Di Claudio
Martinotti Doria
Sono
abbonato a Netflix da un paio di anni, da quando mi è stato possibile accedervi
con il wireless, e avevo notato fin da subito i suoi limiti anche superiori a
quanto riportato nell’articolo sottostante, ed ho cercato di rimediare
partecipando, cioè dicendo quello che pensavo (come mio solito) e facendo
semplici proposte, perlopiù a costo zero, essendo solo organizzative e di
modifica di alcuni programmi informatici. Ma comunicare con Netflix non è
facile, lo puoi fare solo chattando, e già questo infastidisce parecchio,
perché emana un chiaro segnale d’inaccessibilità e distacco pianificato,
atteggiamento irrispettoso verso il pubblico, considerato solo consumatore
passivo, cui è concesso solo di interloquire con dei collaboratori addestrati
posti alla base piramidale, che delle politiche aziendali temo sappiano ben
poco. Alle chat hanno messo quantomeno persone intelligenti, su questo non ci
sono dubbi, peccato che rispondano quasi tutti/e come degli automi, molto
gentili ma con frasi preconfezionate, finché ne ho trovata una che
sinceramente, forse perché in sintonia con quanto esponevo come critica a
Netflix mi ha rivelato che scriveva dal Portogallo, nel senso che in Italia
Netflix, nonostante abbia ormai milioni di abbonati non ha una solo postazione,
non ha fornito lavoro a nessuno, l’unico investimento che ha fatto è nell’ingaggiare
attori doppiatori, perché ha capito che gli italiani gradiscono poco vedere
film stranieri coi sottotitoli, ed all’inizio Netflix aveva solo quelli. Nel
corso dei primi tre o quattro mesi, come sono solito fare analizzando tutti i
punti deboli della piattaforma Netflix, ho fornito loro, tramite chat tutte le
indicazioni per porvi rimedio. Si trattava perlopiù di punti deboli che
riguardavano l’approccio con gli abbonati: dalla presentazione troppo stringata
dei film, priva di dati essenziali per poterli selezionare, allo scarso spazio
fornito agli spettatori per fornire il loro giudizio sul film visto, oltre a
banalissimi errori dovuti a superficialità e disattenzione organizzativa, come
vi fosse una frettolosa smania di inserirli a prescindere dai loro contenuti. Che
per un individuo come me abituato a frequentare da anni FilmTv (https://www.filmtv.it
)dove le recensioni sono veramente tali perché scritte da veri e propri
cinefili esperti (tra cui il sottoscritto), è impossibile definire recensioni
le poche righe scritte dagli abbonati di Netflix per ogni singolo film o serie
tv, per cui la loro cancellazione non è grave dal punto di vista della loro
utilità ma solo come simbolismo della politica aziendale unilaterale ed
arbitraria, direi anche prepotente e offensiva.
Mai e poi
mai Netflix ha accolto e applicato anche i più semplici consigli provenienti
dai suoi abbonati/clienti, che sicuramente in molti avevamo fornito, il perché
è reso evidente dall’articolo sottostante: ha altri obiettivi, perlopiù
espansivi e di esclusiva applicazione dell’IA, Intelligenza Artificiale, di cui
si avvale, preferendo usare algoritmi che personale pensante. Preferisce
investire 100 milioni di dollari in un singolo film, come so essere già
avvenuto, anziché spenderne uno solo per migliorare i rapporti con i clienti,
lasciare loro più spazio d’intervento e selezione dei film e serie tv,
consentire di interagire tra loro e con l’azienda, creando un rapporto
fiduciario e sinergico. Niente di tutto questo. E’ solo business, peraltro
gestito male, perché com’è tipico nella mentalità americana, si basa sui grandi
numeri e non sulla qualità. Infatti Netflix è piena di debiti, perché investe
troppo in onerosi prodotti di consumo che produce autonomamente (lasciar
riposare la mente, o meglio ancora “instupidirla”) e poco nella qualità e nella
ricerca autoriale (ci sarebbero ottimi film a basso costo, ma preferiscono
puntare sulla mediocrità costosa e spettacolare basata sugli effetti speciali
digitali). E quindi per ripagare i suoi debiti e iniziare a fare profitti deve
acquisire sempre nuovi abbonati, i 130 milioni attuali non bastano, quindi per
loro conta la quantità non la qualità. Il 90% dei loro prodotti è pura
spazzatura intellettuale per decerebrati (tenete conto che noi ci lamentiamo
dell’ignoranza degli italiani, ma gli americani sono messi molto peggio).
