Complessi parti multipolari
di Pierluigi Fagan - 24/08/2023
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Fonte: Pierluigi Fagan
È terminato il summit dei BRICS in Sud Africa. Star
dell’incontro il presidente indiano Modi. Putin era in remoto e sappiamo
in quali altre faccende affaccendato, Xi ha saltato senza dare ragioni
il primo incontro pubblico dei leader, Lula si è preoccupato di
rilasciare dichiarazioni che spegnessero l’impeto competitivo del gruppo
contro l’Occidente cui è legato anche in ragione di recenti incontri ed
accordi (USA ed UE). Per dire, era stato proprio Lula che aveva
annunciato nei mesi scorsi la volontà di varare la valuta alternativa al
dollaro. Occorre che s’impari a leggere questa complessa trama delle
nuove relazioni mondiali, a volte fai una dichiarazione prima di certi
incontri per ottenere qualcosa, è “politica”.
Il vertice, come
spiegato nel nostro scorso post, aveva al centro un punto, la questione
dell’allargamento del gruppo ad altri partner, una ventina in esplicita
richiesta di ammissione, un’altra ventina interessati a seguire. Poiché
molti seguono la geopolitica come seguono il calciomercato ovvero
seguendo “storie”, s’erano prematuramente eccitati immaginando roboanti
annunci di valute alternative al dollaro, ma nessuno aveva anticipato
tale intenzione nella preparazione del vertice, anzi era stato
esplicitamente escluso da indiani e sudafricani. Prima si fanno i
soggetti, poi i soggetti deliberano le proprie comuni intenzioni, semmai
vi riescono.
I primi due giorni, a parole, erano tutti entusiasti ed
uniti nel dichiarare la volontà di allargamento. Mercoledì notte,
riuniti a specificare i dettagli, si sono incagliati su punti presentati
da Modi, fresco di gloria spaziale. Come detto, Modi gioca una
complessa partita in cui occorre tener conto anche del fatto che l’anno
prossimo va ad elezioni per il terzo mandato, con alta frizione interna
che ha portato addirittura ben 26 diversi partiti, che più eterogenei
non si possono immaginare, a creare un cartello unico contro di lui
sotto la bandiera del terzo Gandhi, Rahul.
La complessa partita
sulla politica estera di Modi è relativa a molti punti: 1) ottenere il
prestigioso seggio al Consiglio di Sicurezza (India è il più grande
paese del pianeta ed è -al momento. La quinta economia, ma la quarta più
o meno l’anno prossimo, la terza per Pil PPA); 2) calibrare i delicati
rapporti con la Cina, sia localmente (confini), che arealmente (Asia),
che dentro i BRICS dove l’India vuole presentarsi come reale capofila
dei Global South dicendo la Cina è ormai un paese non più “in via di
sviluppo”. Da segnalare come il successo lunare dia all’India una
immagine assai attraente dal punto di vista tecnologico, chiave
importante per le ambizioni di sviluppo di terzi; 3) combattere proprio
contro Cina e Russia sul senso da dare ai BRICS ovvero una unione
economica e non una unione geopolitica o non del tutto. L’India,
infatti, intrattiene ottime e proficue relazioni con il Giappone,
l’Unione europea e soprattutto gli Stati Uniti d’America (anche militari
e nel Pacifico), senza per questo trascurare la vecchia amicizia con la
Russia; 4) in subordine al punto 2), una crescente attenzione
all’Africa che l’India ha per il momento colonizzato con una
apparentemente innocua diaspora di sarti e commercianti per la parte
sudorientale. C’è anche, poco notato, un crescente problema di rapporti
con certo mondo musulmano, problema etnico interno piuttosto sensibile,
che però ha riflesso su i codici di fratellanza islamica che è un mondo
altrettanto complesso.
Modi allora, mercoledì sera, si presenta con
due nuovi criteri limite per accettare le domande di ammissione dei
nuovi candidati: a) non esser sotto sanzioni; b) avere un Pil PPP di un
certo livello. Entrambi, vanno in direzione di dar ai BRICS il senso di
unione di cooperazione economia e meno geopolitica. Non vuole trovarsi
annegato in una pletora di paesotti senza senso imbarcati da cinesi e
russi solo per far “massa”, non vuole trovarsi in imbarazzo nel suo
gioco su più tavoli con gli occidentali. È probabile che -in parte-
avesse anche dalla sua parte il Brasile altrettanto sensibile a non
urtare troppo gli occidentali. Il Sud Africa ha giocato il ruolo di
mediatore, padrone di casa interessato al successo del vertice, a sua
volta orientato a rappresentare gli interessi continentali. Modi,
sapendolo, ha stabilito in un incontro bilaterale, che si farà promotore
dell’annessione dell’Unione Africana al G20 e forse poi, nel più
generale riassetto del Consiglio di Sicurezza, anche lì.
