25 Gen 2023
La finzione della guerra per difendere l’Ucraina è definitivamente caduta
di Luciano Lago
Le
elite di Washington e di Bruxelles ammettono ormai il vero disegno
progettato per la guerra in Ucraina istigata e pianificata dagli Stati
Uniti.
L’obiettivo era ed è la distruzione
dell’integrità della Federazione Russa come stato e la sua
disarticolazione per permettere agli Anglo USA di prendere il controllo
dell’Eurasia e accedere alle sue enormi risorse.
Questo
piano emerge non solo dai documenti scritti nero su bianco almeno tre
anni prima (vedi quanto scriveva la Rand Corporation), ma anche da
quello che emerge dagli incontri di Davos, dove il linguaggio è ormai
scoperto e si sono abbandonati gli ipocriti appelli a “salvare la
democrazia ucraina”, quella dominata dai gruppi neonazisti che
assassinano gli oppositori o li fanno sparire, mentre viene appiccato il
fuoco alle chiese ortodosse e perseguitato il clero ortodosso. Una
democrazia che vedono solo loro e che viene rivenduta come argomento di
propaganda per coprire le nefandezze commesse in quel paese.
L’elite
finanziaria anglo sassone dominante oggi parla apertamente della
necessità di impadronirsi delle risorse della Russia che non devono
essere lasciate soltanto nella disponibilità dei russi. I veri
obiettivi celati dietro la pianificazione delle azioni aggressive di
Washington, l’espansione senza fine della NATO, l’utilizzo dell’Ucraina
come piattaforma di attacco contro la Russia, adesso sono scoperti. Il
destino degli ucraini destinati a fare da carne da cannone nella guerra
contro la Russia interessa poco o niente all’elite di Washington, come
questa non non si è mai interessata al destino degli iracheni, dei
libici, dei siriani o degli afgani e di tutti gli altri sacrificati per
gli interessi egemonici degli Stati Uniti.
Questo spiega l’accrescere
progressivo della retorica bellica dei neocon e dei loro reggicoda
europei della NATO che sono pronti a intensificare il conflitto fino al
terza guerra mondiale, e neppure la minaccia nucleare, paventata come
inevitabile sviluppo dalla Russia, potrà fermarli. Sembra che tutto sia stato già deciso da tempo e il piano deve essere portato a compimento, costi quel che costi.
Si
comprende qundi la mancanza di volontà politica dei governi europei per
cercare di risolvere il conflitto o di trovare una formula di
negoziati. Washington ha sabotato qualsiasi tentativo di mediazione e
tiene per le palle l’ex comico Zelensky, divenuto ormai una patetica
marionetta, che lancia continui appelli per ricevere altre armi e
finanziamenti. Le sceneggiate continuano e si prevede anche una sua
comparsata in Italia a Sanremo. La regia di Hollywood non gli basta più.
Tuttavia
il tempo sta scadendo anche per Zelensky ed è probabile che si avvicini
il momento di un rimpasto a Kiev e questo non sarà indolore per l’ex
comico, come di frequente accaduto per le marionette degli USA , sempre
destinate a fare una brutta fine.
Da ultimo si sono udite le parole
dell’altro personaggio che ha la stessa valenza dell’ex comico, Joseph
Borrel, l’alto rappresentante della UE, quello che aveva dichiarato
“l’Europa come giardino incantato mentre fuori c’è un jungla”. Borrel ha
paragonato il conflitto in Ucraina alle guerre passate condotte contro
la Russia da parte di Napoleone e di Hitler. ““La Russia è un grande
Paese, è abituata a combattere fino alla fine, è abituata a quasi
perdere e poi a ripristinare tutto. L’hanno fatto con Napoleone, l’hanno
fatto con Hitler (…….). Pertanto, è necessario continuare ad armare
l’Ucraina”, ha dichiarato Borrel.
Inutile commentare quale sia la logica di tali dichiarazioni, sarebbe tempo perso.
Altri
politici occidentali, come la vice premier canadese, Chrystia Freeland,
hanno espresso concetti simili nella enclave di Davos, affermando che
la sconfitta della Russia “sarebbe un enorme impulso per l’economia
globale”.
Non per niente il Canada (assieme agli USA) è stato uno dei
paesi che storicamente hanno accolto e protetto i gruppi nazisti
ucraini e li hanno poi trasferiti un Ucraina dopo il crollo dell’URSS
per utilizzarli come massa di manovra anti russa.
Le sconfitte
continue sul campo e le enormi perdite subite dall’esercito ucraino
fanno innervosire i vertici della NATO che insistono presso i governi
occidentali per ottenere più carri armati, più armi e più attrezzature
mentre si rende evidente che Washington e la NATO non solo mantengono
l’esercito ucraino, ma forniscono anche le necessarie informazioni di
intelligence, comandano le truppe ucraine sul campo di battaglia e hanno
preso il controllo del processo decisionale militare.
