26 Set 2022
Russia/USA. Il punto di non ritorno è già stato superato
Fonte: Contro
https://www.controinformazione.info/russia-usa-il-punto-di-non-ritorno-e-gia-stato-superato/ di Luciano Lago
“Se Kiev decide di attaccare il territorio del Donbass dopo il referendum, la reazione della Russia sarà quella di far saltare e distruggere tutte le centrali elettriche ucraine e i gasdotti che portano ancora il gas in Europa”. Lo ha annunciato il presentatore della TV russa, Andrey Norkin, riferendosi ad una filtrazione di informazioni non ufficiali.
Le notizie che arivano lasciano capire che la guerra tra la NATO la Russia e la Cina ha violato tutte le linee rosse e l’eufemismo di guerra ibrida non vale più, visto
che l’offensiva USA/NATO si è sparsa per tutti i continenti e sono
stati aperti più fronti, incluso nei paesi alleati. Vedi le interferenze
indebite e i ricatti della Ursula von der Leyen sulle elezioni in
Italia.
Il fronte principale lo hanno fissato in Russia e nel M.O. e le notizie false sono un metodo di guerra psicologica.
L’ex capo dell’intelligence degli USA, David Sheed,
a proposito dei metodi di guerra psicologica, ha detto alla rivista
Politico che gli USA non abbandoneranno mai le loro intenzioni di
interferire all’interno della Russia per affossare la fiducia e
l’orgoglio della gente con il governo di Mosca e sobillare rivolte antigovernative. Questa tattica prevede:
1.convincere la gente russa che l’operazione militare in Ucraina ha trasformato la Russia in un paria internazionale;
2-incitare all’odio etnico le minoranze innterne per convincerle che sono oppresse dallo Stato russo;
3 introdurre la tesi sulla mobilitazione dei rapp.ti delle piccole comunità e sulle numerose vittime fra questi …
Nella
strategia di guerra c’è di mezzo la NATO che, finchè opera nei vari
teatri, mai ci sarà la pace e il mondo è in evoluzione in ogni angolo
mentre le nazioni si stanno posizionando, dall’Africa all’Asia,
all’America Latina, fra i due fronti, quello occidentale e quello russo
cinese.
“Un attacco alla Russia sarebbe un attacco all’Africa”, ha
detto il leader di un paese africano, Kainerugaba, il figlio del
presidente dell’Uganda e questi si è scagliato contro l’Occidente
accusandolo di neocolonialismo. Lo stesso ha fatto il premier del Mali
che si è affrancato dalla dominazione francese e si è posizionato con la
Cina e la Russia.
La Corea del nord si è schierata
con la Russia ed ha affermato che la responsabilità della guerra ricade
sulla NATO e sulla sua espansione verso est, dichiarandosi solidale con
la Russia e riconoscendo le repubbliche del Donbass. Inoltre la Corea
del Nord sta inviando personale per la ricostruzione di Mariupool. Stessa posizione da parte della Siria e del Venezuela che hanno riconosciuto le Repubbliche del Donbass. L‘Iran
ha fatto di più ed ha venduto alla Russia i suoi UAV, droni senza
pilota, con un raggio di 2500 Km. e un micidale carico esplosivo,
suscitando le ire di Zelensky.
Sul fronte Asiatico, la Rep. Popolare della Cina
ha chiuso alla navigazione una delle aree del Mar Giallo, come detto
dalla autorità di Pechino, nella costa est della Cina. Le azioni per
restringere l’accesso sono dovute alle esercitazioni militari
dell’Esercito popolare della Cina. Pechino ha dichiarato che le relazioni con gli USA hanno raggiunto uno stato critico,
lo ha detto il ministro degli esteri cinese dopo una conversazione con
il segretario di Stato USA Blinken, dopo le intenzioni di Washington di
fornire altro pacchetto di armamenti a Taiwan per oltre 1,1 miliardi di
US. dollars.
Sul fronte dei Balcani, la Serbia ha annnunciato l’inizio di un reclutamento di volontari
per aiutare le forze russe nel Donbass con l’appoggio del governo
serbo, facendo appello alla solidarietà slava. Questo dopo le
provocazioni del Kosovo, appoggiato dalla NATO, sulla enclave serba di
Metochia.
Nel frattempo l’occidente
collettivo continua a pompare armi ed a inviare mercenari o consiglieri
militari in Ucraina, oltre fornire apppoggio logistico e di intelligence
in forma diretta.
La Bielorussia, alleato
della Russia, ha bloccato l’esportazione dei prodotti basici
dell’agricoltura, della siderurgia e chimica, per avere scorte per uso
interno e ha mobilitato le sue truppe alla frontiera con l’Ucraina.
Questa situazione ha sorpassato la pericolosità della crisi de Caraibi degli ani ’60. Le
minacce di utilizzo di armi nucleari sono venute in primis da esponenti
dell’Amministrazione USA e a queste ha risposto la Russia che, in caso
di attacco dalla NATO al suo territorio e di minaccia alla sua
integrità, non esiterà ad utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione,
incluso le armi nucleari.
Il punto di non ritorno è già stato superato ma qualcuno (Sholz, Macron, Draghi, Borrel e altri) ancora non se ne è accorto.
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