Perfetti conosciuti
di Marco Travaglio - 27/07/2023
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
La famosa controffensiva ucraina di primavera, annunciata
in autunno-inverno e partita in estate, si sta rivelando un disastro. E
aggiungiamo “purtroppo”, perché significa altri morti, feriti, profughi e
distruzioni. Ma la notizia – confermata financo da Kiev e dalla stampa
atlantista – può stupire solo chi confonde l’informazione con la
propaganda. Non noi del Fatto, che abbiamo la fortuna di ospitare
analisti indipendenti e informati e fin dall’inizio abbiamo scritto come
sarebbe finita: malissimo. Infatti ora il rischio è che il flop ucraino
inneschi una controffensiva russa, come da avvisaglie a Kharkiv,
Kupyansk e Odessa. Diversamente da chi ha passato 17 mesi a infilarci in
liste di putiniani e un mese fa ci iscriveva fra gli sconfitti del
golpe-operetta di Prigozhin (che poi ha deluso il fan club), noi non
combattiamo guerre a mezzo stampa e non chiediamo a Tizio o Caio di
scusarsi per ciò che ha scritto. Ma gli “esperti” che dal 24 febbraio
2022 non ne azzeccano una puntando il dito su chi le azzecca tutte
dovrebbero almeno dare una controllatina alle loro fonti, per limitare
le balle e il ridicolo. Magari domani le loro previsioni si avvereranno
tutte insieme. Ma al momento Putin non è caduto, l’economia russa non è
in default, le sue fabbriche producono più di prima (più missili degli
Usa), le sanzioni danneggiano più i sanzionatori che il sanzionato,
l’isolamento di Mosca non esiste (ora, oltre a Pechino, c’è pure Riad),
il Fmi raddoppia la stima sul suo Pil mentre quello europeo ristagna,
gli auto-bombardamenti russi ai gasdotti, alla centrale di Zaporizhzhia e
al ponte di Crimea erano bufale, l’armata russa continua a ricevere
truppe, armi e munizioni fresche, le sue difese dentate e minate nelle
quattro regioni occupate reggono e fanno il tiro al bersaglio sui
costosissimi Leopard 2 tedeschi e sui Bradley americani, mentre i
soldati ucraini stremati, impreparati e senza ricambi vengono mandati al
macello in trincea da comandanti senza strategia. Come ripete da mesi
il generale Milley, capo di tutte le forze Usa.
Stiamo parlando
dell’esercito più armato e più finanziato d’Europa: l’invincibile armata
dell’Ucraina+“Nato allargata” (40 Paesi contro uno) che finora non ha
neppure scalfito la tragicomica “armata rotta” di Putin. Infatti, non
riuscendo a riconquistare che piccoli fazzoletti di terra, Zelensky si
sfoga con attentati in Russia e in Crimea di nessun peso militare, solo
per convincere un Occidente svenato, scettico e diviso a non mollarlo.
Se le nostre Sturmtruppen cambiassero registro, o almeno occhiali,
potrebbero persino scoprire che chi rischia l’umiliazione non è Putin,
ma Zelensky. E il negoziato non conviene alla Russia, ma all’Ucraina,
finché ne resta qualcosa.
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