I russi a Melitopol: “Siamo insieme! Siamo un popolo!”
di Eliseo Bertolasi da Melitopol
All’inizio dell’Operazione Militare Speciale (SVO), all’ordine del giorno la Russia non ha posto solo la questione, prioritaria, della liberazione delle due Repubbliche del Donbass: la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk, che da otto anni si trovano sotto il fuoco dell’esercito ucraino, ma anche la questione su come gestire le regioni meridionali al di fuori della DNR e LNR, che prima dell’arrivo dei russi erano parte integrante dell’Ucraina.
Per la Russia, la penetrazione in questi territori, ha assunto subito un importante significato strategico, prima di tutto, per assicurare protezione alla Crimea, in secondo luogo, per riaprire il “Severo-Krymskij canal” il canale artificiale che partendo dal fiume Dnepr nell’oblast’ di Cherson ha sempre garantito un costantemente flusso di acqua dolce alla Crimea.
Con l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014, l’Ucraina bloccò immediatamente il “Severo-Krymskij canal” causando costanti problemi di approvvigionamento idrico a tutta la penisola.
La maggior parte degli abitanti che vivono su queste terre, sono tuttora di etnia russa. Persone che semplicemente sono diventate “ucraine” solo in seguito al crollo dell’URSS quando il loro passaporto sovietico perse di validità e ricevettero un nuovo passaporto dal paese in cui vivevano.
Con l’inizio dell’Operazione Speciale sul territorio di Melitopol non
ci sono stati combattimenti significativi contro le formazioni militari
ucraine, gli abitanti hanno accolto con calore i soldati russi.
Melitopol è stata una delle prime città ucraine ad innalzare le bandiere
russe.
Oggi, infatti, nella piazza centrale della città sventola la bandiera russa, di fianco, sulle pareti degli edifici, sono già stati posti enormi poster che raffigurano il Giorno della Vittoria e l’eterno ricordo della Grande Guerra Patriottica.
Il 14 luglio 2022, Evghenij Balitskij, capo dell’amministrazione
militare-civile della regione nel corso di una conferenza stampa ha
spiegato quali saranno le prospettive dell’oblast’ di Zaporozhje:
“Non
ci sarà una riunificazione a parte con la Crimea. La riunificazione
avverrà con la Federazione Russa, Melitopol ne sarà un soggetto
(federativo ndr)”.
Balitskij ha riferito che in autunno si terrà un
referendum. La questione dell’adesione alla Federazione Russa sarà
specificata in modo chiaro sulle schede referendarie.
Il capo
dell’amministrazione civile-militare ha chiarito che la Russia ha già
iniziato a pagare gli stipendi a tutti i dipendenti pubblici della
regione.
Nella sua analisi sulla situazione attuale Balitskij non ha lesinato i dettagli storici:
“Il
fatto che oggi ci siano un gran numero di porti ci ricorda la storia,
la storia da dove siamo arrivati, di chi ha versato sangue e denaro per
formare questi territori… Tutto questo è stato realizzato dall’impero
russo, dagli zar. E la tappa principale fu nel 1784, anno in cui fu
costituita la città di Melitopol, durante lo sviluppo del governatorato
della Tauride dal Principe Pototsky e dall’Imperatrice Caterina.
Ricordiamo la Grande Guerra Patriottica, i nostri Eroi e vogliamo che i nostri figli conoscano e ricordino la storia.
Sapete!
Dopo aver analizzato i combattimenti nel Donbass, abbiamo visto una
cosa paradossale: i crimini più brutali, più terribili, sono commessi da
giovani dai 21 ai 25 anni. Questo è esattamente il lasso di tempo in
cui nel 2014 loro avevano 14-15 anni. Cosa li ha resi così? La scuola,
gli insegnanti, l’ideologia che si è insinuata nella mente di questi
giovani. Questi giovani hanno commesso crimini terribili nel Donbass,
ucciso soldati e civili... Un’altra vita, un’altra cultura, un’altra
storia, altri valori morali sono stati martellati nelle loro teste”.
Rispondendo ad una domanda riguardo ai rischi e alle ritorsioni che lui stesso potrebbe subire da parte dell’Ucraina avendo assunto tale incarico, Evghenij Balitskij ha semplicemente risposto: “Se non sei pronto a dare la vita per le tue azioni, allora non iniziarle nemmeno”.
Riguardo al futuro della regione di Zaporozhje, come riportato in maiuscolo anche sulla prima pagina della prima edizione del giornale locale “Zaporozhje Vestnik”, lo stesso Vladimir Putin ha dichiarato: “Solo dalle persone che là vivono dipenderà il loro futuro. E noi rispetteremo ogni loro scelta”.
Nel frattempo gli abitanti si affrettano a richiedere il passaporto
russo, in fila, ogni giorno, davanti ai 33 punti di rilascio dei
passaporti russi, in attesa del proprio turno per poter compilare i
documenti previsti.
Sempre negli stessi punti si svolgono le
cerimonie per la consegna dei nuovi passaporti. Ogni giorno ne vengono
rilasciati 20 – 30. Quando i neo “cittadini russi” ricevono il nuovo
passaporto, dopo aver letto la formula di fedeltà alla Federazione Russa
vengono omaggiati di un opuscolo che riporta la Costituzione russa,
infine a conclusione della cerimonia, letteralmente con le lacrime agli
occhi dalla commozione, ascoltano e cantano l’inno della Federazione
Russa.
Si rendono conto che inizia una nuova vita. Il periodo della russofobia, del regime ucraino e del nazismo, che ha gravato sulle loro vite, in particolare, almeno dal colpo di stato del 2014 è finito, ed è già alle spalle. Molti riferiscono che aspettavano questo momento da molto tempo.
Le attività lavorative e produttive della regione sono a pieno regime.
Negli
sconfinati campi di frumento è iniziato il lavoro di mietitura. Questo
grano viene caricato sui camion e inviato al magazzino di stoccaggio
“Melitopol Elevator”. Da lì, come riferito dal responsabile della
struttura, il grano sarà utilizzato sia per il consumo locale, che per
l’esportazione verso paesi come l’India, la Cina.. verso i paesi “amici”
della Federazione Russa.
Anche la fabbrica “Avtotraktornyj
Zapchasti” non si è mai fermata, ora vi lavorano circa 320 operai. Oltre
ai lavori di fonditura produce pezzi di ricambio in metallo per
automobili.
Insomma pare che la vita stia scorrendo normalmente: tranquillamente si vive si lavora, e si guarda con ottimismo verso il futuro.
Non dobbiamo mai dimenticare che, come si legge anche su molti manifesti appesi negli angoli delle strade: “La Russia non abbandona i suoi”. Può essere una questione di tempo, può essere una questione di dover aspettare le condizioni propizie per poterlo fare, ma la Russia è una Madre-Patria che ama i suoi figli e che come Madre non li abbandonerà mai.
(foto di Eliseo Bertolasi)
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