Settore dei fertilizzanti allo sfascio. È la vigilia di carenza di cibo?
La crisi energetica ha conseguenze su ogni aspetto della nostra vita, in particolare sui mercati alimentari.
Se qualcuno non lo ha ancora capito, il problema della crisi energetica è che è una crisi di tutto. Nessun settore economico può vivere senza energia e i prezzi alle stelle per la carenza di offerta sono il fenomeno più visibile. Così come l’inevitabile inflazione galoppante.
Tuttavia, l’inflazione non è un fenomeno nuovo ne il problema che spaventa di più. Infatti, come stanno facendo molti governi, esistono strumenti per combattere l’inflazione come, per esempio, l’aumento dei tassi d’interesse. Purtroppo, c’è molto meno che si possa fare per evitare un problema più drammatico: la prossima carenza di cibo.
In Europa si è fermato il 70% della produzione di fertilizzanti
Sono ormai mesi che il settore agricolo ha lanciato l’allarme a tutto il mondo riguardo alla grave minaccia per la produzione alimentare del prossimo anno, visto che chi produce fertilizzanti è allo sfascio.
I fertilizzanti industriali NPK (azoto, fosforo e ossido di potassio), dipendono in grande misure dalle forniture di gas naturale, tanto che circa il 70% del costo produttivo è dato dal prezzo del gas. Secondo CRU Group, attualmente, i produttori europei di fertilizzanti stanno perdendo circa 2.000 dollari per ogni tonnellata di ammoniaca prodotta. La conseguenza immediata è la chiusura della produzione, come sta avvenendo in tutta Europa dove le aziende di fertilizzanti hanno già fermato il 70% della capacità di produttiva.
Stiamo parlando di una cifra spaventosa e senza precedenti. Per chi non lo sapesse, i fertilizzanti svolgono un ruolo essenziale per più della metà della produzione alimentare mondiale. Senza l’uso di questi fertilizzanti, i terreni di una gran parte del pianeta potrebbero produrre solo una frazione della loro attuale capacità e con un contenuto di nutrienti inferiore.
Il 2% della produzione mondiale di mais, grano, riso e soia potrebbe andare perduta
Secondo l’International Fertilizer Association, se la guerra in Ucraina si prolungherà e i prezzi del gas rimarranno elevati tanto da penalizzare l’offerta di fertilizzanti, quasi il 2% della produzione mondiale di mais, grano, riso e soia potrebbe andare perduta.
A peggiorare le cose rimane sempre vivo il pericolo che il conflitto tra Russia e Ucraina ostacoli la consegna del grano prodotto da questi due paesi, entrambi leader nella produzione di grano e cereali, provocando grossi problemi alimentari soprattutto nell’Africa subsahariana.
Alla fine, il conto più salato della crisi alimentare che incombe lo pagheranno i paesi più poveri.
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