottoressa Maria Carmen Valsania, specializzata nell’uso del microscopio elettronico, in riferimento all’analisi di un gruppo di globuli rossi di una persona vaccinata.
«Le analisi del sangue di dodici soggetti, eseguite con la stessa metodologia prima della vaccinazione, evidenziavano quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo l’inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente l’ipotesi che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini a mRNA» rimarcano i medici Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano.
Nella figura 28 «La foto è stata decontestualizzata dalle altre perché evidenzia nel modo più eclatante l’in- terfaccia di interazione tra emazie e particella presumibilmente grafenica, appartiene all’esame post inoculo del Pz. 2».
LA TOSSICITA’ VASCOLARE DELLA PROTEINA SPIKE DEI VACCINI RNA
«I 4 casi descritti nella presente serie sono rappresentativi dei 948 casi nei quali si sono trovate strutture e sostanze assolutamente anomale. Le alterazioni a carico degli eritrociti mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento a rouleaux, emolisi, condizioni suggestive per importante alterazione del potenziale Zeta. Inoltre, vi è la tendenza della fibrina a disporsi in cluster. Tali alterazioni potrebbero correlarsi con i disturbi di coagulazione dopo vaccinazione anti-COVID, causati anche dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike [2,3], prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA».
Tale tossicità era stata segnalata sia dal professor Luc Montagnier, vincitore del Nobel per la Medicina, che dal colonnello in pensione dell’Esercito Usa Lawrence Sellin, esperto di armi batteriologiche: entrambi erano infatti convinti che il SARS-Cov-2 fosse stato potenziato in laboratorio, come poi ritenuto probabile anche da altri autorevoli ricercatori come il presidente del Comitato Covid-19 di The Lancet, e il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
«Con questi quadri ematologici è lecito attendersi la riattivazione di situazioni oncologiche o lo scompenso di una senilità fisiologica verso forme di marasma accelerate, come il Caso n. 4 sembra confermare» rilevano i tre chirughi.
«In conclusione, mai si era osservato un così brusco cambiamento del sangue periferico dopo ino- culo di vaccini, con transizione da uno stato di perfetta normalità ad uno patologico, con emolisi, impacchettamento per adesione dei globuli rossi ed impilamento degli stessi in complessi e giganteschi conglomerati».
La loro analisi è simile a quella di alcuni ricercatori dell’Università di Palermo che hanno correlato i coaguli di sangue causati dai vaccini a trombosi letali nei vaccinati.
«Mai si era osservata la presenza di una così grande quantità di particelle esogene nel sangue apparentemente incompatibili con un normale flusso ematico del microcircolo e che si modificano nel tempo, con fenomeni di auto-aggregazione. Sono necessari ulteriori studi per definire la natura delle particelle riscontrate del sangue, quale sia la loro provenienza e per individuare possibili soluzioni».
Ma come aveva rivelato Gospa News già nell’inchiesta WuhanGates 49 la sperimentazione dell’utilizzo del grafene per finalità biomediche di controllo neurocerebrale fu avviata dall’agenzia militare DARPA del Pentagono americano fin dall’amministrazione Obama-Biden.
Sette anni prima che lo stesso Joseph Biden diventasse presidente USA e sponsorizzasse i sieri genici antiCovid delle Big Pharma americane, capaci di alterare pure il DNA secondo varie ricerche e anche una recente sentenza di un giudice di Firenze e ritenuti “omicidi di Stato” da alcuni magistrati tedeschi.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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