Lo “stato di paura” porta a regimi fascisti e totalitari. Oggi, l’America è a un bivio!
di JOHN W. & NISHA WHITEHEAD
L’America è nel mezzo di un’epidemia di proporzioni storiche. Il contagio si sta diffondendo a macchia d’olio trasformando le comunità in campi di battaglia e mettendo gli americani gli uni contro gli altri. Ovunque vi girate, sia quelli di sinistra che quelli di destra fomentano sfiducia e divisione. Non potete sfuggirgli.
Ci viene costantemente somministrata una dieta a base di paura: paura dei terroristi, paura degli immigrati clandestini, paura delle persone troppo religiose, paura delle persone non abbastanza religiose, paura degli estremisti, paura dei conformisti, paura del governo, paura di coloro che temono il governo, paura di quelli di destra, paura di quelli di sinistra… E la lista potrebbe continuare all’infinito.
La strategia è semplice ma efficace: il modo migliore per controllare una popolazione è attraverso la paura e la discordia.
La paura rende le persone stupide. Confondeteli, distraeteli con chiacchiere e intrattenimento senza senso, metteteli gli uni contro gli altri, trasformando piccoli disaccordi in grandi scaramucce e intralciateli su questioni prive di rilevanza nazionale. La cosa più importante è dividere le persone in fazioni, convincerle a confrontarsi a vicenda come nemici e farle continuare a urlare l’una contro l’altra in modo da soffocare tutti gli altri rumori. In questo modo, non raggiungeranno mai un accordo su nulla e saranno troppo distratti per accorgersi dello stato di polizia che si avvicina a loro finché non cala il sipario finale. È così che le persone libere si riducono in schiavitù e permettono ai tiranni di prevalere.
Questo schema machiavellico ha talmente intrappolato la nazione che pochi americani si rendono conto di essere manipolati, al fine di adottare la mentalità del “noi” contro “loro”. Alimentati dalla paura e dall’odio per gli avversari fantasma, accettano di investire milioni di dollari e risorse in elezioni politiche, polizia militarizzata, tecnologia di spionaggio e guerre infinite, sperando in una garanzia di sicurezza che non arriva mai.
Nel frattempo, coloro che sono al potere, comprati e pagati da lobbisti e aziende, portano avanti i loro costosi programmi, e “noi i creduloni” ci ritroviamo gravati dalle tasse e sottoposti a perquisizioni, retate della polizia e sorveglianza 24 ore su 24. Queste minacce non devono essere sottovalutate.
Ma ancora più pericoloso di queste violazioni dei nostri diritti fondamentali è il linguaggio con cui sono formulate: il linguaggio della paura. È un linguaggio parlato efficacemente dai politici di entrambe le parti, urlato dai commentatori dei media dai loro pulpiti delle TV via cavo, commercializzato dalle aziende e codificato in leggi burocratiche che fanno ben poco per rendere le nostre vite più sicure o protette.
Questo linguaggio della paura ha dato origine a una politica della paura il cui unico scopo è distrarci e dividerci. In questo modo, siamo stati scoraggiati dal pensare in modo analitico e dal credere di avere una parte da svolgere nella risoluzione dei problemi che abbiamo di fronte. Invece, siamo stati condizionati a puntare il dito contro l’altra persona o a votare per questo politico o a sostenere questo gruppo, perché sono loro che risolveranno il problema. Solo che non possono risolvere, e non risolveranno, i problemi che affliggono le nostre comunità.
Tuttavia, la paura resta il metodo più spesso utilizzato dai politici per aumentare il potere del governo. Le guerre esagerate e prolungate del governo contro il terrorismo, la droga, la violenza, le malattie, l’immigrazione illegale e il cosiddetto estremismo interno sono stati stratagemmi utili per terrorizzare la popolazione e indurla a rinunciare a maggiori libertà in cambio di elusive promesse di sicurezza.
Un’atmosfera di paura permea l’America moderna. Tuttavia, con la criminalità ai minimi storici, tale paura è razionale? Le statistiche dimostrano che chi vive in uno stato di polizia americano ha 8 volte più probabilità di essere ucciso da un agente di polizia che da un terrorista.
Il governo sta usando la propaganda della paura per terrorizzare, intimidire e controllare la popolazione. A sua volta, la morsa del governo sul potere e l’estrema paranoia in merito ai cittadini come potenziali minacce hanno portato a una popolazione che è sempre più vista come nemica del governo.
Finora, queste tattiche – ovvero terrorizzare i cittadini con la paranoia del governo e le sue paure esagerate, trattandoli allo stesso tempo come criminali – stanno funzionando per trasformare il modo in cui “noi, il popolo”, vediamo noi stessi e il nostro ruolo in questa nazione. In effetti, la paura e la paranoia sono diventate tratti distintivi dell’esperienza americana moderna, influenzando il modo in cui noi, come nazione, vediamo il mondo che ci circonda, il modo in cui noi, come cittadini, vediamo gli altri e, soprattutto, il modo in cui il nostro governo vede noi.
Come dimostra la storia, la paura e la paranoia del governo portano a regimi fascisti e totalitari. È una formula abbastanza semplice. Le crisi nazionali, gli attacchi terroristici segnalati e le sparatorie sporadiche ci lasciano in un costante stato di paura. La paura ci impedisce di pensare. Il panico emotivo che accompagna la paura in realtà spegne la corteccia prefrontale o la parte razionale del nostro cervello. In altre parole, quando siamo consumati dalla paura, smettiamo di pensare. Una popolazione che smette di pensare con la propria testa è una popolazione facilmente influenzabile, manipolabile e controllabile.
Gli ingredienti necessari per uno stato fascista sono già presenti oggi negli Stati Uniti. Scrive l’economista Jeffrey Tucker:
- “Ogni settore è regolamentato. Ogni professione è classificata e organizzata. Ogni bene o servizio è tassato. L’accumulo infinito di debiti è preservato. Immenso non è una parola nemmeno lontanamente sufficiente per descrivere la burocrazia. La preparazione militare non si ferma mai e la guerra con qualche nemico straniero malvagio rimane una prospettiva quotidiana. È sbagliato definire il fascismo di destra o di sinistra. È entrambe le cose e nessuna delle due… il fascismo non cerca di rovesciare istituzioni come aziende commerciali, famiglia, centri religiosi e tradizioni civiche. Cerca di controllarli… preserva la maggior parte di ciò che le persone hanno di caro, ma promette di migliorare la vita economica, sociale e culturale unificando le loro operazioni sotto il controllo del governo”.
Perché cada sulle nostre teste il martello finale del fascismo, ci vorrà l’ingrediente più cruciale: la maggioranza delle persone dovrà concordare che non è solo opportuno ma necessario. In tempi di “crisi”, l’opportunismo è sostenuto come principio centrale, ovvero, per tenerci al sicuro e protetti, il governo deve militarizzare la polizia, privarci dei diritti costituzionali fondamentali e criminalizzare praticamente ogni forma di comportamento.
Ci troviamo a un bivio cruciale nella storia americana. Come ho chiarito nel mio libro Battlefield America: The War on the American People, e nel suo equivalente immaginario The Erik Blair Diaries, la paura è stata uno strumento fondamentale nei passati regimi fascisti ed è diventata la forza trainante dello stato di polizia americano. Tutto ciò ci porta a chiederci: a cosa siamo disposti a rinunciare per perpetuare le illusioni di sicurezza e protezione?
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE– TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
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