Quanto riporta lo
studioso russo-americano Dmitry Orlov nell'articolo sotto riportato
corrisponde quasi totalmente a quanto da me scritto alcuni mesi fa in
alcuni paragrafi e capitoli del mio libro di imminente pubblicazione, a
testimonianza che documentandosi compiutamente e analizzando razionalmente
e obiettivamente la situazione si può giungere alle stesse conclusioni. Nel
mio libro sono anche descritte con novizia di particolare le innovative e
fantascientifiche armi russe che stanno mettendo in grave difficoltà tutto
l'apparato industriale militare e del deep state USA, che ha dovuto
rinunciare alla strategia del "first strike", cioé del primo
colpo, primo attacco a sorpresa per distruggere tutti i centri di comando e
controllo del nemico per impedirgli una reazione. Non solo gli USA non sono
in grado di attuare il primo colpo ma neppure il secondo e il terzo, perché
l'attuale tecnologia militare a disposizione della Russia è in grado di
distruggere in pochi minuti l'intera flotta americana e le basi militari,
sia all'Estero che in patria, oltre a rendere inservibili i mezzi di
comunicazione. E tutto questo in appena una decina di anni spendendo un
decimo di quanto spende il Pentagono ogni anno, perché la Russia ha
semplicemente coinvolto in questo ampio e lungimirante progetto di riarmo
tecnologico avanzato migliaia di giovani ingegneri specializzati in tutti i
settori, che fortemente motivati hanno ottenuto risultati strabilianti.
L'Occidente è vittima di se stesso, il peggior nemico infatti è interno non
esterno, la sua "obsolescenza" forse non era programmata, come in
molti prodotti tecnologici, ma è purtroppo una realtà irreversibile, e sta
seguendo inesorabilmente un destino patetico e tragico, ben rappresentato
dall'attuale presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker
che si consola spesso nell'alcool e barcolla durante le cerimonie UE-NATO,
dovendo essere sorretto per non cadere a terra.
Claudio Martinotti Doria
Ultim’ora!
La Terza Guerra Mondiale è finalmente terminata!
DMITRY ORLOV
cluborlov.blogspot.com
Sconosciuta ai
più, la Terza Guerra Mondiale ha imperversato, fino ad ora, per quasi
trent’anni dal crollo del Muro di Berlino. Era stata preceduta dalla Guerra
Fredda, che era terminata quando Mikhail Gorbachev si era arreso
all’Occidente, con la conseguente, confusa, dissoluzione del Patto di
Varsavia. Nonostante questa capitolazione, l’Occidente non aveva mai
abbandonato il suo progetto di distruggere il Patto di Varsavia, insieme a
quel che rimaneva dell’ex Unione Sovietica, per poi conquistare e smembrare
la Russia stessa. In mancanza di minacce militari da oriente, la NATO,
insieme alla sua gemella parassita, l’Unione Europea, si era
incessantemente espansa ad est, ingoiando una nazione dopo l’altra. Fino ad
ora ha conquistato l’intero Patto di Varsavia, più la Moldova e i tre Stati
Baltici ed è alla caccia delle ultime briciole dell’ex Unione Sovietica:
Ucraina, Georgia ed Armenia. La ragione per cui nessuno in Occidente si è
reso conto che, per tutto questo tempo, c’è stata la Terza Guerra Mondiale
è che l’Occidente ha sofferto di un profondo collasso mentale, grave tanto
quanto il collasso fisico dell’URRS. La Russia si è ripresa dal suo
collasso, l’Occidente, probabilmente, non lo farà mai.
Anche se
l’Occidente finge di combattere la Russia, questa è pura fantasia. Le
capacità difensive della Russia sono tali che una strategia militare contro
di essa non è neanche pianificabile. La dottrina militare russa afferma che
nessuna guerra verrà mai più combattuta sul suolo russo: se dovesse essere
invasa, trasferirebbe immediatamente gli scontri in territorio nemico
utilizzando le sue armi a lunga gittata, dotate di un raggio d’azione che
comprende il mondo intero. Precisa anche che risponderà ad ogni minaccia
esistenziale usando le armi atomiche, se necessario. E così il Pentagono,
con la NATO a rimorchio, non sogna neanche più di attaccare la Russia.
Questa speranza, ad un certo punto, era tornata vitale quando gli USA
avevano creduto che fosse possibile eliminare la capacità di deterrenza
atomica russa utilizzando un “primo colpo” nucleare, ma, da allora la
Russia si è riarmata con armi più avanzate di quelle in possesso, attuale o
futuro, degli Stati Uniti e così quel sogno è ormai defunto.
