Il massacro è in trincea
di Gianandrea Gaiani - 01/08/2023
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-massacro-e-in-trincea
Fonte: La nuova bussola quotidiana
Ieri mattina l'Ucraina ha scagliato contro Mosca tre droni,
uno dei quali è stato abbattuto dai sistemi di difesa aerea russi,
mentre gli altri due sono stati fermati dai sistemi di disturbo
elettronico e sono precipitati sul complesso commerciale Moscow-City. Lo
ha annunciato il ministero della Difesa russo mentre il sindaco della
capitale russa, Sergej Sobjanin, ha riferito che «le facciate di due
complessi di uffici sono stati lievemente danneggiate» e un addetto alla
sicurezza è rimasto ferito. L'attacco ha determinato la chiusura
prudenziale dell'aeroporto di Vnukovo, uno dei quattro aeroporti di
Mosca, ma le operazioni sono poi riprese entro meno di un'ora.
Un
ennesimo attacco simbolico che ha l’obiettivo di mostrare la capacità
degli ucraini di raggiungere Mosca e diverse regioni russe ma
probabilmente anche quello di indurre i russi a scatenare pesanti
rappresaglie sui centri abitati ucraini: risposta che nelle valutazioni
di Kiev potrebbe imporre all’Occidente e alla NATO un maggiore
coinvolgimento nel conflitto. Opzione che col tempo diviene sempre più
stringente per l’Ucraina di fronte al pieno insuccesso della
controffensiva che da due mesi si infrange sulle munite linee difensive
russe.
Mosca per ora si limita a rispondere con attacchi di droni e
missili in profondità sul territorio ucraino tesi a distruggere depositi
di armi e munizioni, aeroporti, batterie di difesa aerea e stabilimenti
produttivi militari come quelli per la produzione dei droni aerei e
marittimi come quelli che l'Ucraina ha utilizzato per attaccare il ponte
di Crimea il 17 luglio.
Vladimir Putin, in conferenza stampa ha
detto ieri che «le forze armate russe hanno lanciato una serie di
attacchi preventivi ai luoghi da cui questi droni vengono inviati e in
cui vengono prodotti». Il presidente russo, al termine del vertice
Russia-Africa, ha detto incontrando i giornalisti a San Pietroburgo che
«le risorse della mobilitazione in Ucraina si esauriscono« e che le
forze ucraine dall’inizio della controffensiva, il 4 giugno, «hanno
perso 415 carri armati».
Impossibile trovare conferma a questi dati
come alle stime russe che valutano in almeno 60 mila i morti e feriti
ucraini nella controffensiva: del resto Kiev non fornisce dati
dettagliati limitandosi a sostenere di aver riconquistato in due mesi
poco più di 200 chilometri quadrati (più o meno la superfice dell’Isola
d’Elba).
Fonti militari ucraine e occidentali sentite dal Financial
Times hanno però di fatto confermato le dichiarazioni di Putin riferendo
che le truppe di Kiev avrebbero già perduto il 25 per cento dei mezzi e
armamenti occidentali forniti per la controffensiva.
Del resto
analisti e reporter sui media statunitensi (l’ultimo è il New York
Times) hanno evidenziato le difficoltà ucraine nella controffensiva
finora fallimentare: militari inesperti, reclute spesso troppo anziane
per l’assalto di fanteria, carenza di munizioni, coordinamento e
supporto aereo, superiorità dei russi in tutti i settori inclusa la
guerra elettronica.
Ciò nonostante su quasi tutti i fronti sta
crescendo l’intensità delle battaglie e secondo fonti del Pentagono
citate dal New York Times, la controffensiva ucraina avrebbe raggiunto
la massima spinta con migliaia di rinforzi che si stanno riversando
sulla prima linea, molti addestrati ed equipaggiati dall’Occidente e
finora tenuti di riserva.
