Dalla moneta comune alla missione in Africa: così il summit Brics sfida gli Usa
https://it.insideover.com/politica/dalla-moneta-comune-alla-missione-in-africa-cosi-il-summit-brics-sfida-gli-usa.htmlUsare una moneta comune per accelerare gli scambi commerciali reciproci. Allargare il “club” con nuovi partecipanti. Per il presidente cinese Xi Jinping, incrementare le relazioni con Paesi strategici al fine di aumentare l’influenza della Cina tra le economie emergenti, in un momento di rapporti ancora complicati con gli Stati Uniti e di difficoltà economiche interne. A Johannesburg è iniziato il vertice annuale dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che, fino al prossimo 24 agosto, affronterà temi caldissimi, in primis per l’Occidente.
Se per il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, i Brics avrebbero avviato un processo di espansione per diventare uno dei pilastri di un nuovo ordine mondiale policentrico, il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, proporrà, durante l’incontro, addirittura l’uso di una moneta comune tra i Paesi membri del gruppo. Intanto, Xi ne approfitterà per effettuare un tour di tre giorni in Africa dove, oltre a partecipare al suddetto summit, co-presiederà con il presidente sudafricano, Cyril Ramaphosa, il dialogo dei leader di Cina e Africa.
La proposta di Lula
A destare maggiore attenzione è la proposta di Lula sulla creazione di una valuta comune ai Paesi Brics, anticipata dal diretto interessato sui social network. L’eventuale valuta comune “consentirà maggiori scambi tra Paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo”, ha affermato il leader progressista riferendosi al dollaro.
Attenzione però, perché l’obiettivo del gruppo non consiste nel soppiantare il biglietto verde dall’oggi al domani, proponendo una valuta alternativa (prospettiva pressoché impossibile), bensì nel lanciare una valuta parallela allo stesso dollaro. “La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo”, ha aggiunto Lula, che vorrebbe incorporare nei Brics, tra le altre nazioni, Arabia Saudita e Argentina, mostrandosi inoltre favorevole anche all’ingresso dell’Iran.
Ma che cosa dovremmo aspettarci nel caso in cui l’ipotesi del presidente brasiliano dovesse concretizzarsi? Ci sono due ipotesi diametralmente opposte. Per il co-fondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki, un lancio di una moneta comune da parte dei Brics potrebbe significare il crollo del dollaro. “Uno dei più grandi cambiamenti nella storia del mondo avverrà il 22 agosto 2023. Le nazioni Brics stanno tenendo una conferenza a Johannesburg per creare la propria valuta d’oro. Cosa significa questo per il dollaro Usa?”, si è chiesto l’esperto, secondo quanto riporta la piattaforma finanziaria Investing.com.
Diverso il parere dell’ex economista di Goldman Sachs, Jim O’Neill – lo stesso che ha coniato l’acronimo Brics- che ha respinto come “ridicola” l’idea che il gruppo di nazioni emergenti possa sviluppare la propria valuta.
Il tour africano di Xi
Accanto al dossier economico c’è da monitorare il viaggio di Xi Jinping in Sudafrica, la seconda trasferta all’estero effettuata dal leader cinese – dopo quella in Russia da Vladimir Putin – da quando il Dragone ha abbandonato le norme anti Covid. Il summit in Sudafrica è per Xi un’occasione per valutare le amicizie a livello internazionale, a soli pochi giorni dall’incontro a Camp David tra il presidente Usa, Joe Biden, il presidente sud-coreano, Yoon Suk-yeol, e il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, che hanno mostrato unità nelle critiche a Pechino, contro il “pericoloso e aggressivo comportamento” della Cina nell’Indo-Pacifico.
In ogni caso, per Xi si tratta del primo vertice in persona dei Brics (che valgono più del 40% della popolazione mondiale) dopo la pandemia del Covid-19. Il presidentissimo cinese userà questo palcoscenico per capire come rafforzare i legami con i governi africani. Le nazioni del continente, infatti, vogliono vedere dal canto loro come (e se) il gruppo potrà dare loro una voce più grande sulla scena mondiale. Ed è qui che Pechino cercherà in tutti i modi di espandere la propria influenza, approfittando anche dell’assenza fisica di Putin.
Il futuro dei Brics
È sempre più difficile, intanto, decifrare il futuro dei Brics, tra errate interpretazioni e molteplici “wishful thinking”. C’e chi sottolinea come il gruppo sia attraversato da contraddizioni e spaccature enormi. Eppure, i membri continuano a collaborare tra loro al netto di grandi differenze. E ancora, ad esempio, mentre la Cina e il Sudafrica stanno spingendo per espandere il club Brics ad altri Paesi del sud del mondo, l’India si starebbe opponendo.
“Condividiamo pienamente questo approccio”, ha tuttavia spiegato Lavrov. “Il nostro gruppo ha molti Paesi che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo. I Brics sono visti come una forza positiva che può rafforzare la solidarietà del Sud del mondo e dell’Est del mondo e diventare uno dei pilastri di un nuovo ordine mondiale più giusto e policentrico. I cinque i paesi sono pronti a rispondere a questa richiesta. Ecco perché abbiamo avviato il processo di espansione”, ha sottolineato l’alto funzionario del Cremlino.
Gli occhi del mondo sono puntati sul Sudafrica. Il tutto per provare a
interpretare le mosse dei Brics e capire cosa tiene legato insieme
Paesi tra loro cosi diversi.
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