Dallo scandalo in corso emerge un groviglio di relazioni che rende chiaro come i sistemi politici occidentali siano corrotti sino al midollo. Uno splendido ed esaustivo articolo di Roberto Pecchioli spiega perfettamente i meccanismi della truffa e la complicità del sistema politico e criminale.
FTX, la bancarotta del criptomiliardario democratico
di Roberto Pecchioli - 20/11/2022
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/ftx-la-bancarotta-del-criptomiliardario-democratico
Fonte: EreticaMente
Ci sono eventi importanti che passano in gran parte
inosservati: distrazione del pubblico e scelta precisa dei padroni delle
notizie che purtroppo sono anche i padroni di tutto il resto. Uno di
questi è il repentino crac della mega piattaforma di criptovalute FTX
del giovane miliardario americano di origine ebraica Sam Bankman Fried.
Il
fatto è significativo per tre ordini di motivi; innanzitutto per
l’enormità delle somme evaporate: il buco è di almeno dieci miliardi di
dollari, la fortuna personale di SBF – così era chiamato negli ambienti
finanziari – ammontava a sedici miliardi; poi perché è un segnale della
crisi del mercato delle criptovalute, esploso in pochissimi anni; infine
in quanto FTX ha chiari legami con i piani alti del potere mondialista,
dal partito democratico e dal Deep State Usa al Forum di Davos,
passando per rapporti opachi con l’Ucraina.
Il Forum Economico
Mondiale fino a pochi giorni fa ostentava sul proprio sito il logo dei
FTX e citava tra i suoi partner la società con sede alle Bahamas (un
paradiso fiscale), “costruita da operatori commerciali per operatori
commerciali”, capace di offrire “prodotti innovativi”. Ci asterremo
dunque da sospettare che il sistema criptovalutario possa essere anche
un eccellente mezzo di riciclaggio di denaro e di regolazione di
transazioni sporche o segrete. Lo stesso SBF è stato tra i relatori a
Davos lo scorso maggio: non certo uno sconosciuto per l’élite. I legami
con il WEF riguardano anche la famiglia: fa parte dell’organizzazione
una zia, epidemiologa (!?!) presso la Columbia University, Linda P.
Fried.
Facciamo un minimo di chiarezza, anche a noi stessi. La
criptovaluta è una moneta virtuale che costituisce una rappresentazione
digitale di valore; può essere utilizzata come mezzo di scambio o
detenuta a scopo di investimento. Le criptovalute sono trasferite,
conservate o negoziate elettronicamente in vere e proprie borse online.
La tecnologia su cui si basano è la cosiddetta blockchain, una struttura
dati condivisa e immutabile, un registro digitale le cui voci sono
raggruppate in blocchi concatenati in ordine cronologico, la cui
integrità è garantita dall’uso della crittografia. Le più note
criptomonete sono Bitcoin, Ripple, Ethereum, Cripto.com, tutte investite
da mesi da un’eccezionale ondata di ribassi.
Sono molti a non
credere più nel radioso avvenire di questa valuta innovativa, su cui
sono riposte molte speranze di sconfiggere il monopolio delle banche
centrali. Fu Friedrich Von Hajek a immaginare per primo un’evoluzione
del sistema monetario in forma diffusa, pur non potendo ancora
immaginare le possibilità tecnologiche informatiche digitali.
Il
fallimento di FTX lascia scoperti centinaia di migliaia di investitori,
tra i quali molti italiani e getta ulteriori ombre sul casinò virtuale
che è diventata la finanza, paradiso degli usurai e salvagente dei
malavitosi. Bankman Fried – che aveva in portafogli fondi come Black
Rock e Soft Bank – è accusato di vare utilizzato il denaro dei clienti
per finanziare in operazioni spericolate la società sorella di FTX,
Alameda Research. Fin qui, si tratta di film già visti. La novità è
l’evidente contiguità tra il livello più alto del potere USA e
l’ambizioso giovanotto. Circolano fotografie di Bill Clinton sul palco
di un evento alle Bahamas lo scorso aprile accanto a SBF, insieme con
l’ex primo ministro britannico Tony Blair.
