L’ambasciatore russo a Beirut, Alexander Zasypkin, nel corso di una intervista alla tv Al-Manar, aveva detto che la Russia avrebbe risposto ai raid e colpito le basi di lancio dei missili, cioè le navi al largo di Libano e Siria.
A questo avviso è seguito nella giornata di ieri una improvvisa esercitazione della flotta russa nel Mediterraneo che ha lascato la base di Tartous in Siria per procedere ad esercitazioni a fuoco reale al largo delle acque territoriali della Siria, quindi in posizione di attacco, inclusi i sottomarini russi che si trovano a breve distanza dalle unità navali USA.
Questi segnali debbono aver fatto comprendere all’Amministrazione Trump ed in particolare al Pentagono che la Russia sta facendo sul serio e questa volta si appresta a colpire le forze aeronavali USA che attaccheranno la Siria.
Oltra a questo risulta che il presidente russo Vladimir Putin ha nominato quello che sembra essere il suo gabinetto di guerra ed ha fatto trasparire la sua determinazione a difendere la Siria da un possibile attacco delle forze USA e questo si ricava anche dalle attività militari sul terreno che i satelliti hanno raccolto in questi ultimi giorni, fra cui il potenziamento dei sistemi missilistici russi a difesa dei centri di comando e delle basi russe e lo spostamento dell’aviazione siriana dai suoi aeroporti alle basi russe, per sottrarsi ad un possibile tiro al bersaglio da parte delle forze aeree USA.
In pratica viene a mancare l’effetto sorpresa per l’apparato militare USA quello che può infliggere danni al nemico su un primo “strike”, a meno che Washington voglia colpire direttamente obiettivi russi e questo sembra improbabile.
La sensazione che Washington stia procedendo con maggiore cautela, dopo le smargiassate di Trump inviate via Twitter, si ricava anche dalle dichiarazioni del segretario alla Difesa Jim Mattis, il quale ha dichiarato oggi che ancora nessuna decisione era stata presa dal presidente Donald Trump, in merito a uno bombardamento sulla Siria. Mattis ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno ancora aspettando di vedere le prove di un attacco chimico.
Questo suona in aperta contraddizione con le affermazioni fatte due giorni fa dallo stesso Trump.
Il Segretario alla Difesa, a proposito dell’inchiesta che adesso si starebbe svolgendo sull’attacco chimico, ha detto che gli Stati Uniti “non sapranno da questa squadra investigativa che entra, se possiamo farli entrare, se il regime li farà entrare, non sapremo chi è stato.”
“Possono solo dire di aver trovato prove o meno, e ogni giorno che passa come sapete, per un gas non persistente, diventa sempre più difficile da confermare. Quindi è in questo che ci troviamo adesso. ”
Sembra che il Segretario della Difesa abbia dimenticato per caso che la Russia e la Siria sono state le prime a suggerire un’indagine indipendente sull’incidente di Dmoua e ad invitare gli investigatori dell’OPCW che arriveranno in Siria questa settimana.
Inoltre, le dichiarazioni di Mattis sono in contrasto con un atteggiamento pubblico della diplomazia statunitense. Negli ultimi giorni, l’inviato USA all’ONU Nikki Haley e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno ripetutamente accusato il governo di Assad di essere dietro l’attacco. Il presidente degli Stati Uniti ha ripetutamente minacciato di colpire la Siria. Un portavoce per la stampa della Casa Bianca aveva affermato che gli Stati Uniti non escludono di colpire le forze russe in in Siria.
Ora, Mattis dice che gli Stati Uniti hanno ancora bisogno di prove. Quindi, cosa è cambiato?
Indubbiamente l’Amministrazione USA sta procedendo in modo più cauto anche alla luce degli avvisi molto seri lanciati dalle autorità militari russe, in particolare :
il capo dello stato maggiore russo, il signor Valery Gerasimov, ha chiarito un mese fa che se i militari russi fossero stati uccisi o feriti nei bombardamenti americani, i russi avrebbero colpito le piattaforme americane da dove sono stati lanciati i missili.
In un linguaggio semplice: i sottomarini russi affonderanno le navi americane che hanno lanciato i missili da crociera, qualcosa che possono facilmente fare. Alcuni analisti militari sostengono che, mentre gli americani non possono essere sicuri che i russi lo faranno, la possibilità è abbastanza alta da non rischiare a causa delle ripercussioni politiche interne negli USA.
Non bisogna dare credito a chi sostiene che l’ultimo attacco di Israele all’aeroporto siriano sia stato un test delle difese siriane. Gli Stati Uniti non sono interessati alle difese aeree della Siria, … sono interessati al sistema russo. …
Gli americani sono più preoccupati per gli aerei russi in Siria e per i sottomarini, visto che questi non sono troppo lontani da questi cacciatorpediniere statunitensi che potranno colpire in qualsiasi momento.
Il Pentagono prende sul serio la minaccia russa di affondare le navi da cui partiranno gli attacchi, i russi hanno i mezzi per farlo in brevissimo tempo.Ora, Mattis dice che gli Stati Uniti hanno ancora bisogno di prove. Quindi, cosa è cambiato?
Bisogna considerare che gli USA, dai tempi della guerra di Corea, non hanno mai combattuto un vero esercito. Chi hanno combattuto? Gli afgani? Gli iracheni? – Quelli non sono eserciti.
Loro lo sanno. Sono professionisti (gli americani), specialmente la Marina. Conoscono la differenza tra combattere un’unità di semi-guerriglia, i cosiddetti “eserciti di schiavi”, gli afghani e l’ esercito russo .
Questo è il vero motivo per cui gli USA stanno considerando in modo serio la possibile reazione della Russia. Come ogni presidente degli Stati Uniti, Trump, pur avendo i tratti buffoneschi, è un uomo prudente … Dice quello che vuole e parla a vanvera, è un politico. Tuttavia eviterà di iniziare un’operazione che potrebbe rivelarsi un disastro per lui.
Cosa accadrebbe se i due cacciatorpediniere che lanciavano i missili fossero affondati entro 5 minuti? Qual’è il prossimo? Sarebbe forse una vittoria per lui? No, sarebbe un disastro.
Le probabilità che ciò accada sono molto alte perché è stato detto dal capo dello stato maggiore dell’esercito russo (Valery Gerasimov). Questi non è tipo che parla spesso, ma quando lo fa, è diretto e icisivo . Raggiunge le loro orecchie. L’unica cosa che può fermare le azioni degli Stati Uniti è la minaccia di una risposta militare russa. Il linguaggio della forza è l’unico che Washington intende perfettamente.
In sintesi, il bullo e il bugiardo americano / israeliano, con le sue infinite sparate di ridicole macchinazioni false e con l’isteria dei media che le accompagna, è stato costretto a fare marcia indietro da qualcuno che è in grado di rispondere in modo inaccettabile alle smargiassate.
Fonti: South Front Russia Insider
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
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