Dalla Operazione Barbarossa 2.0 alla Guerra d'Africa: stiamo vivendo un nuovo 1943?
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico
Credo che in questa terribile fase storica che stiamo vivendo valga la pena sovrapporre la cartina delle regioni dove si sviluppava il conflitto della seconda guerra mondiale in Europa, Mediterraneo, Nord Africa e Vicino Oriente nel 1943 e di confrontarla con la situazione negli stessi luoghi in questo 2023.
Nel 1943 – peraltro così come ora - abbiamo la guerra nel Donbass e nella grande Pianura Sarmatica. Di fatto quello in coso su queste terre oggi è un conflitto tra Nato e Russia dove l'Ucraina funge solo da campo di battaglia e il popolo ucraino da riserva di carne da cannone per le armi occidentali. Nel 1943 la situazione era molto simile con la Germania nazista che con i suoi alleati (Italia, Francia di Vichy, Ungheria, Romania ecc.) lanciava la sua Operazione Barbarossa di attacco verso l'URSS proprio facendo dilagare le proprie divisioni corazzate sulla grande pianura sarmatica - solcata da Dnepr - che oggi fa parte dell'Ucraina. Ulteriore somiglianza è che anche allora il governo di Kiev era tenuto da un governo collaborazionista a favore dell'invasione proveniente da occidente: non stupisce che il governante di allora, Stephan Bandera, sia l'eroe nazionale dell'Ucraina filo occidentale di Zelensky che vediamo oggi.
Cartina 1: aree dove il conflitto è aperto (vedi fiamma) e aree dove si vive uno stato di forte tensione tra paesi confinanti (vedi simbolo alta tensione)
Se guardiamo appena più a nord dell'Ucraina vediamo che ormai apertamente la Nato accumula armi e uomini in quello che nel 1943 i sovietici chiamavano "Primo Fronte Bielorusso", grossomodo il confine tra la attuale Polonia e la Bielorussia per intenderci. Un ulteriore particolare a mio avviso non da sottovalutare è l'incredibile riarmo in corso da parte della Polonia. Solo a titolo di esempio - dunque senza fare l'inventario completo - Varsavia ha acquistato centinaia di carri Abrams e altri veicoli corazzati dagli USA, centinaia di carri Black Panter K2 dalla Corea del Sud, elicotteri da combattimento statunitensi AH-64E Apache per un importo di circa 12 miliardi di dollari, aerei caccia FA-50 dalla Corea del sud oltre a sistemi radar, sistemi antiaerei, e una serie incredibile di altri materiali. Un riarmo quello polacco che viene difficile non definire fuori scala rispetto alle dimensioni dell'economia nazionale, oltre che un riarmo a tappe forzate. Non appare credibile che queste armi possano essere usate solo per le parate e per le esercitazioni e poi rimanere nei magazzini e nei bunker a fare la muffa. E' a mio modo di vedere evidente che Varsavia si sta preparando nella migliore delle ipotesi ad entrare in Ucraina (probabilmente per occupare la parte occidentale del paese così consentendo ai reparti ucraini presenti di andare al fronte verso est); ci sarebbe poi l'ipotesi più sciagurata, ovvero quella di un colpo di testa di Varsavia che attacca l'enclave russa di Kaliningrad o la Bielorussia. Da notare che l'ambasciatore russo a Minsk Gryzlov ha già dichiarato pubblicamente che Mosca in caso di attacco alla Bielorussia risponderà come se fosse essa stessa direttamente attaccata.
Guerra è ormai anche nel Mar Nero, dopo il fallimento del rinnovo del cosiddetto "corridoio del grano" che magari per il grano serviva a poco ma aveva comunque il merito di evitare la guerra navale in queste acque allargando ulteriormente il conflitto. Rilevante in questa guerra navale è che l'Ucraina ha già colpito con dei droni subacquei di fabbricazione occidentale, prima una petroliera a largo della Crimea e poi una nave da sbarco russa (la Olenegorsky Gornyak) nel porto russo di Novorossysk oltre naturalmente all'affondamento dell'ammiraglia russa Moskva avvenuto nei primi mesi di guerra.
Se nel 1943 nelle sponde mediterranee dell'Africa si fronteggiavano da un lato gli italiani e i tedeschi di Rommel contrapposti agli inglesi di Montgomery in questi giorni la situazione non appare meno turbolenta; dopo la caduta di Gheddafi a causa della vile guerra di aggressione Nato, la Libia si è di fatto spaccata in due parti; a occidente la Tripolitania filoturca e filoccidentale, mentre ad oriente la Cirenaica del Generale Haftar chiaramente filorussa.