Amicizie e partenariati
molto importanti, da analizzare con attenzione, giacché Bankman Fried
aveva espresso l’ambizione di diventare un attore politico. Dalla parte
della sinistra liberal, ovvio. Poco tempo fa dichiarò di voler spendere
un miliardo di dollari per il ciclo elettorale presidenziale del 2024 a
favore del Partito Democratico. Dopo George Soros, che ha “investito”
nelle elezioni di medio termine oltre cento milioni di dollari, – sempre
a favore dell’Asinello – SBF è stato, con circa settanta milioni, il
secondo donatore del partito dell’establishment, della finanza e degli
apparati riservati Usa, i più spietati guerrafondai del pianeta.
Il
ruolo di Bankman Fried non si esaurisce qui: il governo ucraino ha
ammesso di aver utilizzato la piattaforma FTX per destinare parte delle
risorse inviate dal governo Usa per la guerra. La parte non
immediatamente utilizzata è stata capitalizzata in FTX, che ha investito
le risorse nella criptovaluta FTT Token, trasferendo i profitti agli
stessi ambienti che sostengono l’invio di fondi in Ucraina. Denaro dei
contribuenti americani potrebbe essere stato utilizzato per riciclare
denaro e finanziare campagne politiche usando l’Ucraina come schermo
umanitario e intermediario.
Socio di FTX è anche Jan Koum, ucraino,
co-fondatore di Whatsapp, venduta a Zuckerberg nel 2014 per la bazzecola
di 19 miliardi. SBF, da buon oligarca americano (pardon, miliardario,
gli oligarchi abitano a Mosca) ha costituito una fondazione
filantropica, che ha assegnato una sovvenzione di cinque milioni a Pro
Publica, una ONG giornalistica, “per sostenere la ricerca sulla
preparazione alla pandemia di Covid 19, la biosicurezza e la salute
pubblica” Ha consulenti di relazioni con i media per promuovere i suoi
progetti, tra i quali la preparazione per nuove pandemie. Ventisette
milioni sono andati a Project Our Future, organizzazione a supporto
degli esponenti democratici attivi sui temi epidemici. E’ impressionante
come tutto si tenga, ai piani alti del Dominio. C’è molto di criminale
nel sistema e coperture ai livelli massimi.
FTX ha prestato dieci
miliardi di dollari ad Alameda Research che a sua volta l’ha investiti
in criptovalute in perdita. Un gigante del settore, Binance, possedeva
gran parte della “valuta” di FTX. L’annuncio di avere venduto tutto è
stata la mossa che ha distrutto il concorrente. L’intero sistema di SBF è
crollato. Tutto appare come un’enorme frode, facilitata da un
meccanismo che forse tanto impermeabile non è. Risulta che a ottobre
un’altra criptovaluta, Crypto.com, aveva accidentalmente inviato circa
400 milioni di dollari in Ethereum a un portafogli collegato a Gate.io,
piattaforma di trading online e scambi di criptovaluta.
Bankman-Fried
aveva altresì creato una “backdoor” nel sistema di contabilità di FTX,
ossia una porta di comunicazione “sul retro” che dà la possibilità di
accedere da remoto al sistema informatico. La backdoor illegale avrebbe
permesso di evadere ordini senza apparenti modifiche dei registri
finanziari. Una grave vicenda di malaffare finanziario che dovrebbe
provocare una ripulsa morale unita a concrete misure politiche per
tagliare le unghie agli speculatori. Impossibile, poiché “al momento di
marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce
che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui
stesso il nemico. (Bertolt Brecht).
Esistono altri aspetti della
vicenda di Bankman Fried (una tipica storia americana, ma senza lieto
fine, specie per gli investitori) che lasciano senza fiato. SBF ha
costituito FTX pochi giorni dopo l’annuncio della candidatura di Joe
Biden alla presidenza degli Stati Uniti ed è subito diventato uno dei
suoi più cospicui donatori: avrà utilizzato l’esperienza della madre,
fondatrice di organizzazioni politiche progressiste dedite alla raccolta
di fondi. Non pochi candidati largamente provvisti di denaro da Bankman
Fried sono stati eletti o rieletti nelle recenti elezioni. Ovvio
l’imbarazzo del partito democratico e di molti organi di stampa
fiancheggiatori. E’ coinvolta direttamente la Casa Bianca, dove un
operatore in criptovalute sotto indagine federale per malversazione di
miliardi ha tenuto riunioni di alto livello pochi mesi fa, mentre il
Congresso discuteva sulla regolamentazione del settore.
Le
rivelazioni, se confermate da indagini indipendenti, sono gravissime.
