Affari Esteri Una raffica di sciocchezze contro l’Ucraina sta continuando la guerra fasulla
di Martin Jay
Zelensky non è il leader che negozierà la pace con la Russia, non ora, non in qualsiasi momento, scrive Martin Jay.
La
rivista Foreign Affairs ha avuto un breve momento di attenzione al di
là del suo normale pubblico limitato ed elitario quando ha posto la
domanda: “L’Ucraina dovrebbe negoziare con la Russia?” Ha presentato al
lettore un tomo di lettura che ha approfondito questo argomento e, a
prima vista, sembrava presentare una prospettiva saliente su ciò che ora
tutti dovremmo accettare è un cessate il fuoco non ufficiale dichiarato
dall’Ucraina dopo aver esaurito il materiale necessario per la guerra:
le munizioni.
Naturalmente, non era affatto una dichiarazione di cessate il fuoco. Ti stavo assecondando e nessuno può biasimarmi per questo vista la qualità degli articoli pubblicati da Foreign Affairs.
Che spazzatura assoluta erano questi articoli! In generale, ruotavano tutti attorno a un tema incombente che è noioso nel migliore dei casi e delirante nel peggiore dei casi: che gli Stati Uniti erano ancora una superpotenza e detenevano valori più alti della Russia e del suo presidente.
La sola idea che il presidente Zelensky sia persino in grado di negoziare un trattato di pace è esilarante. Ma ciò che ti farà bagnare quando ti addentrerai nel pantheon delle chiacchiere paternalistiche è il modo in cui gli autori non riescono a riconoscere che la guerra in Ucraina la sta lentamente perdendo l’Ucraina e i suoi partner della NATO e che spetta, secondo loro, ìalla Russia stringere i denti e fare una serie di concessioni prima di strisciare in ginocchio davanti ai capi della NATO e chiedere perdono.
Gli autori sottolineano che prima che l’Occidente possa prendere in considerazione i colloqui di pace, la Russia deve ridurre le sue attività in tutto il mondo – detto in codice per “smettere di farsi più amici e alleati” – a quel punto le élite occidentali le permetterebbero di tornare al “tavolo delle nazioni responsabili”.
Questa narrativa delirante, qualcuno potrebbe obiettare, è ciò che ha messo l’Occidente nei guai in cui si trova, in primo luogo perché l’incredibile incapacità di guardare alla realtà sul campo e dove gli Stati Uniti sono nel mondo oggi, ci ha portato a 130 miliardi di dollari di denaro USA spesi per sostenere una guerra che né l’Occidente né l’Ucraina possono vincere. La semplice idea che l’Occidente detenga un alto livello morale e che spetti alla Russia ripulire le sue azioni, prima che possa essere ammessa di nuovo come membro ospite del country club, è esilarante.
Queste nazioni responsabili, non dovremmo dimenticare, hanno simulato un attacco sotto falsa bandiera a Sarajevo nell’estate del 1995 proprio in modo che gli attacchi aerei illegali della NATO potessero “vincere” la guerra con Milosevic; questi stessi paesi sono entrati in Afghanistan e dopo vent’anni di combattimenti i talebani sono dovuti partire con la coda tra le gambe dopo aver finalmente messo il nemico al potere. E non dimentichiamo l’assalto dell’esercito americano a Baghdad e in poche ore il saccheggio dell’oro di Saddam, o anche del petrolio che viene rubato ogni giorno dal nord della Siria e venduto ogni giorno sul mercato aperto, il tutto assistito dalle truppe statunitensi.
Esempi appena brillanti di moralità al suo meglio. Eppure, leggendo gli articoli, siamo portati a credere che non solo l’Occidente sia l’unica vera potenza che conta, ma che ci sia molto da negoziare in Ucraina e anche molto di più di quanto la Russia possa fare.
L’idea di un armistizio della guerra di Corea è respinta dai nostri autori che non riescono a comprendere che la linea fortificata che i russi hanno costruito sta reggendo molto bene e che, in effetti, sarà molto difficile se non impossibile per la Russia anche solo prendere in considerazione l’idea di un accordo di pace mediato se a Mosca sarà richiesto di cedere parte della terra catturata e detenuta. Gli autori di Foreign Affairs almeno ammettono che è tempo di parlare con la Russia e questo è il momento giusto, almeno così dobbiamo presumere che capiscano i principi della guerra, ovvero che devi avere almeno il doppio del numero di soldati del nemico, essere equipaggiato fino ai denti e avere ufficiali dell’esercito esperti che possono guidare dal fronte se vuoi avere qualche possibilità di prendere qualsiasi villaggio che sia in mano russa.
L’ammissione di Biden secondo cui l’Ucraina “sta esaurendo le munizioni” è stata goffa e deve aver fatto alzare le mani ai generali del Pentagono. Il problema con questo punto di vista delirante, tuttavia, non è solo che l’élite americana è completamente fuori contatto con la realtà della guerra, ma che Zelensky in ogni caso non è il leader che avremmo potuto pensare che fosse; non è il leader che negozierà la pace con la Russia, non ora, non in qualsiasi momento. E così gli articoli e certamente i loro titoli sono stupidi in quanto mostrano immediatamente al lettore quanto siano tristemente disinformati gli scrittori e quali bozzoli di delusione e disinformazione li stiano accogliendo.
Negli anni ’70, quando la stampa americana era libera di riferire sulla guerra del Vietnam, uno scrittore di nome Michael Herr scrisse Dispatches che allarmò un certo numero di questi stessi tipi elitari che non riuscivano a capire perché con tutta la potenza di fuoco degli americani non potessero in nessun momento della guerra considerarsi anche solo vagamente vincenti. L’unica certezza sulla guerra in Ucraina è il modo in cui l’Occidente calcola ripetutamente male e disinforma se stesso e questo articolo è un ottimo esempio di cosa c’è di sbagliato nel pensiero critico, chi sta facendo un tale pensiero e dove sta andando tutto: un’uscita disordinata e poco dignitosa come il Vietnam, l’Afghanistan e in una certa misura l’Iraq è inevitabile e solo uno sguardo alla foto della NATO di Zelensky che sembra sconcertato, solo, perso e confuso dà un indizio di quanto presto accadrà. L’America ha bisogno di un nuovo Michael Herr per riferire l’oscura verità sulla guerra. Solo allora questi elitari renitenti alla leva agli Affari Esteri riusciranno ad avere un controllo sulla realtà prima di indulgere in questa sporca follia da tastiera che probabilmente chiamano giornalismo.
Fonte: Strategic Culture
Traduzione: Luciano Lago
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