I portuali di Genova scendono in campo contro la guerra
Il collettivo autonomo lavoratori portuali di Genova (CALP) ha lanciato l’appello per una manifestazione da tenersi nel capoluogo ligure il prossimo 25 febbraio, a ridosso del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. L’obiettivo è “dichiarare guerra alla guerra e promuovere la pace tra i popoli”. «Oggi siamo a un anno dall’inizio dall’inizio della guerra tra Russia e NATO per procura in Ucraina, guerra che non accenna a trovare una soluzione e rischia anzi l’escalation nucleare», scrive l’associazione in un comunicato. Dito puntato contro «gli interessi economici e geopolitici» che si nascondono dietro ai conflitti, a cui si aggiungono «il complesso militare industriale, che da questi ne beneficia di più, e i governi dell’Unione Europea che agiscono come burattini proni al diktat USA nell’inviare armi in Ucraina per far continuare il conflitto», senza impegnarsi in soluzioni diplomatiche a vantaggio dei popoli coinvolti.
«Dalle guerre, i lavoratori e gli sfruttati di ogni Paese non hanno nulla da guadagnare». La guerra vuol dire morte, ma non solo, dal momento che «porta con sé devastazione sociale, tagli di risorse per il lavoro e per il welfare per sostenere le spese militari. Porta ad aumenti delle tariffe che si scaricano sulle popolazioni […]. Risorse pubbliche a favore della guerra, tolte a quelle che sono le richieste dei lavoratori […]. Soldi che vengono meno per la pubblica istruzione o la pubblica sanità», scrive il CALP. Secondo le ultime stime, la spesa militare in Italia aumenterà nel 2023 di circa 800 milioni di euro, passando a 26,5 miliardi di euro dai 25,7 miliardi del 2022.
[di Salvatore Toscano]
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