SBF ha incontrato il 22 aprile e il 12 maggio il principale consigliere
di Biden, Steve Ricchetti e il 13 maggio Charlotte Butash, consigliere
del vice capo dello staff della Casa Bianca, secondo i registri dei
visitatori della Casa Bianca esaminati da Washington Free Beacon, un
sito giornalistico conservatore. All’epoca, FTX stava facendo pressioni
sul Congresso e sulle agenzie federali Usa per modificare la
regolamentazione delle criptovalute.
In alcuni di questi incontri,
Bankman-Fried è stato accompagnato da Mark Wetjen, responsabile della
politica e della strategia normativa di FTX, che ricoprì sotto la
presidenza Obama il ruolo di commissario della Commodity Futures Trading
Commission, l’agenzia federale incaricata del controllo del mercato dei
prodotti finanziari sulle materie prime. Le riunioni sono avvenute
settimane dopo che funzionari della Casa Bianca avevano incontrato il
fratello, incaricato delle relazioni politiche del miliardario.
Bankman-Fried ha visitato la Casa Bianca il 7 marzo con Jenna Narayanan,
una stratega democratica che ha lavorato per la Democracy Alliance,
rete di ricchi donatori di cause liberal.
Bankman-Fried ha esercitato
pressioni per un disegno di legge proposto dalla presidente
(democratica) della commissione agricoltura del Senato Debbie Stabenow
volta a investire la Commodity Futures Trading Commission dei controlli
sul mercato delle criptovalute. Lo stesso SBF ha fatto donazioni alla
campagna elettorale della Stabenow e di altri membri della commissione
di entrambi i partiti. Un turbinio di notizie, un groviglio di relazioni
che rende chiaro come i sistemi politici occidentali siano corrotti
sino al midollo e soprattutto che in essi nulla conta la volontà, la
sovranità e gli interessi popolari.
Qualche riflessione la merita
anche il sistema delle criptovalute, il cui documento di fondazione è
stato redatto sotto il nome fittizio di Satoshi Nakamoto. Al di là delle
intenzioni – e delle possibilità di sottrarsi, attraverso la tecnologia
criptovalutaria, alla dittatura monetaria delle banche centrali – molti
osservatori pensano che il progetto possa servire per ingenti
spostamenti segreti di denaro.
Tutti conoscono le difficoltà e gli
ostacoli nelle transazioni finanziarie. Il sistema blockchain, un
meccanismo di contabilità che mantiene un registro pubblico di ogni
transazione, è molto complicato e non ha la velocità dei sistemi dei
grandi emittenti di carte di credito. Inoltre, non è gradito a molti – e
talvolta pericoloso- che ogni transazione privata sia registrata in un
libro mastro pubblico consultabile. Ciò rende difficile il vero
anonimato di questi movimenti, alla mercé di chi possiede le reti di
comunicazione e il sistema degli algoritmi. La quantità della valuta
cripto è altresì limitata, gli scambi e l’intero meccanismo non è ancora
seriamente regolamentato, quindi poco sicuro, aperto a frodi come
quella di FTX.
Il rischio è che diventi – anziché uno strumento di
liberazione e apertura – una modalità ulteriore dei vari “schemi Ponzi”
della storia finanziaria, castelli di carte destinati a intrappolare
investitori attratti dalla novità, dalla proclamata sicurezza, oltreché
dai rendimenti e dalla possibilità di sottrarsi al fisco. Tutte
opportunità assai interessanti anche per organizzazioni criminali,
servizi segreti, trafficanti di armi e di esseri umani.
Non è
cambiato molto, temiamo, a parte i mezzi, dai tempi dei corsari al
servizio della corona britannica, dei mercanti di schiavi, della bolla
dei tulipani nell’Olanda del XVII secolo e dallo schema finanziario
dello scozzese John Law che all’inizio del Settecento mise in ginocchio
la Francia. Soprattutto, meravigliano la ripetitività dei problemi e
delle truffe, le coperture politiche e la difficoltà a comprendere i
meccanismi truffaldini. Un gigantesco gioco di specchi, un vorticoso
sistema di prestigiatori e di scatole cinesi che sfrutta l’avidità e la
nostra ignoranza per generare ingiustizia.
Non all’ombra del potere,
ma essendo esso stesso potere, tanto abile da mettere a carico nostro le
perdite. Loro, troppo grandi per fallire. Noi, troppo piccoli per
reagire e, purtroppo, per capire.
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