27 Set 2022
Gli strateghi di Washington hanno sballato tutte le loro previsioni sul conflitto in Ucraina
Fonte: Contro
https://www.controinformazione.info/gli-strateghi-di-washington-hanno-sballato-tutte-le-loro-previsioni-sul-conflitto-in-ucraina/
di Luciano Lago
Gli
eventi del 20-21 settembre – l’annuncio dei referendum nei territori
liberati e il discorso di Putin – hanno cambiato radicalmente il quadro
diplomatico e militare del conflitto tra la Russia e la NATO sul
territorio dell’Ucraina.
L’illusione coltivata dagli anglo
USA di un rapido deterioramento della forza militare russa, basata sulla
impreparazione di Mosca alle misure per costituire un contingente
militare adeguato, la disponibilità dimostrata inizialmente ad un
negoziato, la riluttanza nel colpire i centri decisionali di Kiev e
portare fino in fondo l’offensiva, in risposta ai bombardamenti ucraini
sul territorio russo, tutto questo aveva creato l’impressione
che fosse possibile concordare con la Russia un negoziato sul ritorno
allo status quo anteriore all’inizio della offensiva del 25 del
Febbraio.
Così la cautela di Mosca nei primi mesi
dell’offensiva è stata percepita proprio come una debolezza che ha
permesso ai politici occidentali di tornare ai metodi di negoziazione
con la Russia che erano per loro comodi dagli anni ’90 – pressioni,
ultimatum, ecc.. Questi erano efficaci ai tempi della Russia debole di
Eltsin manovrato dagli occidentali secondo i loro interessi. Non è
mancato il tentativo del cancelliere Scholz e di altri leader europei,
dopo il parziale successo della controffensiva ucraina nella regione di
Kharkiv, di formulare una proposta di resa con il congelamento del
conflitto ed il ritorno ai confini del 2022.
Al contrario il presidente Putin si è mostrato inflessibile e, non solo ha rifiutato l’offerta – ma ha anche formalizzato questo rifiuto con una dichiarazione sui referendum dei territori liberati dagli ucronazisti di Kiev. Nel
giro di pochi giorni, entro la fine di Settembre, tutti i territori
liberati dove si svolgono i referendum, diventeranno parte della Russia,
il che significa che nessuno potrà più negoziare o decidere (Putin o
chi verrà dopo di lui) la cessione di questi territori, perché la
Costituzione della Federazione Russa lo vieta esplicitamente.
Qualsiasi altra opzione diversa contraddice direttamente la costituzione russa e come tale non sarà presa in considerazione.
La seconda illusione degli strateghi occidentali anglo USA
era quella per cui, il massiccio sostegno fornito dalla NATO
all’Ucraina, con la fornitura di armi sempre più letali , istruttori
militari e con il supporto dell’intelligence e della logistica
occidentale, non avrebbe prodotto una reazione decisa da Mosca ma
piuttosto una inclinazione a trattare le condizioni per un cessate il
fuoco, come effetto della forte pressione militare da parte della NATO.
Anche questa illusione è crollata con le dichiarazioni di Putin, ribadite
in ultimo dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza della
Federazione Russa, Dmitry Medvedev, secondo il quale “la Russia ha il
diritto di usare armi nucleari se necessario e questo può avvenire in
casi prestabiliti (….), se l’aggressione con l’uso di armi convenzionali
minaccia l’esistenza stessa del nostro stato. Il presidente della
Russia lo ha riaffermato direttamente di recente”.
Nonostante questo
Kiev avanza richieste alla NATO ed agli USA per nuove armi, artiglieria,
missili e droni con maggiore efficacia per colpire il territorio russo,
inclusa la Crimea, e predisporre una nuova controffensiva con
la partecipazione diretta delle forze NATO che sono già sul terreno e
continuano ad affluire dalla Polonia e dalle basi in Europa.
Il
dubbio di avvicinarsi ad una catastrofe inizia a circolare negli
ambienti di Bruxelles ma, naturalmente, le loro dichiarazioni ufficiali
suonano piuttosto fuori dalla realtà. Alcuni annunciano nuovi pacchetti
di sanzioni, come ha affermato Josep Borrell, capo della diplomazia
europea. Senza specificare, però, di quali sanzioni si tratta, perché
tutte le sanzioni possibili sono già state adottate (come ha detto prima
lo stesso Borrell). Sarà problematico accettarne di nuove, soprattutto
sullo sfondo delle manifestazioni di insofferenza e di protesta che
molte persone iniziano ad agitare nei paesi europei per il
coinvolgimento non voluto dell’Europa in un conflitto con la Russia e
per la caduta, causata da questo e dalle sanzioni, dello standard di
vita europeo.
La guerra conviene alle elite di potere anglo
USA ma non ai popoli europei e questa consapevolezza inizia a circolare
fra la gente che subisce le conseguenze delle scelte scellerate dei
governi subordinati a Washington, a Bruxelles e privi di un propria
sovranità reale.
E adesso, alla luce dei nuovi sviluppi, i
leader occidentali devono decidere come comportarsi nelle nuove
condizioni. Come possono continuare a partecipare alla campagna ucraina
senza provocare una reazione russa che potrebbe coinvolgere le strutture
della NATO e distruggere definitivamete le infrastrutture dell’Ucraina
con gravi conseguenze i Europa. Lo scenario di un conflitto con
l’uso di armi nucleari diventa sempre più probabile e l’Europa sarà il
campo di battaglia predestinato, come previsto dagli strateghi
Washington (unica previsione giusta).
Entro poche
settimane o forse entro pochi giorni, si saprà quale potrà essere
l’esito finale della partita in corso ma certo non sarà quello previsto
dalle “teste d’uovo” di Washington e di Londra.
Nessun commento:
Posta un commento