Il ritorno della pestilenza del XX Secolo: gli intellettuali
Gli intellettuali di sinistra oggi offrono l’arsenico spacciandolo per miele, ma se contrasti le loro teorie distopiche vieni bandito. Odiano le persone comuni e l’America
Eric Hoffer
La pestilenza del XX Secolo che ha ucciso milioni di persone non fu l’influenza spagnola, né il comunismo, né il fascismo. Furono gli intellettuali. Gli intellettuali gettarono le fondamenta e le basi logiche del comunismo e del fascismo, che provocarono milioni di morti e inibirono scienza, arte e storia (e, contrariamente a quanto potreste aver letto, sì, il fascismo aveva sicuramente sostegni intellettuali e seguaci, soprattutto tra gli intellettuali francesi). Ricordatevi che i famigerati oratori delle ideologie totalitarie (Hitler, Lenin, Robespierre, Goebbels, Trotsky) erano considerati pericolosi da ascoltare, come essere ipnotizzati.
Orwell e Hoffer
Non c’è da meravigliarsi che sia George Orwell (“Gran parte del pensiero di sinistra è una specie di gioco con il fuoco da parte di persone che non sanno nemmeno che il fuoco è caldo”) sia Eric Hoffer (“Quando si esamina la questione di cosa in questo Paese faccia emergere tutto il rancore e l’odio dell’intellettuale americano, scopri che quello che non riesce proprio a digerire è la massa della gente”, cioè l’uomo comune, il “redneck”) esprimevano un disprezzo profondo per gli intellettuali.
Chi sono gli intellettuali
Prima di continuare, devo definire i miei termini. Gli intellettuali sono persone che hanno una padronanza delle parole e sono brave solo con le parole, o come ha deliziosamente affermato Thomas Sowell, sono “maestri del virtuosismo verbale”. L’intera ragion d’essere di alcune discipline si basa su questa capacità. Esempi sono avvocati, giornalisti, pastori, scrittori e diverse discipline universitarie.
Scienziati e artisti sono quindi esclusi. Anche se spesso vengono erroneamente raggruppati insieme, gli intellettuali, a differenza degli scienziati e degli artisti, rientrano in categorie diverse. In effetti, molto spesso, gli intellettuali sono nemici degli artisti e degli scienziati, soprattutto di questi ultimi perché si occupano di fatti invece che di opinioni (va da sé che solo alcuni intellettuali sono ossessionati dal totalitarismo).
Non è un fenomeno moderno. È con noi da quando alcuni individui furono dotati di diarrea verbale. Nell’antica Grecia c’erano intellettuali chiamati sofisti, così famosi per questo che la parola “sofista” è arrivata fino a noi per indicare qualcuno che è disinvolto nel sostenere un punto di vista assurdo o immorale. E in epoca romana, Cicerone osservò che “non c’è nulla di così assurdo che non sia stato detto da qualche filosofo”.
Quando sono andato per la prima volta all’università, una delle cose che ho imparato con mia sorpresa è che qualsiasi cosa può essere discussa e giustificata. E intendo qualsiasi! Nel dipartimento di inglese di un’università, una volta ho letto l’argomentazione di un intellettuale secondo cui in Beowulf il mostro assassino dovrebbe in realtà essere visto come l’eroe della storia. In filosofia, è comune affermare che, solo perché il sole è sempre sorto al mattino, non vi è alcuna garanzia che lo farà domani.
Da allora, ho visto che con il giusto uso delle parole e nelle giuste circostanze, un maestro del virtuosismo verbale può convincere chiunque di qualsiasi cosa, non importa quanto idiota, moralmente ripugnante o bizzarra.
Il lavaggio del cervello
Nello specifico, lo vediamo oggi nel culto della castrazione chiamato movimento transgender, o nei culti suicidi dei bianchi che promuovono la Critical Race Theory, o degli ebrei che promuovono gruppi e persone antisemiti. In particolare, consiglio vivamente al lettore di ascoltare Laurence Fox mentre rivela la giustificazione degli intellettuali di sinistra per la pedofilia e gli spettacoli di drag queen per bambini.
Tra i feroci musulmani, un imam può convincere gli uomini a commettere azioni diaboliche: omicidio, omicidio di massa e stupro, se nel nome di Dio e, quindi, si dimostrano eccezionalmente morali nel commettere tali crimini.
Per avere successo in questo lavaggio del cervello, (1) è necessario un certo grado di isolamento, in modo che a nessuno sia lasciato smascherare le sciocchezze (questo è il motivo per cui le università cancellano gli oratori conservatori, o perché i media assumono giornalisti “conservatori” che in realtà sono liberal), (2) la soppressione di fatti sconcertanti che portano alla dissonanza cognitiva è fondamentale, anche se la maggior parte delle volte basta semplicemente non menzionarli (come le celebrità che viaggiano su jet privati mentre sostengono minori emissioni di carbonio per combattere il cambiamento climatico) e (3) impiegare eufemismi per mascherare e rendere piacevoli affermazioni ripugnanti (guardate come suonano benevole organizzazioni come American Civil Liberties Movement, Black Lives Matter, Anti-Defamation League, Teaching for Change, For the People, Southern Poverty Law Center, Global Engagement Center).