Una guerra che pareva ormai dimenticata quella che si combatte da una decina d'anni nelle sabbie infuocate della Libia. Invece, improvvisamente anche questo quadrante ha ripreso importanza, perché la Libia è la porta verso il Sahel e l'Africa Nera che nel frattempo è esplosa tra guerre civili e colpi di stato dove le potenze in lotta (segnatamente Russia, Francia e USA) svolgono il ruolo di burattinai). E' proprio in questo senso che va interpretata la visita di ieri a Bengasi di una delegazione del Ministero della Difesa russo guidata dal vice ministro il colonnello generale Yunus-Bek Yevkurov. I russi ormai cercano sponde anche in Libia, chiaramente per avere una porta di facile accesso verso i paesi del Sahel, molti dei quali ormai apertamente alleati con Mosca. Ma anche alla alleanza occidentale non sfugge l'importanza chiave della Libia per il controllo dell'Africa Nera e del Sahel. Infatti si ha certezza che la Francia e gli USA stanno accumulando truppe e mezzi su larga scala presso la base aerea di Al-Wig nel sud della Libia, vicino al confine con il Ciad e il Niger. Secondo le fonti libiche che hanno reso pubblica questa notizia la Francia intenderebbe utilizzare la base libica per invadere il Niger (diventato alleato della Russia) attraverso i suoi territori settentrionali parallelamente all'intervento delle forze della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS).
Cartina 2: Paesi Ecowas sotto influenza russa e paesi Ecowas sotto influenza USA
Ma la grande differenza di questo conflitto che il Papa ha definito “guerra mondiale a pezzi” è che rispetto alla seconda guerra mondiale ha una profondità strategica del tutto nuova a causa dell'esplodere dell'Africa sub sahariana.
L'organizzazione ECOWAS dei paesi dell'Africa occidentale ha autorizzato l'uso della forza contro la giunta golpista del Niger che è sostenuta dai russi. Burchina Faso e Mauritania anche essi alleati della Russia si sono già dichiarati pronti alla guerra contro i paesi dell'ECOWAS che attaccheranno il Niger. Insomma, siamo ad un passo dal conflitto aperto tra ascari dei russi e ascari degli americani nel cuore dell'Africa. Forse, anzi, quella linea è superata a causa del fallimento delle trattative della settimana scorsa tra paesi ECOWAS e Niger. Da notare anche che a trattare in Niger si è recata anche la vice segretario di stato americana, Victoria Nuland, comunque senza riuscire ad ottenere nulla, se non gli sberleffi per la sua dieta da parte dei componenti della giunta militare.
In più c'è il Medio Oriente e la guerra in Siria dove i russi già combattono con i siriani contro le truppe ascare e terroriste islamiche foraggiate dalla Turchia (paese Nato) e dagli USA che hanno comunque occupato parte della Siria con loro truppe (in questo caso nessuno parla di "paese invaso" e "paese invasore")...
Attenzione che la guerra in Siria si salderà all'altra immediatamente se si arrivasse al confronto diretto tra Nato e Russia: il porto russo in territorio siriano di Tartus sarà immediatamente bersaglio Nato per levare punti d'appoggio alla flotta russa nel mediterraneo. A proposito, risulta in arrivo entro 15 giorni arriverà dalla flotta russa del mare del nord il lanciamissili classe Slava Marshal Ustinov e una delle due fregate classe Gorshkov che vanno ad aggiungersi a quanto già presente nel Mediterraneo, sottomarini e altre fregate. Segno questo di un aggravamento della situazione; e del resto con la guerra aperta nel Mar Nero, il Mediterraneo è direttamente interessato.
Un'ultima considerazione: gli americani hanno portato circa una brigata (tre battaglioni) di marines nel Mar Rosso ovviamente armati di tutto punto su portaelicotteri e navi da sbarco. Truppe che potrebbero essere buone per il Sudan, ormai filorusso e anche per gli Emirati Arabi sempre più alleati con la Cina per non parlare direttamente dei Sauditi.
Insomma, l'aggravamento è del tutto evidente e se si guarda il quadro generale è davvero difficile non considerare ottimistica la visione del papa di "Guerra mondiale a pezzi". Ormai siamo ad un passo da un confronto generalizzato che passa dalle sabbie del Sahara per arrivare fino al fiume Dnepr (sperando che non si allarghi addirittura alla Bielorussia magari passando per la Siria). Un fronte dunque lungo migliaia di chilometri che non ha pari nella storia dell'Umanità. Per il momento l'unico spazio che evita che le due aree fondamentali di conflitto si uniscano è il Mar Mediterraneo, che miracolosamente è ancora in pace tenendo separata la crisi nell'est Europa con la crisi africana e mediorientale.
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