Dopo sette settimane di infruttuosi
tentativi di superare gli avamposti che proteggono la prima delle tre
linee fortificate della cosiddetta Linea Surovikin, posta a difesa della
regione di Zaporizhia e degli accessi alla Crimea e al Mare d’Azov, le
truppe ucraine hanno guadagnato terreno raggiungendo la prima linea
russa nel settore di Orekhov-Rabotino riuscendo a incunearsi nelle
postazioni russe pur lasciando sul terreno, secondo fonti russe almeno
39 dei circa 120 mezzi corazzati impiegati dai tre battaglioni ucraini
inviati all’assalto. Alcuni mezzi corazzati occidentali di origine
americana, francese e svedese sino stati caduti in mano ai russi che li
hanno mostrati come trofei.
Per respingere l’assalto i russi
impiegato intensamente tutto il loro arsenale: artiglieria, aerei,
elicotteri, missili anticarro e le munizioni vaganti (o droni kamikaze)
Lancet, sempre più protagoniste sul campo di battaglia
Più a est,
sempre sul fronte di Zaporizhia si è combattuta un’altra feroce
battaglia che ha visto gli ucraini attaccare con decisione nel settore
del cosiddetto Saliente di Vremevsky, dove le linere russe si incuneano
nel territorio controllato dagli ucraini.
Obiettivo dell’attacco il
villaggio di Staromayorsk (la cui conquista è stata annunciata il 27
luglio dal presidente Volodymyr Zelensky) che i russi hanno difeso
efficacemente per diversi giorni prima di ritirarsi nei sobborghi
meridionali per poi contrattaccare in forze non prima di aver
bersagliati dalle colline circostanti con l’artiglieria i rinforzi
ucraini in arrivo.
La caduta della cittadina metterebbe in difficoltà
il fronte russo in quel settore e le ultime notizie di fonte russa che
giungono dal campo di battaglia riferiscono che le truppe scelte della
fanteria aviotrasportata russa hanno riconquistato il villaggio ridotto
in macerie. Lo schema di battaglia registrato a Staromayorsko Rabotino
si ripete da due mesi all’infinito trasformando la controffensiva
ucraina nell’ennesimo tritacarne di questa guerra.
E a proposito di
tritacarne, violentissime battaglie si registrano anche intorno a
Bakhmut/Artemovsk dove gli ucraini cercano da oltre un mese di penetrare
da nord e sud intorno al perimetro della città per riprenderne il
controllo.
Negli ultimi giorni la battaglia più intensa si sta
consumando intorno al villaggio di Klescheyevka, a sud di Bakhmut, dove i
russi hanno tenuto il centro del villaggio, appoggiati
dall’artiglieria, bloccando la penetrazione delle truppe ucraine e
respingendole dai sobborghi dell’abitato che viene ogni giorno preso
d’assalto dalle truppe di Kiev che continuano a far affluire riserve
nonostante le forti perdite.
Nelle ultime ore la fitta pioggia ha
rallentato gli attacchi ucraini nelle regioni di Zaporizhia e Donetsk
mentre più a nord, lungo il confine tra le regioni di Luhansk
(controllata quasi interamente dai russi) e Kharkiv (tornata sotto il
controllo di Kiev nel settembre 2022), sono le forze di Mosca ad aver
assunto decisamente l’iniziativa conquistando posizioni su posizioni
nelle ultime due settimane verso Kupyansk e Lyman.
I russi hanno
oltrepassato il fiume Zherebets a ovest di Svatovo- Kremennaya
costituendo una testa di ponte allargatisi progressivamente investendo
le difese ucraine verso le quali vengono fatti affluire rinforzi. Anche
ieri gli ucraini hanno dovuto ammettere ulteriori avanzate russe in
questo settore dove sono stati conquistati i villaggi di Sergivka,
Nadzheda e Novoegorovka e le alture circostanti.
Un più ampio
sfondamento russo in questo settore potrebbe mettere in difficoltà lo
schieramento ucraino nelle regioni di Karkhiv e Donetsk. Nelle retrovie,
secondo fonti militari ucraine, i russi schierano 100.000 uomini con
900 carri armati e altrettanti pezzi d’artiglieria anche se non è chiaro
se questo concentramento di forze verrà impiegato per una offensiva su
vasta scala o se per il momento avrà solo il compito di indurre gli
ucraini a rinforzare questo fronte sottraendo riserve preziose
all’offensiva in atto a Zaporizhia e Bakhmut.
Nessun commento:
Posta un commento