Invece, lo
sforzo è quello di “contrastare l’aggressione russa”, che non esiste. La
Russia, semplicemente, non ha nessun interesse ad invadere qualcuno; ha già
tutto il territorio e tutte le risorse naturali che potrebbe mai
desiderare. Dopo essersi riarmata ed aver messo alla prova la sua tempra in
Siria, la Russia sta ora riducendo il bilancio della difesa, favorendo
progetti nazionali che porteranno vantaggi alla sua popolazione. Paragonatelo
al bilancio della difesa degli Stati Uniti e della NATO: qui si raggiungono
nuovi record. E’ chiaro che l’Occidente non sta combattendo contro la
Russia. Sta combattendo contro se stesso, e perciò, per definizione, sta
perdendo e vincendo allo stesso tempo. Con la loro spesa militare, senza
dubbio la più alta e completamente inutile di tutto il mondo, gli Stati
Uniti si sono messi sulla strada dell’oblio economico, già percorsa
dall’Unione Sovietica.
Mentre faceva
finta di combattere la Russia, l’Occidente ha continuato ad attaccare e a
distruggere nazioni in tutto il mondo, la maggior parte con successo, ma
anche con alcune accezioni. L’Afghanistan, l’Iraq, la Libia sono ora in
rovina. Questi successi sono stati in qualche modo attenuati ogni volta che
la Russia si è trovata anche marginalmente coinvolta; in questi casi,
l’ovvio risultato è un paese frazionato e semi-defunto: l’Ucraina meno il
Donbass e la Crimea, la Georgia meno l’Abkhazia e l’Ossetia del Sud e il
premio di consolazione: la Provincia di Idlib (la riserva prevista per i
gremlin) meno il resto della Siria. Ogni volta che i contorcimenti e i
pugni al vento dell’Occidente interferiscono con gli interessi russi, la
Russia impone tranquillamente qualche linea rossa che l’Occidente si guarda
bene dall’oltrepassare.
L’unico genere
di guerra “calda” (che in realtà è solo tiepida) fra l’Occidente e la
Russia è nel campo delle sanzioni economiche, e qui la Russia è davvero
riconoscente. Queste sanzioni sono state utilissime per stimolare la
sostituzione delle importazioni e nel fornire la necessaria spinta alla
de-dollarizzazione e allo sviluppo di soluzioni alternative alla finanza
occidentale, mentre le controsanzioni verso le esportazioni agroalimentari
europee hanno stimolato [lo sviluppo] dell’agricoltura russa. Dal momento
che queste sanzioni sono state imposte per le pressioni esercitate dagli
Stati Uniti, hanno enormemente danneggiato l’Unione Europea e hanno anche
ulteriormente contribuito alla disgregazione dell’Occidente. Dopo tutto, la
Russia non avrebbe potuto sperare in un nemico migliore: minaccioso solo
sulla carta e sempre desideroso di fare autogol.
Ma tutte le cose
belle, alla fine, finiscono e anche la Terza Guerra Mondiale non può andare
avanti all’infinito. Si sta però verificando una lenta presa di coscienza,
che stimola un certo comportamento sovversivo nello schieramento
occidentale, con staterelli di recente conquista che iniziano a guardare
verso Mosca. Il Presidente della Moldova, Dodon, ha dichiarato
ufficialmente che la partecipazione all’Unione Europea non comprometterà le
sue buone relazioni con la Russia. La rivoluzione colorata da manuale
tenutasi in Armenia ha avuto come risultato un neo-presidente,
apparentemente filo-occidentale, che si è affrettato a rassicurare tutti
che l’Armenia continuerà ad essere un fedele alleato della Russia,
nonostante gli accordi di cooperazione con l’Unione Europea.
Intanto, al di
là dell’Oceano Atlantico, i vari fraudolenti schemi finanziari che hanno
permesso agli Stati Uniti, con la NATO a ruota, di spendere e spandere fino
allo sfinimento, mostrano segni di sfaldamento. I dazi verso le nazioni con
cui gli Stati Uniti hanno deficit commerciali trasferiranno le diverse
produzioni alle industrie nazionali. Ma c’è una ragione se queste merci
vengono importate: gli Stati Uniti producono a costi relativamente alti.
Rilocalizzare [in patria] le produzioni aumenterà perciò l’inflazione. E,
dal momento che una parte rilevante del debito statunitense è indicizzata
all’inflazione, gli interessi sui pagamenti si mangeranno in fretta il
bilancio federale. L’unica soluzione per gli Stati Uniti è quella di
aumentare, ancora più in fretta, la montagna del debito, ma in tutto il
mondo si sta verificano una rapida de-dollarizzazione e la richiesta di buoni
del tesoro americani è in calo.
