https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-whirlpool_le_multinazionali_usa_contro_la_classe_operaia_italiana/39130_47457/
di Alessandro Belardinelli* - Cumpanis
In Whirlpool, tutti i 5.000 dipendenti italiani sono da più di
cinque mesi sospesi in un’attesa destabilizzante che scadrà nel mese di
ottobre con la comunicazione dell’azienda sull’esito della “revisione
strategica”, la quale riguarderà tutto il Gruppo in Europa (17.400
dipendenti diretti) e che potrà sfociare in una vendita con pesanti
ricadute sui siti produttivi e sul personale.
Questa scelta è la conseguenza di un mutato scenario economico in
UE e di una gestione mediocre del management che, dopo l’acquisizione
della Indesit, non ha saputo adattare i prodotti ai mercati maturi
europei, mancando nell’innovazione e investendo, in primis, sugli
incentivi all’esodo per diminuire il più possibile gli organici e, nel
contempo, percepire gli aiuti dallo Stato sotto forma di sgravi e
ammortizzatori sociali.
La Whirlpool è proprietà di un fondo d’investimento americano che
punta ai margini operativi e ai dividendi per gli azionisti,
trascurando, come da manuale, la sfera industriale che, nelle logiche
finanziarie, diventa un’attività di facciata. Gli stessi operai dubitano
dell’affidabilità dei prodotti che assemblano, vista la corsa al
ribasso sulla componentistica e la velocità nei ritmi di montaggio che
non permette sempre di completare la fase di lavoro assegnata.
Era chiaro a tutti, da prima della pandemia, che dopo la chiusura
della fabbrica di lavatrici a Napoli, sarebbero seguite altre chiusure
in Italia, alla luce della cassa integrazione senza soluzione di
continuità e di un ricambio generazionale mai avvenuto.
Le OO.SS. e le RSU hanno sempre fatto scioperi e pressioni ma senza
riuscire a far cambiare rotta alla multinazionale, e oggi hanno
proclamato lo stato di agitazione permanente vista l’assenza di ogni
trattativa e confronto ad ogni livello; c’è stata anche una convocazione
da parte del MISE il 28 settembre scorso ma la multinazionale ha
disertato l’incontro, limitandosi ad inviare un breve comunicato in cui
si rende disponibile solo dopo il 21 ottobre, mancando di rispetto alle
istituzioni e a tutto il sindacato.
L’atteggiamento spregiudicato e predatorio di Whirlpool, ormai, va
avanti da tempo e adesso ci sarà l’accelerazione dovuta alla guerra in
Ucraina e alle previsioni di possibile recessione in UE. Nelle logiche
del Dio mercato, nessuna istituzione è utile alla Whirlpool, ma siccome
stiamo parlando di un settore strategico per l’Italia, secondo per
occupazione dopo l’automotive, è necessario che il Governo utilizzi
tutti i poteri speciali (Golden Power) per fermare questa multinazionale
nelle chiusure e nelle delocalizzazioni, prima che le decisioni vengano
comunicate agli azionisti d’oltreoceano e non siano più modificabili.
Noi operai, intanto faremo sentire la nostra voce e, insieme agli
scioperi, creeremo problemi di ordine pubblico in tutti i luoghi dove
insistono le produzioni se non sarà garantita la continuità lavorativa.
L’assenza di politiche industriali degli ultimi decenni ha prodotto
buchi normativi dove s’infilano le grandi aziende straniere per
depauperare la manifattura e il Made in Italy, azzerando la più grande
concorrenza apprezzata in tutto il mondo.
Auspico che le lotte operaie vadano avanti in crescendo, ma la
deindustrializzazione degli ultimi vent’anni ha ridotto drasticamente la
classe operaia, anche per depotenziarla e ridurla a piccole “riserve
indiane”, innocue per il potere precostituito dal capitale.
Non ci si può rassegnare a tutto questo perché sarebbe un declino
socio-economico e culturale che, inesorabilmente, si estenderà a tutta
la nostra società impoverendola irreversibilmente.
*operaio RSU Fiom-CGIL Stabilimento di Melano (Fabriano)
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