IN ITALIA 1.274 VACCINATI MORTI DI COVID IN UN MESE. Dati Shock ISS! Nell’UE “solo” 2.572. Ma per 114mila Esito Fatale “Ignoto”
di Fabio Giuseppe Carlo Carisio
Leggere analisi statistiche è sempre complesso ed espone a rischi di interpretazioni errate soprattutto quando si riferiscono all’efficacia del vaccino “stimata usando il modello lineare generalizzato ad effetti casuali con distribuzione di Poisson”.
Ma lo è ancora di più quando l’Istituto Superiore della Sanità (ISS) di Roma (autore del virgolettato sopracitato) nel “Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19” si arrampica su grafici e tassi di incidenza per cercare di mascherare la nuda e cruda realtà di pochi numeri che da soli palesano la scarsa efficacia dei sieri genici sperimentali antiCovid.
Ovviamente esalta i sacri vaccini senza riferirne la pericolosità per le ormai conclamate reazioni avverse anche letali che hanno raggiunto numeri colossali sia nell’UE che negli USA, come abbiamo evidenziato in un articolo nella sezione in inglese di Gospa News (con traduzione simultanea automatica).
Ma oggi andiamo oltre ai 74,783 deceduti per vari tipi di sospette reazioni avverse ai sieri e ai quasi 6 milioni di presunti danneggiati (5.830.235) rilevati dalle distinte piattaforme di farmacovigilanza EudraVigilance, attivata dall’European Medicines Agency (EMA), e VAERS che fa riferimento all’agenzia governativa americana CDC (Centers for Disease Control and Prevention).
OLTRE MILLE VACCINATI ITALIANI MORTI DOPO INFEZIONE DA COVID-19
Oggi cerchiamo di capire un dato che da tempo non appare sui media. Ovvero il numero di vaccinati morti di Covid-19 in Italia e nell’Unione Europea.
Sono 1.274 i decessi rilevati in un solo mese dall’ISS tra persone di differente età cui è stato somministrato un ciclo completo vaccinale (2 dosi) o addirittura con la Terza Dose che avrebbe dovuto garantire a costoro un’estate serena. Invece proprio tra gli inoculati col booster si è registrato il maggior numero di morti: 1.095.
Mentre i deceduti non vaccinati sono stati soltanto 304 e quelli vaccinati con ciclo incompleto (senza seconda dose) 25. Il periodo preso in considerazione dalla tabella ISS è quello che va dal 29 aprile al 29 maggio 2022.
Prima di analizzare nel dettaglio il Bollettino dell’Istituto Superiore della Sanità che porta con sé l’allarme sull’impennata di reinfezioni ma anche sulla crescita della diffusione delle varianti Omicron del SARS-Cov-2, un virus creato in laboratorio anche secondo una recente ricerca firmata da virologi americani ma anche dal professor Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), vediamo i dati europei che già palesano ciclopiche e inquietanti anomalie.
MISTERO SULLA SORTE DI 114MILA VACCINATI EUROPEI CONTAGIATI DAL COVID-19
Sono 2.572 i casi di Covid-19 rivelatosi fatale dopo i principali vaccini in commercio nei paesi dell’Unione Europea secondo le segnalazioni raccolte dalla piattaforma di farmacovigilanza EudraVigilance attivata dall’European Medicines Agency (EMA) che ha autorizzato i sieri genici a RNA messaggero di Pfizer-Biontech e Moderna e quello a DNA messaggero di AstraZeneca.
Questa statistica è sicuramente sottostimata: visto che inquadra il Covid-19 come sospetta reazione avversa ai vaccini evidenziando in tutta Europa un numero di decessi che è soltanto il doppio di quelli registrati per la medesima causa dall’ISS di Roma in un solo mese, sebbene quello europeo si riferisca ai dati rilevati dall’inizio del piano vaccinale (dicembre 2020) fino al 2 luglio 2022.
Ma c’è un altro campanello d’allarme che dovrebbe indurre i medici più assennati a sgranare gli occhi sulla scarsa efficacia, non solo dei vaccini, ma anche dei report di farmacovigilanza passiva basati perlopiù sulle segnalazioni degli operatori sanitari dei paesi UE.
Lo avevamo evidenziato in una precedente inchiesta ed ora è diventato terrificante quanto la sirena che segnala un imminente bombardamento in tempo di guerra.
Sono saliti a 114.125 i casi di vaccinati per cui è stato segnalato il Covid-19 come sospetta reazione avversa ma di cui non si conosce l’esito del decorso clinico dato che nella piattaforma EudraVigilance compare soltanto la voce “unknowm (sconosciuto)” nello spazio “outcome (esito)” accanto alle altre voci su non guarito, guarito, guarito con postumi o fatale… (Dati per vaccino e tabelle in coda all’articolo).