Fortunatamente in quel 10% che si salva, ci sono anche sorprendenti prodotti
autoriali e “artigianali”, alcuni di notevole pregio, genialità, inventiva e
innovazione culturale, ma quasi sempre non americani, sono produzioni
brasiliane, canadesi, australiane, francesi, scandinave, ecc.. Perché non
fatevi illusioni, gli americani producono perlopiù spazzatura propagandistica
patriottica politico militare, perché Hollywood è culo e camicia con la CIA e il Pentagono, ed
è cosa risaputa e documentata, non sono teorie da complottisti della domenica,
molti film e serie tv sono addirittura commissionati dalle istituzioni politico
militari e dell’apparato industriale militare americano, e tutte vengono
quantomeno filtrate e censurate. Non passa nulla alla distribuzione se prima
non è stata autorizzata. Questa è la democrazia americana esportatrice di
libertà all’estero, questo per il semplice fatto che Hollywood è stata l’arma
propagandistica più efficace e potente in assoluto dalla II Guerra Mondiale, di
cui gli USA hanno potuto disporre per ottenere e gestire la loro supremazia nel
mondo, molto più efficace della deterrenza nucleare, perché ha prodotto il
graduale lavaggio del cervello di miliardi di persone ogni giorno tramite i
televisori e le sale cinematografiche, ora i monitor e gli smartphone, come ha
saputo dimostrare argutamente e perspicacemente il saggista Roberto Quaglia nel suo recente libro Il
Fondamentalismo Hollywoodista: Viaggio in Iran Alla Scoperta Dell’invisibile
Ideologia Dell’occidente, che per coloro che volessero leggerlo è
reperibile a basso prezzo su Amazon.
E a
proposito di Amazon, Prime Video, il più diretto concorrente di Netflix (anche
se ne stanno arrivando altri, frutto di partnership di alcuni colossi del
settore), non pensiate che sia meglio come qualità complessiva, lo è solo nei
costi, che nonostante il recente e repentino raddoppio dell’abbonamento è
comunque meno di un quarto rispetto a Netflix come oneri annuali, ma come
qualità è ancora peggio, la spazzatura supera il 95% del catalogo, trovare un
film o due su cento che valga la pena di essere visto è già un’impresa ardua,
andiamo leggermente meglio con le serie tv, alcune sono pregevoli, ma anche in
questo caso è escluso ogni apporto da parte degli utenti, non esistono
recensioni e neppure semplici valutazioni di voto, non ti consente di fornire
alcun apporto personale, devi essere solo uno spettatore passivo. Scegli,
accontentati e non rompere le scatole, questa è la semplice politica aziendale.
Ci chiniamo
grati di tanta disponibilità e generosità nei nostri confronti, che in ogni
caso rappresenta sempre un salto di qualità ed una valida alternativa rispetto
alla RAI, Mediaset e La7, dove la spazzatura è ormai da tempo prossima al 99%
dei palinsesti, e dove l’atrofizzazione del cervello (più che il lavaggio) è
quasi certa. Certamente è meglio leggere un libro che vedere Netflix o Prime
Video, ma siccome a leggere abitualmente libri è meno del 20% della popolazione
italiana, ci si deve pur distrarre con delle immagini, in tal caso facciamoci
andar bene ciò di cui disponiamo, ma facciamolo cum grano salis.
P:S. chi
volesse pubblicare il mio articolo senza quello sottostante per non violare
copyright (che comunque vi assicuro che non c’è, in quanto FilmTv si basa su
apporti volontaristici degli iscritti), può eventualmente indicare solo il link
https://www.filmtv.it/post/36319/rimozione-forzata/#rfr:none
all’articolo.
