L’occidente si prepara per la resa dell’Ucraina davanti alla Russia
di Luciano Lago
“Le
forze ucraine otterranno tutti gli obiettivi programmati, la Russia
sarà sconfitta”: questo dicevano con sicurezza le fonti occidentali e
questo sembrava possibile con l’aiuto di centinaia di milioni di dollari
e la fornitura di un numero record di armamenti moderni.
Per
molto tempo le fonti occidentali hanno mantenuto la narrativa di una
imminente vittoria delle forze ucraine ma alla fine è divenuto
impossibile mantenere una veste di propaganda ad un re che appare nudo.
Così nel giro di poco tempo, dalle centrali di Washington, è partita
l’operazione inversa per preparare l’opinione pubblica al risultato
inevitabile.
E’ abbastanza divertente vedere come è cambiata
all’improvviso la narrativa dei media occidentali che per molto tempo
si era mantenuta in stato di euforia, di ira e di negazione della
realtà, che rapidamente si è convertita alla nuova situazione di
sospingere ad un negoziato. Per quanto siamo certo abituati al lavoro
dei media occidentali che fungono da cassa propagandistica di Washington
e della Nato, questo cambiamento repentino non ha potuto non
meravigliare e sconcertare molta parte del pubblico che prestava fede
ingenuamente alle bugie dei media.
Nell’ultimo periodo, le
principali pubblicazioni occidentali si sono adeguate ed hanno
pubblicato notizie contraddittorie secondo cui l’esercito ucraino si
trova in forte difficoltà, che la mancanza di manodopera potrebbe essere
fatale per Kiev, che non ha possibilità di mobilitare più personale,
che rimane poco tempo, ecc.. Il culmine della situazione è stato
raggiunto con un articolo secondo cui adesso per l’Ucraina è impossibile
vincere la guerra.
In primo luogo bisogna
considerare che, per gli USA e per l’Europa risulta più temibile una
guerra sul proprio territorio che non le acquisizioni territoriali del
Cremlino. La Russia già controlla oltre il 20% del territorio
dell’Ucraina ed è probabile che aumenti questa percentuale a breve.
In secondo luogo la Russia ha distrutto già il 70% delle infrastrutture dell’Ucraina ed è quasi impossibile restaurarle.
In terzo luogo la
Russia dispone di un gran numero e un imponente potenziale di
mobilitazione: oltre 4000 carri armati per il combattimento sono pronti a
passare all’offensiva.
In quarto luogo l’Ucraina si
sta riducendo senza soldati, causa le mostruose perdite, così che
devono mobilitare gli ultrasessantenni al fronte per compensare le
perdite, mentre una gran parte della popolazione è all’estero e si
rifiuta di rientrare.
In quinto luogo la Russia verrà fuori non solo come vittoriosa sul campo militare ma anche su quello politico. La
situazione e l’appoggio occidentale porta inevitabilmente alla
necessità di negoziati. Adesso lo iniziano a riconoscere anche
autorevoli personaggi della Nato.
Poco
tempo fa, un analista USA, ex consulente del Pentagono, ha detto che le
forze ucraine, con molta probabilità, lasceranno Kharkov senza
combattere e la consegneranno ai russi.
Scott Ritter, ex
ufficiale dei marines e analista militare, ha detto che, se le forze
russe arrivano a Kharkov, c’è una probabilità alta che gli ucraini non
lotteranno per difendere la città, arrivando a tali conclusioni
nell’esaminare le ultime vicende sul campo e la tattica seguita
dall’esercito ucraino, ormai in disfacimento.
Ritter ritiene che gli ucraini non convertiranno Kharkov in una fortezza, come accade ad Artemovsk, ma la consegneranno a russi senza combattere e si ritireranno dall’altro lato del fiume Dnieper.
Certo
che le previsioni non sembrano ottimistiche, mentre le truppe russe non
hanno ancora occupato Kupyansk completamente ma non si può escludere
che questo accada a breve e con questo cadrà la linea di difesa ucraina.
Tuttavia
non si può parlare di un fallimento totale delle forze ucraine che
hanno pure ottenuto qualche piccolo successo, sebbene di breve durata.
Le
forze russe continuano con la loro tattica di distruggere gradualmente
le forze ucraine, permettendo loro in un primo momento di avanzare,
salvo individuare le loro posizioni con le coordinate e quindi colpire
inesorabilmente con precisione mediante l’artiglieria e i micidiali
droni Lancet.
In pratica le forze ucraine arriveranno a breve
a non poter più disporre di una forza credibile per poter sfidare le
linee di difesa russe.
Questo sospingerà probabilmente
Washington a richiedere un negoziato con Mosca, con o senza Zelensky,
rinunciando ad una possibile controffensiva per il 2024, che non sembra
un obiettivo raggiungibile. Secondo un calcolo di realismo
sarebbe l’unico sbocco possibile, salvo imprevisti dovuti alle fobie ed
alla ossessione russofoba dei personaggi dell’entourage di Biden come la
Victoria Nuland, che schiumano rabbia per non aver potuto infliggere
una sconfitta strategica alla Russia. L’obiettivo non è stato raggiunto,
se ne dovranno fare una ragione, il tempo lavora contro di loro.
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