E’ pertanto ovvio che migliaia e migliaia di quei casi potrebbero essersi nel frattempo diventati letali. Se ciò fosse effettivamente avvenuto, come è più che lecito inferire, consentirebbe alle statistiche della farmacovigilanza EMA di essere proiettate in sintonia con quelle “esplosive” svelate dall’Istituto Superiore della Sanità di Roma che ha già inventato una curiosa teoria filosofica per cercare di nascondere il peso di quei 1274 vaccinati morti di Covid-19 in un solo mese.
«È noto che, quando le coperture vaccinali nella popolazione sono elevate, si verifica il cosiddetto “effetto paradosso” per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nella numerosità di quest’ultimo gruppo» scrive l’ISS pubblicando il link a un FAQ che risponde con un errore (https://www.iss.it/covid19-faq/-/asset_publisher/yJS4xO2fauqM/content/vaccinati-e- non-il-confronto-tra-i-casi-ci-dice-che-il-vaccino-funziona).
Purtroppo risponde con un errore anche il link alla voce “Dati Iss-Istat sulla mortalità” da cui avevamo però, fortunatamente, tratto i dati della precedente inchiesta in cui si palesava una percentuale di mortalità dopo l’infezione da Covid-19 pari al 55 % tra i vaccinati.
Riportiamo invece pedissequamente i rilievi riferiti a due differenti allarmi che già fanno presupporre un prossimo ritorno a lockdown, distanziamenti e obblighi vaccinali per indurre gli Italiani a farsi somministrare anche la Quarta Dose, con vaccini scaduti, per adempiere all’obiettivo della Commissione Europea di smaltire le 10 dosi per ogni cittadino UE già acquistate per voluttà del presidente Ursula von der Leyen.
Infezioni da virus SARS-CoV-2 nelle ultime due settimane: dal 6 al 19 giugno 2022 (fonte ISS)
- Durante il periodo di riferimento sono stati segnalati 381.250 nuovi casi, di cui 174 deceduti (tale valore non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 6 giugno 2022).
- In aumento l’incidenza settimanale: i dati del flusso ISS nel periodo 13/06/2022- 19/06/2022 evidenziano una incidenza ancora in aumento e pari a 391 per 100.000 abitanti, rispetto alla settimana precedente (255 per 100.000 abitanti nel periodo 06/06/2022-12/06/2022). Lo stesso trend si osserva nel periodo più recente censito nei dati aggregati raccolti dal Ministero della Salute (540 per 100.000 abitanti nel periodo 17/6/2022-23/6/2022 vs 310 per 100.000 abitanti nel periodo 10/6/2022- 16/6/2022).
- In aumento l’incidenza a 14 giorni in tutte le fasce d’età. Nella fascia 30-39 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 787 per 100.000, mentre nella fascia di età 0-9 anni si registra il valore più basso, 408 casi per 100.000 abitanti.
- L’età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati negli ultimi 14 giorni è stabile e pari a 48 anni.
Reinfezioni da virus SARS-CoV-2 (fonte ISS)
Dal 24 agosto 2021 al 22 giugno 2022 sono stati segnalati 556.406 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 8,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente (7,5%).
L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1):
- nei soggetti con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
- nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
- nelle femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;
- nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;
- negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
Evitiamo volutamente di riportare tutte le parti di statistiche percentuali sull’impatto “positivo” della vaccinazione che ci riserviamo di pubblicare quando qualcuno dall’ISS ci avrà chiamati per spiegarci come possono spergiurare sull’efficacia dei sieri genici sperimentali dinnanzi a 1.274 vaccinati morti di Covid-19 in un solo mese, per di più durante una già calda primavera.
Questo numero aberrante ci induce ad avvalorare ulteriormente quella ricerca scientifica pubblicata di recente sul New England Journal of Medicine.
Lo studio è stato di dimensioni enormi, setacciando i dati raccolti da oltre 100.000 persone infettate dalla variante Omicron. Dà credibilità alla significatività statistica dei risultati, che sono assolutamente sorprendenti.
Di seguito i punti chiave. La ricerca integrale è contenuta nell’articolo nella sezione in Inglese di Gospa News leggibile in Italiano con traduttore simultaneo automatico.
Coloro che sono stati “completamente vaccinati” con due dosi di Moderna o Pfizer hanno maggiori probabilità di contrarre il Covid-19 rispetto a quelli che non sono stati vaccinati affatto
Le iniezioni di richiamo offrono una protezione approssimativamente uguale all’immunità naturale, ma i benefici svaniscono dopo 2-5 mesi
L’immunità naturale dura almeno 300 giorni, che è la durata dello studio; probabilmente dura molto più a lungo.
Altri virologi e medici, tra cui il responsabile vaccini della stessa European Medicines Agency, avevano lanciato l’allarme sul rischio che i booster potessero danneggiare in modo irreparabile il sistema immunitario.
Forse proprio questo potrebbe spiegare perché tra i 1.274 morti vaccinati ce ne sono ben 1.095 che avevano già fatto la Terza Dose. E ben 792 di loro, come si evince dalla tabella sopra, erano over 80: ovvero pensionati assai costosi per il Sistema Sanitario Nazionale…
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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