03 Ago 2022
Gli strateghi neocon USA sospingono verso una guerra globale
Fonte: ControInformazione
https://www.controinformazione.info/gli-strateghi-neocon-usa-sospingono-verso-una-guerra-globale/
di Luciano Lago
Il
conflitto in Ucraina dove gli Stati Uniti sono coinvolti sempre più
direttamente contro la Russia, forniscono le armi, gli istruttori,
decidono gli obiettivi, dirigono le operazioni contro offensive e
assicurano l’itelligence e la logistica alle forze ucraine, ma questo
non basta più.
Gli strateghi neocon puntano all’obiettivo grosso: la Cina.
Tale
strategia si ricava da vari indizi, l’ultimo dei quali è il provocativo
viaggio che la presidente dellla Camera USA, Nancy Pelosi, ha
intrapreso a Taiwan, nonostante gli avvertimenti di Pechino.
Si
aspetta in queste ore la reazione della Cina che considera questo
viaggio un affronto alla concezione dell'”unica Cina”, perno
fondamentale della politica di Pechino.
Si potrebbe ipotizzare un
conflitto aperto fra gli USA e la Cina qualora Pechino decida di
invadere Taiwan, in modo analogo a quanto accaduto in Ucraina.
In
realtà quella della Russia in Ucraina è una guerra interna all’Europa,
sebbene istigata dagli anglo USA, dove la Cina in nulla ha contribuito.
Un conflitto USA-Cina sarebbe invece un conflitto di civiltà con tutto quello che questo implica. Tuttavia
i falchi della Casa Bianca ne fanno uno scontro ideologico e sostengono
che la Cina potrebbe presto scegliere di adottare le stesse decisioni
di Putin e muovere all’invasione di Taiwan. Per questo i neocon di
Washigton incitano l’amministrazione Biden ad anticipare le mosse di
Pechino e provocare la Cina nel suo spazio di interesse, Taiwan ed il
Mar Cinese meridionale.
D’altra parte il conflitto in Ucraina, con
l’inarrestabile avanzata russa nell’Est e nel sud del paese, sta creando
una grave frustrazione nella elite di potere USA, visto che questi,
nonostante le massicce forniture di armi all’esercito ucraino, non
riescono a fermare l’avanzata russa.
L’Amministrazione Biden
ha necessità di una vittoria, quale che sia, per salvare la faccia,
anche a rischio di provocare uno scontro diretto con la Russia.
Tale situazione di urgenza sospinge i guerrafondai di Washigtom a muoversi in varie direzioni: 1) prendere direttamente il comando delle operazioni in Ucraina, inviando nel contempo armi a lunga gittata e personale della NATO, polacchi e britannici; 2) puntare su altri teatri di scontro
con la Russia, come ad esempio la Serbia, dove i servizi USA stanno
istigando il Kosovo (appoggiato dalla NATO) a muovere contro la
minoranza serba; 3) provocazioni contro la Cina su Taiwan per dimostrare che l’Impero USA ha il controllo degli oceani, incluso l’Indo Pacifico.
Tutto
questo dimostra che una convivenza con la superpotenza egemone non è
possibile, visto che questa aspira a mantenere il dominio su tutto il
mondo, costi quello che costi.
Rimangono i paesi
europei, fedeli vassalli degli USA e portatori d’acqua della NATO e
degli interessi degli Stati Uniti, che si sono ficcati in una crisi
causata dalle decisioni avventate e sconsiderate prese dai politici
fantocci che seguono le direttive del grande padrone d’oltre oceano
senza discutere. Il servilismo degli europei non è una novità ma una vecchia abitudine che sta rendendo l’Europa ininfluente e priva di una propria politica estera.
L’Europa
si crede ancora il centro del mondo ma non lo è più e sempre meno lo
sarà nel nuovo assetto multipolare che si determinnarà a seguito
dell’attuale conflitto.
Il mondo è cambiato, nuove potenze emergono,
si stanno creando nuovi poli di attrazione e lo sviluppo dei prossimi
decenni si muove verso l’Asia, con l’enorme potenziale di paesi come la
Cina, l’India, l’Indonesia e molti altri. Gli europei non se ne
sono accorti ed aspettano acora lo “Zio Sam” che gli porti il gas
dall’Atlantico e il mais, il grano e i fertilizzanti che dalla Russia
non potranno ricevere più.
Avranno una amara sorpresa quando si sveglieranno dal loro letargo.
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