Il primo ministro neozelandese chiede un sistema di censura globale
- Oggi condivido un articolo che aiuta a capire che è importante sostenere la globalizzazione politica e che non sostenerla vuol dire essere razzisti, xenofobi, e suprematisti. Oppure dei super fessi che non capiscono che per affrontare i problemi odierni, che si presentano su scala internazionale, ci vogliono politiche su scala simile: ad esempio il problema della libertà di espressione, specie con tutte le innovazioni tecnologiche in corso, come lo affronti se non su scala globale? Jacina Ardern, giovane e brillante donna che guida il partito laburista neozelandese, nonchè Primo Ministro del paese, non è xenofoba e lo sa bene.
Il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern è l’ultimo leader liberal a chiedere un’alleanza internazionale per censurare la libertà di parola. Insoddisfatti della censura aziendale senza precedenti delle società di social media, leader come Hillary Clinton sono passati dalla censura privata alla buona vecchia censura di Stato*. La regolamentazione della libertà di parola è diventata una questione di fede per la sinistra. La Ardern ha esternato il suo discorso di questa settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per invocare la censura su scala globale.
La Ardern si è scagliata contro la “disinformazione” e ha chiesto una coalizione globale per il controllo della libertà di parola. Dopo aver fatto un cenno positivo a questa libertà, ha continuato delineando un piano per la sua scomparsa attraverso la regolamentazione governativa:
- “Ma cosa succede se una bugia, raccontata ripetutamente e su molte piattaforme, spinge, ispira o motiva qualcuno a prendere le armi. A minacciare la sicurezza degli altri. A chiudere un occhio sulle atrocità o, peggio, a diventarne complici. Che cosa succede allora? Non si tratta più di un’ipotesi. Le armi da guerra sono cambiate, sono su di noi e richiedono lo stesso livello di azione e attività che abbiamo messo contro le armi precedenti un tempo. Abbiamo riconosciuto le minacce che le vecchie armi creavano. Ci siamo riuniti come comunità per ridurre al minimo queste minacce. Abbiamo creato regole, norme e aspettative internazionali. Non abbiamo mai visto tutto ciò come una minaccia alle nostre libertà individuali, ma piuttosto come una loro salvaguardia. Lo stesso deve valere ora che affrontiamo queste nuove sfide”.
La Ardern ha notato come gli estremisti usino la parola per diffondere menzogne senza notare che i non estremisti usano la stessa libertà di parola per contrastare tali opinioni. Per rispondere alla sua domanda su “come si affronta il cambiamento climatico se la gente non crede che esista”: è necessario convincere le persone usando la stessa libertà di parola. Invece, la Ardern sembra voler mettere a tacere chi ha dei dubbi.
Pur riferendosi a una coalizione per la censura globale come a un “approccio soft alla disinformazione”, la Ardern ha rivelato la portata di tale sistema. Ha difeso la necessità di questa censura globale per combattere coloro che mettono in discussione il cambiamento climatico e per fermare “retoriche e ideologie odiose e pericolose”.
- “Dopotutto, come si fa a porre fine con successo a una guerra se la gente è portata a credere che la ragione della sua esistenza sia non solo legale ma anche nobile? Come si può affrontare il cambiamento climatico se la gente non crede che esista? Come si fa a garantire che i diritti umani degli altri siano rispettati, se sono soggetti a una retorica e a un’ideologia odiose e pericolose”?
È la stessa logica usata da Paesi autoritari come Cina, Iran e Russia per censurare dissidenti, gruppi minoritari e rivali politici. Ciò che è “odioso” e “pericoloso” è un concetto fluido che i governi hanno storicamente utilizzato per mettere a tacere i critici o i dissidenti.
La Ardern è il volto sorridente della nuova generazione di censori. Almeno la vecchia generazione di censori, come gli iraniani, non finge di sostenere la libertà di parola e ammette apertamente che si tratta di schiacciare il dissenso. Il punto è che dobbiamo stare altrettanto in guardia quando la censura viene spinta da sinistra con le migliori motivazioni e i peggiori mezzi.
Come disse una volta il grande libertario civile, Louis Brandeis, “i maggiori pericoli per la libertà si nascondono nell’insidiosa invasione da parte di uomini pieni di zelo, ben intenzionati ma privi di comprensione”.
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