Mentre
Washington prepara nuovi pacchetti di aiuti, l’ultimo da 2,5 miliardi di
dollari (che finiscono nel pozzo senza fondo di Kiev), le forze ucraine
vengono addestrate in Germania, Regno Unito ed in altri paesi della
NATO per l’utilizzo degli armamenti occidentali.
Come riferito da
tutti i rapporti, il comando USA/NATO è quello che pianifica per
l’esercito ucraino le possibili controffensive sul campo, impartisce
ordini, fornisce l’intelligence per localizzare gli obiettivi russi da
colpire attraverso i suoi aerei da avvistamento che sorvolano
costantemente nei pressi dello spazio aereo russo e ucraino. Ultimamente
il comando USA incita apertamente le forze ucraine a colpire il
territorio della Federazione russa e in particolare la Crimea.
Si
aggiungono a tutto questo le farneticanti dichiarazioni di Stoltenberg,
il segretario della NATO, il quale dichiara che “..è necessario
accelerare la fornitura all’Ucraina di armi più pesanti e avanzate per
far capire alla Russia che non vincerà sul campo di battaglia”.
Dichiarazioni rilasciate dopo un incontro con il ministro della difesa
tedesco, Boris Pistorius.
Fornire Kiev con sistemi d’arma avanzati può essere l’unica via per la pace, aggiunge Stoltenberg.
In sostanza, quelli che si considerano i “padroni del mondo” si
sentono in diritto di affermare che la potenza nucleare per eccellenza,
la Federazione Russa, debba rassegnarsi alla sconfitta alle porte di
casa propria nel territorio che le appartiene. Una dichiarazione
farneticante che rivela quale sia il livello di onnipotenza della elite
occidentale.
La
reazione della leadership russa è molto meno misurata di prima e
altrettanto dura e decisa: si parla apertamente di misure di ritorsione
che potranno colpire non solo l’Ucraina ma anche gli interessi
occidentali con utilizzo di “nuove armi” mai prima utilizzate. Chi vuole
capire capisca ma non è difficile intendere che sono saltate tutte le
linee rosse che la dirigenza russa aveva posto già molto tempo prima
della operazione speciale in Ucraina. Le autolimitazioni che Mosca di
era data nell’utilizzo dell’offensiva in Ucraina stanno venendo meno di
fronte all’agressività dell’occidente.
Di fronte alla
prospettiva di un attacco portato avanti dalla NATO contro le città
russe in Crimea o in altri territori, l’atteggiamento cambia e le
dichiarazioni dei vari membri della leadership russa lo fanno intendere.
L’occidente sta portando il mondo verso una catastrofe globale.
Se Washington e i paesi della NATO, con la fornitura di armi a lungo
raggio, spingeranno le forze ucraine ad attaccare città sul territorio
russo o peggio, a tentare di impadronirsi dei territori russi, questo
porterà a misure di ritorsione che renderanno il conflitto totalmente
diverso da come appare oggi.
Questa la sostanza degli avvertimenti
lanciati dalla Russia all’occidente. Dietro l’angolo c’è un allargamento
definitivo del conflitto con il coinvolgimento di altre potenze e
possibile utilizzo di armi nucleari, sulla base della dottrina russa.
A
questo risultato ha portato la caparbia volontà delle elite europee di
assecondare il piano di attacco USA contro la Russia, mascherato dietro i
conflitto in Ucraina.
Quello che traspare, dalle
dichiarazioni e dai rapporti che arrivano da Mosca , è che il presidente
Putin, nel suo prossimo discorso previsto a giorni, si accinge a
cambiare l’impostazione del conflitto da “operazione speciale” a guerra
patriottica”, sulla base delle esplicite minacce alla sicurezza della
Russia ed alla volontà dichiarata dell’Occidente a guida USA di voler
distruggere la Russia.
Questo significa che tutte le risorse e le
forze dal paese saranno gestite in funzione dello sforzo bellico, in
modo simile a quanto avvenuto ne 1942/45 quando la Russia fu attaccata
dalla Germania e dai suoi alleati. La situazione è ormai paragonabie a
quella della seconda guerra mondiale e Putin si prepara a varare una
economia di guerra con mobilitazione totale contro il nemico, senza
guardare in faccia nessuno. Tale impostazione permetterà allo
stesso Putin di effettuare i cambiamenti necessari (probabile
nazionalizzazione delle grandi imprese) e soppressione delle varie
quinte colonne interne dell’occidente.
In definitiva la Russia prende
atto della sfida esiziale in corso da parte dell’Occidente collettivo
sotto guida USA e si organizza per combattere con tutte le sue forze.
Lo scenario della catastrofe si avvicina sempre più…..
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