RIMOZIONE
FORZATA
di End User
Con una mail
asciutta e per la verità piuttosto sbrigativa, Netflix ha informato coloro che
hanno pubblicato una recensione sulla piattaforma nel corso dell'ultimo anno
che nelle prossime settimane tutte le recensioni saranno rimosse e quindi non
saranno più leggibili. Ovviamente non sarà più neanche possibile scriverne. La
notizia mi ha stupito solo perché pur usando Netflix quasi tutti i giorni non
mi è MAI capitato di incappare in qualcosa che assomigliasse anche lontanamente
ad un contributo di altri spettatori. Neanche le stellette, che l'anno scorso
sono state sostituite dai pollici, erano rappresentazione di una
"collaborazione" tra umani, non erano affatto il voto medio degli
spettatori, come pensavo all'inizio, bensì una previsione della valutazione che
noi singoli spettatori avremmo offerto qualora avessimo visto quel film o
quella serie tv, elaborate naturalmente (per ciascuno di noi) dal prezioso
(costo: 1.000.000 di dollari) algoritmo. Il passaggio al sistema binario
pollice su/pollice giù, aveva esattamente l'obiettivo di fugare qualsiasi
ambiguità in proposito: tu voti, le macchine elaborano e consigliano.
La rimozione
delle recensioni e della possibilità di scriverne, quindi, completa questo
percorso di de-umanizzazione, ossia di eliminazione di qualsiasi filtro non
tecnologico che possa interporsi tra la piattaforma e il consumo video. Sotto
il profilo delle logiche puramente commerciali, le scelte di Netflix appaiono a
prima vista incontestabili: una società che spende miliardi di dollari all'anno
per produrre (o acquisire i diritti di) serie e film non può permettersi il
lusso di vedere in qualche modo limitata la propria redditività da agenti
"estranei" alla piattaforma. A prima vista. In verità, tra le
performance inattaccabili del sistema produttivo e l'incredibile capacità di
erogare video ai quattro angoli del pianeta - tra i due estremi della sua filiera
in sostanza - ci sono ambiti in cui la piattaforma ha operato delle scelte
quantomeno discutibili e hanno soprattutto a che vedere con l'interazione tra
esseri umani. Io trovo incredibile ad esempio che non sia mai stata presa in
considerazione la possibilità di costruirsi una rete di amici su Netflix. Con
tutto ciò che ne deriva: possibilità di condividere la propria Watchlist,
possibilità di realizzare delle liste curate e tematiche con accesso immediato
ai contenuti proposti, scoperta di film e serie sepolte nel catalogo, tutte
funzioni che avrebbero, a mio giudizio, l'innegabile beneficio di limitare il
tempo dedicato a scorrere la prima, faticosa, claustrofobica, prima pagina di
Netflix e che porterebbero ad una maggiore rapidità nella condivisione e quindi
anche nell'accesso al catalogo.
Le azioni di
Netflix, invece, si muovono sempre di più in direzione opposta: rimozione degli
elementi umani, limitazione della circolazione di informazioni, difficoltà di
ricerca nel catalogo, inserimento a sorpresa di nuovi titoli e nuove produzioni
senza alcun preavviso, né campagna stampa, né rilascio di materiale
promozionale, clip o trailer che siano. È la loro strategia, sembrerebbe la
risposta più semplice, e forse mettere in discussione la strategia di una società
di quel tipo è facilmente ascrivibile a reato di lesa maestà. Però c'è qualcosa
che non mi convince: a me sembra che ai soldi spesi in produzioni e
acquisizioni non corrispondano adeguati investimenti a valle. Certo,
l'ipertrofia produttiva produce una rendita di posizione che genera notorietà e
comunicazione anche senza investimenti specifici, ma la mancanza di attenzione
su determinati elementi che fanno decisamente parte del consumo di film e
serie, inclusi tutti gli aspetti diciamo "sociali" potrebbe anche
essere dovuta ad una mancanza di innovazione o addirittura ad una forma di
incapacità. Facendo delle ricerche ho scoperto che qualche tempo fa Netflix ha,
in effetti, realizzato e messo online un sistema per creare delle liste da
condividere con gli amici. Vi propongo di farci un giro - flixtape.netflix.com
- per rendervi conto della mancanza di attenzione e di cura nei confronti di
chi queste liste dovrebbe realizzarle, cioè, guarda caso, gli esseri umani.
Poi, sempre ammesso che riusciate a uscirne vivi, potete venire a proporre le
vostre creazioni sul post che trovate qui, il luogo nel quale siete i benvenuti
qualora vogliate anche cogliere l'occasione per dirmi che no, che non capisco
niente, che l'algoritmo funziona da dio, molto meglio di tutte queste stellette
e recensioni che francamente diciamolo ormai hanno stufato. Infatti. Pensavamo
di rimuoverle tutte anche noi. Che ne dite? ;-)
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