Si può
immaginare come la seconda richiesta possa esser stata valutata forse
contrattabile dai cinesi (i russi, in questo momento, non hanno un
grande peso o meglio lo hanno comunque e per varie ragioni, ma non sono
proprio nel miglior loro momento di far geopolitica), la prima no. A
parte escludere a priori le candidature di Iran e Venezuela, avrebbe
creato anche un imbarazzo palese con la Russia stessa e forse domani con
la Cina stessa. Non solo, avrebbe dato agli americani l’arma perfetta
per mettere sotto sanzioni chiunque a loro piacimento pur di interdire
le politiche interne lo stesso BRICS. Era evidente Modi avesse
presentato il punto per ottenere qualcos’altro, il punto non era
realistico ma contrattualistico.
Com’è finita la battaglia nelle segrete stanze?
Si
è deciso di non decidere i principi ma procedere pragmaticamente. Così
s’è deliberata l’ammissione dell’Arabia Saudita spinta dall'India e non
solo(che per altro sta giocando una sua propria partita con Iran da una
parte, Israele dall’altra e gli Stati Uniti a chiudere il quadrato,
anche AS come l’India va sul multi-allineamento), l’Egitto (Russia) e
gli Emirati Arabi Uniti (sponsorizzati dalla propria ricchezza e basta).
Seguono Argentina (sponsorizzata da Lula) e l’Iran (Cina) che alla fine
Modi ha dovuto ingoiare anche perché s’era messo in imbarazzo da solo
visto anche i più che ottimi rapporti bilaterali diretti. Infine,
l’Etiopia (Sud Africa) leader storico del senso africano. Pare che
l’Indonesia si sia chiamata fuori per il momento, ci sarà da capire
meglio perché e per quanto. Quindi i BRICS passano da cinque a undici,
da 01.01.24, da verificare con quali prerogative tra fondatori ed
associati.
Solo dichiarazioni congiunte in favore dell’ulteriore
esplorazione di una valuta comune da concordare e definire tecnicamente a
seguire mentre si riafferma l’impegno a nuove cooptazioni.
Modi ha
poi dovuto dichiarare di essere strafavorevole all'allargamento ("I
believe Brics and friendly countries present here can work together to
strengthen a multipolar world."), ma forse sovraeccitato dalla conquista
lunare, non ha calcolato che le sue uscite all'undicesima ora ieri
notte, si sono sapute. Difficile rendersi credibili nella difesa di
interessi terzi, quando ha dimostrato che più che altro si stava facendo
i fatti propri. i
Segnale finale? Da una parte la volontà
strategica c’è ed è confermata, dall’altra quando si passa dalla volontà
ai fatti, emerge tutta la delicata complessità di questo progetto e
siamo solo alle ammissioni, poi sarà la volta delle decisioni e degli
impegni fattivi. In sostanza, BRICS si avvia a diventare qualcosa che ha
la forza ed in parte la debolezza dell’Unione europea, forza economica
ed in parte finanziaria, geopolitica un po’ maggiore, ma da verificare
caso per caso e tavolo per tavolo.
Dall’altra G7 con ancora alta
forza finanziaria e geopolitica, in declino quella economica e
demografica. USA/G7 potrà aggredire paese per paese la unione BRICS
offrendo qualcosa in cambio di qualcos’altro. Paese per paese ci si
barcamenerà tra interessi a breve ed a medio-lungo. Di fatto, come nel
caso del presentarsi nel mercato di un concorrente che limita i
privilegi del precedente monopolista, l’intero processo spingerà USA/G7 a
doversi preoccupare della propria postura ed immagine (concreta non
pubblicitaria), che però sconta decenni e secoli di protervia
difficilmente cancellabili. Biden ha già annunciato importanti revisioni
nella composizione dei diritti, voti e rappresentanze in World Bank e
International Monetary Fund, mentre affila le armi per nuovi “divide et
impera”.
Certo, da oggi è chiaro che "tutto il mondo ti osserva" e
se predichi bene e razzoli male, gli spettatori diventeranno attori e
non a tuo favore.
Partita lunga e complessa che però arriverà
inevitabilmente ad una nuova configurazione di ordine mondiale, anzi che
è già arrivata anche se molti faticano a comprenderlo, tra ironie sui
“sogni di gloria alternativi” e gli eccessivi entusiasmi che non tengono
contro delle tante complessità e contraddizioni di processo. Il mondo
cambia, le nostre mentalità arrancano.
[Il nuovo mondo BRICS in geo-immagine]
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