Potrebbe essere
rifinanziato altrove questo imminente deficit nelle spese della difesa?
Beh, no. Francia e Germania, le nazioni che rappresentano il nucleo
dell’Impero Occidentale, si oppongono alla richiesta americana di aumentare
le spese della difesa, avendo capito, nonostante la loro stessa retorica,
che sono uno spreco di denaro, puro e semplice. Ci si sta rendendo conto
che i nuovi sistemi d’arma russi difensivi ed offensivi hanno fatto
diventare obsoleto la maggior parte dell’armamento occidentale e
impediranno alle truppe occidentali di operare nelle aree in cui queste
nuove armi saranno dislocate. Di conseguenza, sono assai richieste in tutto
il mondo. La Turchia, il secondo membro più importante della NATO, sta cercando
di acquistare diverse batterie del sistema di difesa aerea russo S-400,
nonostante le veementi proteste americane. L’Arabia Saudita, un fedele
alleato americano, sta cercando di fare la stessa cosa, avendo capito che i
missili Raytheon-Patriot, da lei acquistati, sono peggio che inutili.
Riempire ancora di soldi le tasche della Raytheon, della Lockeed Martin,
della Boeing, della BAE Systems o di altri contractors della difesa
americana farà diventare qualche ricco ancora più ricco, ma non renderà di certo
i loro prodotti più convenienti o più efficaci.
Intanto la NATO
continua a muoversi sbuffando, un treno impazzito che non va da nessuna
parte. La NATO è un colosso burocratico, con qualche manipolo di soldati,
che da decenni non porta a termine con successo una missione. La burocrazia
si concentra sull’edificazione di un impero, sempre alla ricerca di nuove
zone da colorare sulle mappe, con l’obbiettivo di aumentare la stazza della
propria burocrazia, naturalmente! Ma, una volta che saranno state ingoiate
le bricioline del Montenegro e della Macedonia non ci sarà più spazio per
l’espansione della NATO. Nè l’Ucraina, nè la Georgia sono digeribili, dal
momento che queste due nazioni non controllano neanche il loro territorio.
Per la disperazione, i burocrati della NATO hanno deciso di espandersi in
….Colombia, facendo diventare questa nazione del Sud-America un “partner
della NATO.” Forse ci vorrebbe una modifica, lasciar perdere la “N” di
“Nord”-Atlantico?
O forse è il
momento di terminare tutta l’operazione; ma come? La risposta è ovvia: la
Terza Guerra Mondiale deve terminare con una dichiarazione, da parte
dell’Occidente, di vittoria… su se stesso. Per quanto riguarda la
realizzazione pratica, è solo una questione di propaganda, ma, dal momento
che la maggioranza dei media occidentali è concentrata in pochissime mani e
in gran parte sotto il controllo della CIA, lo sforzo creativo dovrebbe
essere facile da organizzare. Tenete presente che la cosa può anche essere
completamente scollegata dalla realtà. Può essere una messa in scena
trasparente, come “l’aggressione russa” (secondo cui la Russia sarebbe
pronta ad invadere la Lituania o l’Estonia, un’affermazione che fa
sbellicare dalle risate i Russi), o come l’idea che la Russia abbia
“invaso” la Crimea o l’Ucraina Orientale. I media occidentali mentono tutto
il giorno, tutti i giorni, che siano gli attacchi chimici siriani
o”l’altissima probabilità” di essere avvelenati dal Novichok russo in
Inghilterra. Le popolazioni occidentali sono già abituate ad essere
raggirate, per cui sarebbe più o meno la stessa cosa.
Ma, dal momento
che l’Occidente ha combattuto la Terza Guerra Mondiale contro se stesso, la
sua vittoria sarebbe anche la sua sconfitta. In verità, non solo ha perso,
ma è anche stato invaso dalle orde di migranti provenienti dai vari paesi
che ha distrutto, dopo averi usati come nemici surrogati nella sua
immaginaria battaglia contro la Russia. Ancora qualche decennio e, di
questo passo, non ci sarà più l’Occidente, dal momento che la sua
popolazione semi-sterile sarà stata rimpiazzata dai nuovi arrivati, molto
più fertili. Le nazioni che ne fanno parte si dissolveranno in un mare di
migranti e [l’Europa] finirà con l’assomigliare alle zone più popolose del
Terzo Mondo. Senza dubbio questo renderà i Russi un pochino tristi; dopo
tutto, non avrebbero potuto sperare in un nemico più gentile.
Dmitry Orlov
Fonte:
cluborlov.blogspot.com
16.07.2018
Scelto e
tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
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