Gli intellettuali di sinistra di oggi offrono l’arsenico chiamandolo miele, la censura del free speech chiamandolo hate speech, il razzismo chiamandolo inclusività e diversità, elezioni fraudolente chiamandole democrazia, mentre i metodi per prevenire le frodi elettorali sono chiamati “repressione degli elettori”. Come tutti i bugiardi patologici, sanno di essere più convincenti quando si comportano come se ci credessero davvero, sapendo allo stesso tempo che è una stronzata.
In apparenza ragionevoli
La cosa interessante è che le loro ragioni a prima vista sembrano logiche. In un certo senso, hanno senso. Ad esempio, è possibile osservare questo fenomeno leggendo la logica dietro tutte le innumerevoli cose che i liberal ora etichettano come “razziste” (tipo la vernice bianca, la grammatica, le dispense ben organizzate, o non sopportare i cattivi odori del corpo). Quando leggi gli argomenti, sembrano ragionevoli, sembrano avere una certa logica. Solo che sono tutte stronzate. Inizialmente potresti non essere in grado di spiegare perché è una stronzata, ma sai che è una stronzata.
Lo stesso vale per quasi tutte le altre ossessioni liberal. Come l’eutanasia, le “riparazioni” per la schiavitù, o le soluzioni per il cambiamento climatico. Una di queste è che dovremmo sterminare le mucche, perché emettono gas serra con la loro flatulenza, eliminare le fattorie e mangiare tutti grilli e scarafaggi. Tranne una manciata di allevamenti, riservata alle élites. C’è una certa logica in questo. Solo che è una stronzata.
Distopia orwelliana
La prima impressione è che alcune delle argomentazioni che circolano nella società odierna possano essere state partorite solo da un imbecille o da uno psicotico certificato, ma questa è una caratteristica del fanatismo. Caso tipico: una persona di colore innocente viene uccisa da poliziotti neri; è colpa dei bianchi. Oppure, l’argomento secondo cui la libertà di parola porta alla dittatura.
“La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza”. Ricordate “1984” di Orwell? La sua distopia era basata sulle società comuniste. Quando l’ho letto per la prima volta, proveniente dalla Cuba comunista, sono rimasto stupito da quanto fosse accurata la descrizione. Anche Czeslaw Milosz in “The Captive Mind” è rimasto sorpreso dalla precisione. Orwell probabilmente si rivoltò nella tomba quando Erich Fromm, uno psichiatra comunista di terz’ordine, sostenne nella postfazione che “1984” riguardava i Paesi democratici. Quella postfazione è ancora in stampa.
Naturalmente, la chiave per demolire l’argomentazione di un sofista è concentrarsi sulle premesse del sofista.
È vero, ci sono alcune affermazioni sbandierate oggi dagli intellettuali di sinistra che non hanno nemmeno un’apparenza di razionalità o uno straccio di argomentazione. Queste vengono semplicemente ripetute e chiunque rida o non sia d’accordo con loro viene immediatamente attaccato. Per esempio, che gli uomini possano rimanere incinti e abortire, o che gli uomini che fingono di essere donne dovrebbero poter praticare sport femminili (o, del resto, l’incapacità di definire cosa sia una donna).
Come diceva Orwell: “Alcune idee sono così stupide che solo gli intellettuali ci credono”.
L’odio per l’America
I totalitari di tutte le convinzioni nutrono un odio viscerale per l’America. Lo dicono. Ripetutamente. Quindi, naturalmente, odiano la Costituzione degli Stati Uniti. Al momento, è l’unica cosa che protegge gli americani dai totalitari di sinistra (Democratici) affamati di potere totale su di noi. Per due secoli la Costituzione è stata un baluardo contro i politici autoritari; il Bill of Rights, in particolare, ha protetto le libertà fondamentali in questo Paese da ripetuti attacchi.
All’inizio, gli intellettuali di sinistra hanno provato con un approccio sottile, ripetendo il mantra dal suono benevolo secondo cui “la Costituzione è un documento vivente”, ma che in realtà voleva dire “deve essere cambiata a nostro vantaggio”.
Al giorno d’oggi, ogni sottigliezza è stata abbandonata. Si riferiscono costantemente ad essa come a un documento superato, obsoleto, da cestinare o bruciare e – ovviamente – razzista (insieme ad altre cose razziste come il calcio, la grammatica, la forma fisica, l’ora legale, la matematica, il nuoto, le mappe, Dungeons & Dragons, famiglie con due genitori, aria condizionata). Oppure, vogliono eliminarne aspetti cruciali, come il collegio elettorale, il Secondo Emendamento o la Corte Suprema.
Vorrei concludere con una citazione di Eric Hoffer, i cui scritti sono stati relegati nell’oblio, mentre i conservatori, come al solito, non hanno fatto nulla per invertire questo status di non persona:
L’intellettuale si sentirà a casa dove a gestire gli affari è un’élite esclusiva, e non importa se si tratti di un’élite di aristocratici, soldati, mercanti o intellettuali. Preferirebbe un’élite culturalmente alfabetizzata, ma sopporterà quella che non lo è. Ciò che non può sopportare è una società dominata dalla gente comune. Non c’è niente che detesti di più del governo del popolo e dal popolo.
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