Finora le tattiche dell'impero USA, ormai al tramonto, sembrano più dei bluff che servono per contenere la disgregazione dell'alleana, alla quale gli stessi partners non credono più, che non un approccio strategico nei confronti dell'avversario, russo o cinese o iraniano che sia. Questi paesi non si faranno certo intimidire da queste tattiche monocordi e ripetute all'infinito con poche aride varianti. La verità, ormai dimostrata dal conflitto in Ucraina il cui esito ormai è evidente, è che questi paesi sono disposti a combattere vere guerre e a vincerle sul campo, mentre la NATO le guerre le combatte solo contro nemici in totale inferiorità di mezzi e di risorse (Iraq, Afganistan, Libia, ecc., anche se riesce a perderle comunque), altrimenti le fa combattere agli altri, Ucraina docet. claudio
05 Lug 2022
Tattiche senza strategia fanno un sacco di chiasso inutile prima della sconfitta.
Fonte: ControInformazione
Sun Tzu ha parlato. Ma come fanno a saperlo nel Nord Atlantico
Fra i risultati del vertice Nato di Madrid, si può tranquillamente aggiungere che l’alleanza è riuscita ufficialmente a farsi un altro nemico. La Cina, situata a migliaia di chilometri dall’Europa, è stata citata come una sfida strategica all’alleanza.
I paesi della NATO hanno espresso insoddisfazione per il Celeste Impero, accusando Pechino di riavvicinamento “sconfinato” con la Russia, “azioni ibride” e “politiche coercitive” che minano i valori e la sicurezza occidentali (!). Non c’era alcuna spiegazione su cosa, chi e come la Cina “forzi la sicurezza” e altro, anche se probabilmente questo significava il rapporto tra la RPC e Taiwan. Naturalmente, non c’erano dettagli anche sul rapporto tra la sicurezza di Taiwan e la sicurezza dell’alleanza limitata dai paesi europei (senza contare gli Stati Uniti e il Canada e in parte la Turchia).
Decidendo che ciò non bastava, la Cina è stata anche accusata di aver costruito segretamente (beh, come, in modo che nessuno potesse controllare) il suo potenziale strategico, compreso quello nucleare (doveva forse chiedere il permesso a Washington?).
La risposta a tali “attività sovversive” della RPC dovrebbe essere l’espansione della NATO nella regione Asia-Pacifico. Anche sotto forma di piccole alleanze “locali” che circondano la Cina, come AUKUS (Australia, Gran Bretagna, USA), QUAD (o il “Quadripartite Security Dialogue” composto da USA, Australia, India e Giappone) e PBP sono recentemente diventate (o “Partners in the Blue Pacific” creati da Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Australia e Nuova Zelanda).
Come gli Stati Uniti siano riusciti a convincere i propri partner del “successo” dell’idea di dimostrare alla Cina di essere osteggiata da tutta l’Europa collettiva, e non solo da Washington, è ancora una domanda. Quanto voleva la Turchia per questo trucco è ancora più interessante.
Ora
è curioso su quale tipo di risposta Pechino stia ora preparando verso
questa Europa collettiva. Non c’è dubbio, conoscendo gli strateghi
politici cinesi, che un contrattacco può essere abbastanza sottile e
inaspettato…
Nota: Nell’ostilità manifesta degli USA verso
qualsiasi paese che possa incrinare l’egemonia unipolare di Washington,
quest’ultima utilizza la NATO e la trascina dietro a difesa dei propri
interessi egemonici. Niente di meglio per dimostrare quanto la NATO sia
lo strumento militare dell’Impero USA in totale contraddizione rispetto
agli interessi europei.
Dmitrij Egorchenkov
Fonte: New Front
Traduzione e nota: Luciano Lago
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